Gruppo BPER, approvato il resoconto intermedio di gestione consolidato al 31 marzo 2016

Utile netto del periodo a € 40,1 milioni se si esclude il contributo stimato per il 2016 al Single Resolution Fund [i]non presente nello stesso periodo del 2015 (€ 31,0 milioni il dato contabile), mostrando una buona tenuta nonostante il contesto di mercato e di tassi particolarmente sfavorevole
 
Ricavi dell’attività caratteristica[ii] in contrazione del 3,9% nel periodo più che compensata dalla forte riduzione delle rettifiche nette su crediti (-22,6% anno su anno) che registrano il livello più basso degli ultimi 4 anni
 
Impieghi netti in incremento dello 0,8% dalla fine del 2015 (impieghi lordi +0,9%) a conferma della ripresa dell’attività di finanziamento alla clientela già evidenziata nell’ultimo trimestre dello scorso anno; significativo incremento delle nuove erogazioni di prestiti (+37,7%) rispetto allo stesso periodo del 2015 (già in notevole incremento sul 2014)
 
Incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale dei crediti stabile al 14,5% rispetto alla fine del 2015 e in riduzione di circa 50 bps anno su anno; coverage ratio in ulteriore rafforzamento al 44,6% (44,2% a fine 2015)
 
Solida posizione patrimoniale con un CET1 ratio pro-forma[iii] Fully Phased  pari all’11,48% (11,55% Phased in) senza considerare gli effetti della validazione dei modelli interni e ampiamente superiore al requisito minimo richiesto (SREP al 9,25%)
 
Leverage ratio Basilea 3 Fully Phased pari al 7,2% (7,2% Phased in) tra i migliori del sistema ed indici di liquidità LCR e NSFR notevolmente superiori al 100%[iv]
 
 
Il Consiglio di Amministrazione di BPER Banca ha esaminato ed approvato in data odierna i risultati individuali della Banca e consolidati di Gruppo al 31 marzo 2016.
Alessandro Vandelli, Amministratore delegato di BPER Banca, al termine del Consiglio di Amministrazione commenta: “Il primo trimestre dell’anno registra un utile netto di periodo pari a 40,1 milioni di Euro, se si esclude il contributo stimato per il 2016 al Fondo di risoluzione unico europeo non presente nel 2015, a fronte di un dato contabile di 31 milioni di Euro. Il livello di redditività che il Gruppo è stato in grado di esprimere è soddisfacente considerando il contesto di mercato particolarmente sfavorevole a causa delle turbolenze sui mercati finanziari e dei livelli di tassi di interesse in continua diminuzione e ormai strutturalmente sotto “zero”. Segnali incoraggianti provengono dall’attività di finanziamento alla clientela che nel periodo segna un incremento dei crediti netti dello 0,8% superando quota 44 miliardi di Euro dopo quasi un anno e mezzo. Inoltre, il trimestre registra la forte diminuzione delle rettifiche su crediti al livello più basso degli ultimi 4 anni, che compensa largamente la contrazione dei ricavi caratteristici principalmente imputabile al contesto di mercato sfavorevole. Il livello delle coperture dei crediti deteriorati complessivi migliora ulteriormente e si conferma uno dei migliori tra i diretti competitors. In tale contesto, il Gruppo BPER conferma la propria solida dotazione di capitale con un CET1 Fully Phased all’11,5%, ottimi livelli degli indici di “leverage” e liquidità. In estrema sintesi, la trimestrale appena approvata conferma il buono stato di salute del Gruppo BPER, con una soddisfacente redditività, una solida posizione patrimoniale e profili di liquidità, leverage e presidio del credito tra i migliori del sistema bancario italiano. Nel contempo, partendo da questa posizione di forza, prosegue il progetto di crescita del Gruppo in importanti aree economiche ed industriali del paese, come il Piemonte, con l’intento di rafforzare la propria presenza commerciale. Infatti, nel mese di aprile, la Banca ha sottoscritto un accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo per acquisire il controllo della banca da essa controllata che affiancherà la Cassa di Risparmio di Bra, già entrata a far parte del Gruppo all’inizio del 2013, nel presidio del territorio piemontese, consentendo la creazione di un vero e proprio “polo regionale” costituito da 55 filiali. In parallelo al rafforzamento commerciale prosegue anche il percorso di razionalizzazione del Gruppo con l’incorporazione in BPER della controllata irlandese EMRO Finance, le cui formalità sono in fase di completamento, e il trasferimento nel Banco di Sardegna delle filiali della Banca di Sassari, con la trasformazione di quest’ultima nella società di “Consumer finance” del Gruppo” la cui finalizzazione è confermata entro il primo semestre”.
 
