Giovedì 5 marzo alle 19,30 il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino ospiterà la prima esecuzione mondiale dei due ultimi concerti di Angelo Gilardino, una delle personalità di maggior spicco nel mondo della chitarra. Le due composizioni, sono state dedicate ad alcuni chitarristi, conosciuti a livello internazionale come esecutori di assoluto pregio, che saranno sul palco insieme al flautista Romolo Balzani e all’Orchestra del Cimarosa : Piero Viti, Aniello Desiderio e Lucio Matarazzo.
Il “Concerto di Ventotene” per flauto, chitarra ed orchestra e il “Concerto del Sepeithos” per due chitarre ed orchestra, scritti entrambi nel 2013, sono tra le ultime opere di grande rilievo del compositore vercellese. Entrambi i lavori sono dedicati alla città di Napoli e agli influssi della sua millenaria cultura sui luoghi limitrofi. Il “Concerto di Ventotene” è dedicato alla piccola Isola di Ventotene, nell’Arcipelago Pontino, anticamente possedimento del Regno di Napoli e al M° Piero Viti, direttore artistico del Festival “Ventoclassic” nell’Isola di Ventotene, musicista di fama internazionale.
Il “Concerto del Sepeithos” evoca, nel titolo, il fiume che, sia nella mitologia che nella storia, attraversava Napoli. Il fiume è immaginato dal compositore come il simbolo di un mondo leggendario che, dai tempi dell’antica Grecia fino al tardo Romanticismo, ha rappresentato uno dei più ricchi “topoi” dell’arte, della poesia, della musica e del teatro, nonché l’immenso scenario di una cultura sia aristocratica sia popolare che ha dato luogo a una tradizione nota in tutto il mondo. Il Concerto è stato scritto e dedicato alle due figure più rilevanti della attuale scena chitarristica napoletana in campo internazionale, Aniello Desiderio e Lucio Matarazzo.
A dirigere l’Orchestra del Conservatorio Cimarosa sarà il M° Massimo Testa, che si è dichiarato onorato di presentare queste opere che portano in sé tutta la cultura musicale e popolare dei luoghi cui sono dedicate e costituiscono – ci ha spiegato – delle vere e proprie sfide per gli esecutori a causa dei ritmi ostinati, del cambio di metri, dei tempi veloci, che metteranno in luce la bravura dei chitarristi, del flautista e degli orchestrali. Sul palco anche un antico strumento: la Celesta, che sarà suonata dal M° Giuseppe Di Capua.L’orchestrazione è molto raffinata comprendendo, tra i 45 strumenti in organico una sezione di “fiati singoli”, dall’ottavino al fagotto, che è tipicamente novecentesca. “Mi occupo da tanto tempo di musica contemporanea – commenta il M° Testa – e in questi concerti sento l’anima del Novecento non avanguardista, che attinge a una scrittura tradizionale e a ritmi popolari che non potranno non coinvolgere il pubblico. Credo che raccolgano in sé il senso dell’antico nella forma, lo stile moderno e una tematica contemporanea”. Altrettando entusiasta, il direttore del Conservatorio Carmine Santaniello presenta l’evento come una occasione di crescita e di arricchimento artistico e ringrazia sia il M° Gilardino per il tributo fatto alle bellezze della nostra regione, e per aver permesso che Avellino diventasse il punto di partenza per la diffusione di quest’opera. “Il mio ringraziamento – dichiara Santaniello – va anche ai maestri Viti, Balzani, Desiderio, Matarazzo – che ha organizzato l’evento – al direttore Testa e a tutta la compagine orchestrale, composta da docenti e allievi di questo grande Conservatorio per la presenza e per l’entusiasmo con cui si sono dedicati alla preparazione del concerto e auguro loro buon lavoro”.