Dopo la pubblicazione in cartaceo del libro (già in ebook), “Prendo il tuo corpo” (omaggio di Streetlib ad una sua adepta che è divenuta il simbolo dell’adesione alla piattaforma), Bianca Fasano ha mantenuto la sua promessa di pubblicare il diciassettesimo lavoro: “Il gemello decerebrato”, un giallo a carattere fantascientifico che, come lei stessa dice:
-“Mi ha obbligata ad osservare con attenzione ogni sfaccettatura della società mondiale, per decidere quali potrebbero essere i mutamenti, le speranze, le evoluzioni, di questa, sbalzata con la fantasia ad un tempo molto avanzato rispetto all’oggi.”-
Il lavoro, come lei stessa ci ha spiegato, è nato molto indietro nel tempo, ossia quando la scrittrice aveva circa venticinque anni. In quel periodo, dopo “Utero familiare”, una delle sue prime pubblicazioni in cartaceo, sulla spinta emozionale dell’avere compreso come i più intuitivi e complessi scritti fantascientifici potessero essere stati in grado (nel passato), di prevedere il futuro, aveva “osato” lanciare uno sguardo verso realtà a venire. Intuire situazioni e fatti cui avrebbero potuto condurre le ricerche scientifiche collegate anche alla biologia e dove avrebbero potuto condurre le scelte della razza umana, rispetto a problemi essenziali come la vita, il cibo, le energie rinnovabili, la propulsione, l’atteggiamento verso la crescita sostenibile della popolazione e tutte le possibili variabili cu le preferenze umane potrebbero portare dall’anno 2000 a probabili ed improbabili anni 3000, 4000 ed oltre.
Uno sguardo al futuro ed uno al passato, nelle ricerche storiche, forse con la convinzione che il passato segni un tracciato possibile verso il futuro, hanno sempre accompagnato lo scrivere della Fasano.
Così come, anche, uno sguardo all’animo umano, nelle sue sfaccettature, alla ricerca dell’anima di eternità, nelle ricerche di parapsicologia.
In una parola: Bianca Fasano è una scrittrice che non conosce la paura di trovarsi davanti un foglio bianco da riempire, che lo faccia con la penna, con le macchine per scrivere o con il computer.
Ci dice:
-“Viviamo uno spazio tempo ristretto, perché siamo esseri umani e, rispetto al tempo assoluto, siamo brevi, destinati a nascere e morire. Quel ristretto spazio può divenire immenso se l’utilizziamo a pieno, sfruttando e vivendo tutte le possibilità che la vita ci offre anche in senso tecnologico. Scrivere per gli e book mi ha aperto un varco “spazio temporale”: il cartaceo “immobilizza” ciò che è stato in uno stato perenne. L’e book è a tua disposizione nel corso del tempo: puoi apportare modifiche, confrontarti con esso. E’ meno “fermo nel tempo” dell’interlocutore muto di Derrida. Non cambia solo tu, nel tempo, può cambiare anche quello che hai scritto, assieme a te.”
Insomma, la Fasano immagina che con il cartaceo si possa “fissare” la farfalla svolazzante della scrittura, con uno spillo. Aggiunge:
-“Allora ti ci puoi confrontare, come se non ti appartenesse più, perché il cartaceo sfugge alle tue possibilità di revisione. Ed è bello per questo. Il libro stampato diviene “altro da te”, come un figlio oramai maggiorenne che porta di te ciò che hai tentato di dargli. Il meglio, naturalmente. Ma non è detto ti dia le soddisfazioni che attendi, non è detto sia l’essere che volevi o che percorra le strade che hai deciso per lui. Ecco la ragione per cui “scrivi un altro figlio”.-
Ultimi “figli della scrittrice: “Prendo il tuo corpo (un corpo- un cervello)”, laddove ha trattato la possibilità del trapianto di corpo. Quindi quel “Gemello decerebrato”, che tratta di problematiche legate alla vita, alla biologia, alle nuove possibilità offerte dalla scienza attraverso la clonazione. Per quanto riguarda la poetica e i racconti ricordiamo: “Milioni di mondi possibili”, anch’esso “fresco di stampa in e book” e la revisione alleggerita di “Scripta manent”, che si è trasformato in “BI…Sogni”, laddove la scrittrice ricorda:
-“Ho appreso a scrivere con il “pennino a cavallotto”, immergendolo nell’inchiostro che si trovava in una boccettina di vetro sopra il banco di legno. Ho appreso a scrivere in un mare di asticelle parallele. Nelle a e i o u infinite e ripetute fino alla nausea. (…)Il pensiero si trasforma in parole, in versi, in ricordi, in sogni. Con lo scrivere io posso ottenere ciò di cui ho bi… sogno. BiEffe.”-
Cia auguriamo, con lei, che i suoi “figli” seguano la loro strada riempiendola di soddisfazioni.
Andrea Pasqualini.