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Conto economico: dati principali                                                                                                                                                                                
Il margine di interesse si attesta a € 296,8 milioni in diminuzione del 5,5% anno su anno principalmente a causa del livello dei tassi a breve termine ormai strutturalmente negativi (media trimestrale dell’Euribor 3 mesi pari a -18 bps che si confronta con una media di -9 bps dell’ultimo trimestre dello scorso anno e +5 bps circa del primo trimestre del 2015) che hanno condizionato negativamente l’andamento dello spread complessivo, seppur in presenza di una costante diminuzione del costo del funding non in grado, però, di controbilanciare il calo del rendimento dell’attivo. Il confronto con il trimestre precedente registra una diminuzione del margine del 2,1% (-1% se si tiene conto che il trimestre conta un giorno di calendario in meno).
Le commissioni nette, pari a € 177,1 milioni, risultano in calo dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In dettaglio, il positivo andamento delle commissioni nette relative alla raccolta indiretta e “bancassurance” (+1,8% anno su anno) non è stato sufficiente per controbilanciare il calo delle commissioni nette su finanziamenti e garanzie (-1,9% anno su anno) e su carte, incassi e pagamenti (-5,5% anno su anno).
Il risultato netto delle attività di negoziazione (comprensivo dei dividendi il cui apporto nel trimestre risulta trascurabile) si attesta a € 15,7 milioni (-66% rispetto ad un primo trimestre dello scorso anno caratterizzato da un andamento particolarmente positivo dei mercati) a causa delle tensioni e dell’elevata volatilità, in particolare nei primi due mesi dell’anno. Hanno concorso al suddetto risultato, utili netti realizzati su titoli e derivati per € 26,9 milioni, minusvalenze nette su titoli e derivati per € 16 milioni, e altri elementi positivi per € 4,8 milioni comprensivi della componente “Fair Value Option” sulle passività finanziarie.
La redditività operativa[v] risulta pari a € 505,2 milioni, in calo del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno principalmente per effetto del minore contributo del risultato della finanza e del margine di interesse (-5,6% rispetto al quarto trimestre 2015, quest’ultimo considerato al netto delle componenti straordinarie).
I costi della gestione[vi] risultano pari a € 329,8 milioni. Essi sono in aumento dello 0,7% anno su anno se si escludono il contributo ordinario annuale al Single Resolution Fund (“SRF”), accertato per un importo pari a € 15 milioni[vii] e spese assicurative su linee di credito all’esportazione per € 2,5 milioni (integralmente recuperate con contabilizzazione tra gli “altri proventi di gestione”), non presenti nel primo trimestre del 2015 ed entrambe inserite alla voce “altre spese amministrative”. Le spese per il personale ammontano a € 196,6 milioni in calo dell’1,4%. Le altre spese amministrative[viii] sono pari a € 116,1 milioni (€ 93,6 milioni nel primo trimestre 2015) e pari a € 98,6 milioni se si escludono gli oneri sopra citati. Gli ammortamenti su attività materiali ed immateriali ammontano a € 17,1 milioni (-1,4% anno su anno).
Le rettifiche nette su crediti e su altre attività si attestano a € 121,5 milioni, in forte diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2015 (-19%), riferibili principalmente a rettifiche operate su crediti (€ 114,2 milioni) che risultano le più contenute nel confronto trimestrale degli ultimi 4 anni. Il costo del credito complessivo al 31 marzo 2016 è pari a 26 bps (104 bps annualizzato rispetto ai 162 bps registrati nel 2015). Le rettifiche nette su altre attività ammontano a € 7,3 milioni (erano € 2,5 milioni nello stesso periodo dello scorso anno), di cui € 3,7 milioni riferite ad attività finanziarie.
Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri si attestano a € 9,6 milioni (€ 14,1 milioni nel primo trimestre 2015) in calo del 31,7% anno su anno.
L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte risulta pari a € 47,4 milioni al 31 marzo 2016 (€ 62,4 milioni su base omogenea che si confronta con € 78,9 milioni nel primo trimestre dello scorso anno). Le imposte sul reddito di periodo sono calcolate pari a € 14,1 milioni (€ 19,1 su base omogenea rispetto a € 27,2 milioni al 31 marzo 2015), con un indice tax rate pari al 29,7%.
L’utile netto complessivo del periodo si attesta a € 33,3 milioni (€ 43,4 milioni su base omogenea[ix] rispetto ad un risultato positivo per € 51,7 milioni dello stesso periodo dello scorso anno) e comprende un utile di periodo di pertinenza di terzi pari a  € 2,3 milioni (€ 6,5 milioni al 31 marzo 2015). L’utile netto di pertinenza della Capogruppo risulta pertanto pari a € 31 milioni (€ 40,1 su base omogenea che si confronta con € 45,2 milioni al 31 marzo 2015) registrando un diminuzione del 31,5% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno (-11,3% anno su anno su base omogenea).
 
