Il 21 agosto alle ore 21:30, a San Giovanni a Piro, in località Scario, nel golfo di Policastro, va in scena lo spettacolo “Dal dramma classico alla simulazione processuale. Processo a Medea”. Il caso si presenta difficile ed è connotato da un dubbio amletico: la donna è una madre omicida o una moglie tradita? La rappresentazione presenta al pubblico il dramma di Medea, interpretata da Flora Giannattasio, che viene processata da veri magistrati ed avvocati impegnati ad emettere una sentenza giusta. Tratto dalla tragedia di Seneca, il processo/spettacolo porta in scena la narratrice, professoressa Anna Rotunno, docente di lettere classiche presso il Liceo De Sanctis di Salerno; l’accusa, Carmine Olivieri, sostituto procuratore della Repubblica di Salerno; la difesa, l’avvocato Giovanni Sofia; la Corte composta da Ernesto Lupo, Presidente Emerito della Corte di Cassazione e responsabile giuridico del Quirinale, e dall’avvocato Franco Maldonato, che tra l’altro è assessore alla cultura di San Giovanni a Piro. Alla conclusione del processo e prima della lettura della sentenza, il giornalista Claudio Coluzzi de ‘Il Mattino’, condurrà un dibattito con gli spettatori, che saranno invitati ad esprimere un verdetto parallelo e non vincolante rispetto a quello della corte. L’evento nasce da una proposta dell’avvocato Giovanni Sofia, responsabile del LA.P.E.C. di Salerno. “Il dramma di Medea è una vicenda antica ma sempre attuale, come ci confermano le cronache di tutti i tempi”, ha affermato l’avvocato Sofia. La trama narra di Medea, figlia di Eeta, re della Colchide, uno dei personaggi più controversi della mitologia greca. Giasone, figlio di Esone re di Iolco in Tessaglia, deve affrontare un’impresa rischiosa per recuperare il vello d’oro, su di una nave chiamata Argo, insieme agli Argonauti. L’uomo viene aiutato da Medea, che, con le sue arti magiche, riesce a impossessarsi del vello. Giasone decide quindi di scappare con la donna, che si è perdutamente innamorata di lui. Eete li insegue con delle navi; Medea allora uccide, con la magia, suo fratello Absirto, facendolo a pezzi e gettandoli a mare, costringendo il padre a fermarsi per raccogliere i resti del figlio. Medea e Giasone si recano poi a Corinto e qui hanno due figli maschi, Fere e Mermero. Ma ben presto Giasone si innamora di Creusa, figlia di Creonte, re di Corinto. Medea, impazzisce di dolore e, quando capisce che non ha più alcuna possibilità di riconquistare Giasone, si vendica colpendolo negli affetti: uccide con una magia prima Creusa e poi i suoi stessi figli, – Mermero e Fere – per far sì che Giasone soffra e non abbia discendenti. Lo spettacolo è ad ingresso gratuito.
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