Donne fotografe, donne artiste, donne impegnate, donne dietro la macchina fotografica che guardano donne davanti all’obiettivo: donne e donne. Dopo New York e Chicago, inaugura a Roma martedì 8 settembre all’Instituto Cervantes (piazza Navona, 91) la mostra “Women & Women” a cura della gallerista madrilena Blanca Berlín.
15 fotografie di cinque tra le più apprezzate fotografe spagnole – Beatriz Moreno, Gabriela Grech, Isabel Muñoz, Ouka Leele e Soledad Córdoba – ritraggono l’essenza del corpo femminile ed esprimono i cambiamenti intervenuti sulla scena artistica nazionale negli ultimi decenni.
L’esposizione, organizzata dall’istituto di cultura spagnolo in collaborazione con Acción Cultural Española (AC/E) e il Ministerio de Asuntos Exteriores y de Cooperación, si potrà visitare gratuitamente fino al 16 ottobre, dal mercoledì alla domenica dalle 16 alle 20. Al vernissage, in programma martedì 8 settembre alle ore 18:30, interverranno oltre alla curatrice Blanca Berlín, anche il direttore dell’istituto Cervantes di Roma, Sergi Rodríguez López-Ros e Gianfranco Zicarelli, responsabile culturale del Cervantes.
In “Women & Women” le fotografe ci mostrano come le donne guardano altre donne. Ciascuna con la sua particolare maniera espressiva, ma sempre sotto il comune denominatore dell’esigenza formale, della sperimentazione e dell’audacia creativa.
Isabel Muñoz, coerente con il suo personalissimo universo creativo, indaga sulle affascinanti forme del corpo femminile, sulla gestualità, sulle sensualità della pelle. Le sue immagini ne esaltano il senso delle proporzioni, l’eleganza naturale e l’inesauribile capacità di seduzione. Con il corpo come fonte di creazione, gli autoritratti di Soledad Córdoba sembrano sgorgare dagli abissi del subconscio, evocando una realtà paradossalmente irreale, premonitrice. Non meno irreale è il volto scelto da Beatriz Moreno, androgino, senza ombre o volumi, senza traccia di emotività. Un viso apatico e privo di passioni, oscuro e inquietante come la dea greca Ecate. Da “Agua” di Gabriela Grech sono stati selezionati tre degli otto ritratti che compongono la serie. I due assi portanti del discorso di carattere esistenziale dell’autrice sono lo sguardo interiore e l’acqua, come simbolo di ciò che non possiamo dominare, dell’angoscia vitale che ci accompagna fin dalla nascita. Ouka Leele, invece, attraverso colori sgargianti e un peculiare immaginario personale, ci trasforma in ricettori di messaggi psicologici carichi di simbolismo.