Stato patrimoniale: dati principali                                                                                                                                                                                
La raccolta diretta da clientela (debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie va­lutate al fair value) si attesta a € 46,4 miliardi, in calo dell’1,8% rispetto alla fine del 2015 in applicazione di una precisa strategia di Asset & Liabilities Management volta ridurre il costo della raccolta mantenendo un profilo di duration equilibrato tra le poste dell’attivo e del passivo; tra le diverse componenti della raccolta, si registra un calo sia della componente obbligazionaria retail pari a € 0,7 miliardi (-13,5% anno su anno), sia dei conti correnti e depositi liberi per € 0,4 miliardi (-1,3% anno su anno), che dei depositi vincolati per € 0,1 miliardi (-5,8%). La raccolta diretta è costituita in prevalenza da conti correnti e depositi liberi e vincolati a breve scadenza (66,6%) e obbligazioni (15,3%) prevalentemente retail.
La raccolta indiretta da clientela, valorizzata ai prezzi di mercato, è pari a € 30,9 miliardi, in aumento dell’1,7% da inizio anno. In particolare, la raccolta gestita risulta in calo dell’1,2% da fine 2015 principalmente a causa dell’effetto mercato nella valorizzazione delle masse a seguito del negativo andamento dei mercati finanziari nella prima parte del trimestre a fronte di una raccolta netta sostanzialmente nulla. La raccolta amministrata registra, nello stesso periodo, un aumento del 4,5%, principalmente per effetto di raccolta istituzionale. Il portafoglio premi assicurativi riferibile al ramo vita, non compreso nella raccolta indiretta, ammonta a € 4,0 miliardi, evidenziando una notevole crescita da inizio anno (+7,9%).
I crediti verso la clientela, al netto delle rettifiche di valore, sono pari a € 44 miliardi evidenziando un aumento pari allo 0,8% rispetto a fine 2015 a conferma del trend di ripresa dell’attività di finanziamento con la clientela già cominciato nell’ultimo trimestre dello scorso anno, con l’evidenza del buon andamento del comparto mutui (+0,8%). La vivacità registrata in quest’inizio d’anno nell’attività di prestito alla clientela, seppur in attesa di ulteriori conferme nei prossimi trimestri, mostra dei buoni risultati relativamente alla nuova produzione di impieghi nell’anno (+37,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), con un andamento particolarmente positivo nel segmento “privati” (+89,7% anno su anno) e nel segmento “imprese” (+8,5% anno su anno). Nell’ambito delle specifiche forme tecniche, si conferma la performance positiva del comparto relativo ai mutui residenziali che registrano una crescita degli importi delle nuove erogazioni del 27,1% rispetto al primo trimestre 2015 (+82,5% rispetto allo stesso periodo del 2014).
