Nell’ambito del Progetto Spazi900 e in occasione del Maggio dei Libri 2016, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ospita in Sala 1 lunedì 23 maggio 2016 (ore 17,00) la presentazione delle ultime due raccolte del poeta Domenico Cipriano, Il centro del mondo (Transeuropa, 2014) e November (Gradiva Publications, 2015 – curato e tradotto da Barbara Carle). Dopo i saluti del Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Andrea De Pasquale, interverranno l’ex ministro della Pubblica Istruzione Gerardo Bianco e i poeti Claudio Damiani e Plinio Perilli. Letture bilingue a cura di Graziella Sidoli e dell’Autore.
November, raccolta in edizione bilingue curata per Gradiva Pubblication di New York, da Barbara Carle, docente dell’Università di Sacramento in California, è un libro di poesie sofferte, pubblicate dopo una lunga gestazione, che parlano del sisma del 23 novembre 1980, dell’Irpinia, del cambiamento, di memorie, di ricostruzione, di futuro. Un poemetto che nell’edizione italiana del 2010 per l’editore Transeuropa ebbe l’attenzione del Premio Viareggio-Répaci e la prefazione del prof. Antonio La Penna.
Nella prefazione La Penna sottolineava come: “I numeri dei versi corrispondono a un jeu de chiffres: le strofe sono 23, perché la data del terremoto è il 23 novembre; ciascuna strofa è di 7 versi e il prologo è di 34, perché il terremoto scoppiò alle 7 e 34; l’introduzione poetica è di 11 versi, perché novembre è l’undicesimo mese dell’anno. Credo che sia ben difficile trovare, nella poesia di oggi, qualche cosa di analogo o affine. Senza avviarci in una ricerca di esito incerto, diciamo che l’architettura è una traccia paradossale del terremoto, che di architetture ne ha distrutte moltissime. Più rischioso sarebbe interpretarla come un segno di fiducia nella ricostruzione”.
Questa edizione bilingue si caratterizza per un ritratto del fotografo Enzo Eric Toccaceli, oltre all’introduzione e le traduzioni della curatrice Barbara Carle.
Il centro del mondo, è una raccolta che concentra un’esperienza ultradecennale. Una scrittura sempre tesa a un equilibrio emozionale e narrativo, nella quale i frammenti vengono a ricomporsi in un continuum fatto di presenze e assenze. Un percorso che scava nella memoria individuale e collettiva. Questo è “Il centro del mondo”: un lacerarsi e un ritrovarsi tra luoghi elettivi e rimembranze, tra affetti familiari e relazioni sociali, in un costante dialogo tra intimità e paesaggio irpino. E i ritmi, come in una partitura jazz, variano continuamente nelle 7 sezioni del libro, dando senso alle sincopi dei brevissimi “Lampioni” come ai suoni prolungati da “Le stanze nascoste” sino alla chiusa di “A margine, tre movimenti per N.” La raccolta è pubblicata nella collana Nuova Poetica dell’editore Transeuropa di Massa. Dalla postfazione di Maurizio Cucchi: “Il centro del mondo è un testo di pensiero attivo, che matura nella realtà di un’osservazione sempre aperta e di un’energia forte e opaca; un testo internamente molto ricco e fitto di implicazioni, che richiede una perlustrazione attenta, un costante ritorno sui propri passi. E che stabilisce la già chiara identità di un poeta, di un autore capace di praticare una poesia onesta e di non comune spessore”.