L’ammontare dei crediti deteriorati netti (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) è di € 6,4 miliardi sostanzialmente stabili da fine 2015 (+0,5%) con un coverage ratio complessivo del 44,6% rispetto al 44,2% della fine dello scorso anno tra le più elevate del sistema, senza considerare l’ammontare dei “write off” su sofferenze ancora in essere (1,2 miliardi) che portano l’indice di copertura al 50% (49,7% al 31 dicembre 2015) e  il valore registrato delle garanzie reali e personali. Nel dettaglio, la componente di sofferenze è pari a € 3,0 miliardi (+2,4% da fine anno) con un livello di copertura del 58,1% (58,2% al 31 dicembre 2015) senza considerare il valore delle garanzie reali e personali; inoltre, tenuto conto delle svalutazioni dirette su crediti in sofferenza (“write-off”) la copertura si attesta al 64,2%. Le inadempienze probabili nette sono pari a € 3,2 miliardi in lieve aumento dello 0,9% da fine 2015 con un livello di copertura del 22,1% (21,9% al 31 dicembre 2015) e i crediti scaduti sono pari a € 0,2 miliardi in diminuzione del 25,7% dalla fine dello scorso anno con una copertura pari al 9,1%.
La posizione interbancaria netta risulta negativa per € 5,5 miliardi rispetto a € 4,4 miliardi di fine 2015 ed è determinata dallo sbilancio tra i crediti verso banche di € 1 miliardo e i debiti della stessa na­tura pari a € 6,5 miliardi. L’ammontare complessivo del rifinanziamento con la Banca Centrale Europea risulta pari a € 3,3 miliardi, di cui € 1,3 miliardi riconducibili a finanziamenti a breve termine e € 2 miliardi all’operazione “TLTRO” (“Targeted Longer Term Refinancing Operations”). Gli strumenti finanziari, utilizzabili come collaterale per operazioni di rifinanziamento sul mercato, ammontano a € 12,5 miliardi al netto dell’haircut, di cui € 4,7 miliardi disponibili.
Le attività finanziarie ammontano complessivamente a € 12,2 miliardi, in incremento del 5,15% rispetto alla fine del 2015, e sono pari al 19,8% del totale attivo. I titoli di debito rappresentano il 92,6% del portafoglio complessivo ed ammontano a € 11,3 miliardi: di essi, € 6,6 miliardi sono riferiti a titoli governativi, in massima parte rappresentati da titoli di Stato italiani, mentre € 3,7 miliardi sono riferiti a banche ed enti sovranazionali.
A fronte delle attività disponibili per la vendita (AFS) pari a € 8,7 miliardi, sono complessivamente presenti riserve da valutazione positive per € 181,3 milioni, al netto della relativa componente fiscale, come risultanza della sommatoria di riserve positive riferite ai titoli di debito, titoli di capitale e OICR per un valore di € 197,8 milioni e di riserve negative per € 16,5 milioni. In particolare, la riserva AFS relativa ai titoli governativi in portafoglio evidenzia plusvalenze per un valore (al netto delle imposte) di € 89,8 milioni (€ 90,2 milioni al 31 dicembre 2015). Inoltre, relativamente al portafoglio delle attività finanziarie detenute fino a scadenza (“HTM”) pari a € 2,7 miliardi, la differenza tra il fair value ed il valore di bilancio, al netto della relativa componente fiscale, risulta positiva (“riserva implicita netta”) per € 150,9 milioni.
I mezzi patrimoniali complessivi al 31 marzo 2016 ammontano a € 5,7 miliardi (+0,9% rispetto a fine 2015), con una quota di patrimonio di pertinenza di terzi pari ad € 0,6 miliardi. Il patrimonio netto consolidato del Gruppo, che include il risultato del periodo, si attesta a € 5,1 miliardi, in incremento dello 0,9% da fine 2015.
 
Capital ratios                                                                                                                                                                                 
I ratios patrimoniali, ancora determinati sulla base della metodologia standard per i requisiti sul rischio di credito e di mercato e calcolati pro-forma[x], si evidenziano come segue:

  • “Common Equity Tier 1 ratio[xi] (Phased in)” pari all’11,55% (11,54% al 31 dicembre 2015[xii]). L’indice calcolato in regime di piena applicazione (Fully Phased), è pari all’11,48%;
  • “Tier 1 ratio (Phased in)” pari all’11,65% (11,65% al 31 dicembre 2015);
  • “Own Funds ratio (Phased in)” pari al 12,73% (12,80% al 31 dicembre 2015).

Principali dati di struttura al 31 marzo 2016                                                                                                                                                                                 
Il Gruppo è presente in diciotto regioni italiane, con 1.215 sportelli bancari (erano 1.216 alla fine del 2015), oltre alla Sede in Lussemburgo di BPER (Europe) International s.a..
I dipendenti del Gruppo sono pari a 11.440 unità, in calo di 7 unità nel trimestre (erano 11.447 a fine 2015).
 
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Principali fatti di rilievo intervenuti successivamente al 31 marzo 2016                                                                                                                                                                                
In data 13 aprile 2016 BPER e la Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo hanno sottoscritto un “Contratto di compravendita di azioni”, la cui efficacia è subordinata all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni delle competenti Autorità ed al completamento delle procedure previste per legge, finalizzato a consentire l’ingresso della “Cassa di Risparmio di Saluzzo S.p.A.”  nel Gruppo BPER. Attualmente la Cassa è partecipata da BPER Banca con il 31,02% del capitale e dalla Fondazione con il 66,98%. Il contratto prevede l’acquisto da parte di BPER Banca del 46,98% del capitale della Cassa detenuto dalla Fondazione, determinando in capo a BPER Banca la titolarità di una partecipazione di controllo pari al 78,00% del capitale, per un corrispettivo pari a circa € 35,3/mln, con la previsione di un impatto minimo sui ratios patrimoniali.
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In data 15 aprile 2016, BPER Banca ha comunicato a Quaestio Capital Management SGR S.p.A. l’impegno di investimento in quote del Fondo Atlante per un importo pari a € 100 milioni. Il Fondo Atlante è un fondo d’investimento alternativo mobiliare di tipo chiuso gestito da Quaestio Capital Management SGR S.p.A, Unipersonale, riservato alla sottoscrizione esclusivamente da parte di Investitori Professionali, con lo scopo di favorire il deconsolidamento dei crediti in sofferenza delle banche italiane e ad assicurare il buon esito delle operazioni di ricapitalizzazione richieste ad alcuni Istituti dall’Autorità di Vigilanza.
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Si segnala che in data 3 maggio 2016 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n.59/2016, vigente dal giorno successivo, in cui tra l’altro, sono emanate disposizioni (art.11) in materia di “Attività per imposte anticipate” (DTA)[xiii]. La Banca, sulla base delle informazioni e delle migliori interpretazioni possibili ad oggi, tenendo anche conto della presenza del consolidato fiscale, ha provveduto a stimare l’ammontare della commissione riferita all’esercizio 2015 per il Gruppo, che risulta nulla, avendo il calcolo determinato una differenza negativa.
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Prevedibile evoluzione della gestione                                                                                                                                                                                
I primi segnali di ripresa dell’economia italiana, già visibili nell’ultimo periodo dello scorso anno, sembrano essere confermati dalla crescita degli impieghi alla clientela registrata nel primo trimestre di quest’anno e dalla prosecuzione del trend di crescita delle nuove erogazioni sia con riferimento al comparto dei privati sia a quello delle imprese. Nel corso del 2016, la dinamica degli impieghi alla clientela dovrebbe, seppure gradualmente, migliorare ulteriormente e consolidarsi anche grazie a fattori economici e di politica monetaria particolarmente favorevoli. Il livello ormai strutturalmente negativo dei tassi a breve termine continuerà ad esercitare pressione sul rendimento dell’attivo, anche se con intensità in graduale riduzione; al contempo, le azioni di repricing del passivo, unitamente al beneficio atteso dalle nuove operazioni di rifinanziamento decise dalla BCE lo scorso 10 marzo, consentiranno un ulteriore calo del costo della raccolta volto a contenere le pressioni sul margine. Un contributo positivo ai ricavi è atteso dalla componente commissionale, specie per ciò che riguarda il comparto dell’asset management e bancassurance. I costi del personale sono attesi in lieve calo, mentre le spese amministrative recepiranno gli effetti relativi all’attuazione dei progetti del piano industriale.  Il costo del credito è  atteso in sensibile miglioramento rispetto al 2015. L’insieme di questi fattori dovrebbe sostenere le prospettive di redditività ordinaria del Gruppo per l’anno in corso.
 
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Si precisa che con riferimento alle recenti disposizioni normative intervenute con modifica del TUF (D.Lgs. 25 del 15 febbraio 2016), che fanno seguito alla Direttiva europea 2013/5/UE (Trasparency II), in attesa di specifiche disposizioni regolamentari da parte di Consob, BPER ha deciso su base volontaria di provvedere, in continuità con il passato, alla pubblicazione del Resoconto intermedio di gestione consolidato del Gruppo al 31 marzo 2016. Tale scelta non rappresenta alcun impegno per il futuro a mantenere tale impostazione, quindi a pubblicare informazioni trimestrali e resoconti intermedi di gestione.
Si specifica che il Resoconto intermedio di gestione consolidato del Gruppo BPER al 31 marzo 2016 non è oggetto di verifica da parte della Società di revisione incaricata e che  sarà disponibile a breve presso la Sede sociale, presso Borsa Italiana S.p.a. e sui siti internet della Banca e del Gruppo (www.bper.it e www.gruppobper.it).
Ad integrazione delle informazioni riportate, si allegano i prospetti su base consolidata di Stato patrimoniale e di Conto economico (in versione trimestralizzata ed anche riclassificata) al 31 marzo 2016, oltre ad un riepilogo dei principali indicatori.
 
[i] Il contributo stimato per l’esercizio 2016 e accertato al 31 marzo tra le Spese amministrative, è pari a € 15 milioni (€ 9,1 al netto della fiscalità), a fronte di un contributo ordinario versato dal Gruppo nel 2015 pari a € 13,3 milioni (nei giorni scorsi l’Autorità di vigilanza incaricata ha richiesto alle banche del gruppo BPER un versamento complessivo di € 17,3 milioni, da effettuare entro il 15 giugno 2016)
[ii] I Ricavi dell’attività caratteristica sono rappresentati dal margine di interesse e dalle commissioni nette e risultano pari a € 473,9 milioni (€ 493,3 milioni al 31 marzo 2015)
[iii] Common Equity Tier 1 ratio (“CET1”): calcolato pro-forma tenendo anche conto della quota di utile destinabile a patrimonio realizzata nel primo trimestre dell’esercizio pari a € 22 milioni (corrispondente a circa 6 bps). Il CET1 Fully Phased è stimato con riferimento ai medesimi valori al 31 marzo 2016, in regime di piena applicazione della normativa a gennaio 2019.
[iv] L’indice LCR al 31 marzo 2016 risulta pari al 117,5%, mentre l’indice NSFR è stimato ampiamente al di sopra del 100% (al 31 dicembre 2015 era pari al 110,9%)
[v] “Redditività operativa” come riportato nello schema di conto economico riclassificato allegato e rappresentata dalla somma delle seguenti voci di conto economico: Margine di intermediazione e Altri oneri/proventi di gestione (voce 220) al netto delle imposte indirette recuperate dalla clientela (€ 30,4 milioni nel primo trimestre 2016 e € 30,9 milioni nel primo trimestre 2015)
[vi] “Costi della gestione” definiti come riportato nello schema riclassificato allegato e rappresentati dalla somma delle seguenti voci di conto economico: spese per il personale (voce 180-a), altre spese amministrative (voce 180-b) al netto delle imposte indirette recuperate dalla clientela (vedi nota 7) e ammortamenti (voci 200 e 210).
[vii] Vedi nota 1
[viii] Vedi nota 6
[ix] Escludendo il contributo per il 2016 al Single Resolution Fund di cui alla nota 1
[x] Vedi nota 3
[xi] Vedi nota 3
[xii] L’indice di CET1 ratio al 31 dicembre 2015 riportato a confronto è il valore calcolato come pro-forma alla data, tenendo conto, come allora indicato, della quota di utile patrimonializzabile, realizzato nel secondo semestre del 2015. Ad oggi tale valore risulta formalmente confermato in quanto già approvato dall’assemblea dei Soci della Banca
[xiii] La norma prevede che le banche abbiano la facoltà (opzione) di continuare ad applicare le disposizioni fiscali vigenti in materia, a condizione che versino un canone annuo pari all’1,5% della differenza tra le attività per imposte anticipate (convertibili) in essere alla data di riferimento (con alcuni correttivi) e le imposte pagate a decorrere dal 2008 fino alla data di riferimento.
La commissione, che è da versare entro il 16 giugno successivo all’anno di riferimento ed è deducibile ai fini IRES e IRAP, non è dovuta se la differenza, nei termini esposti, risulta negativa. Si sottolinea peraltro che il Decreto prevede l’emanazione di un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate in cui vengano stabilite le disposizioni attuative