Avellino – Dopo oltre 150 repliche e 7 anni di grandi successi in giro per i cinque continenti, torna in tournée in Italia e fa tappa sabato 24 e domenica 25 gennaio al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino il “Flauto Magico” della world music targato Orchestra di Piazza Vittorio, settimo appuntamento della XIII stagione del Teatro comunale irpino, presieduto da Luca Cipriano, e resa possibile grazie alla sinergia con il Teatro Pubblico Campano.
Quella del “Flauto Magico” è un’idea nata nel 2007 da una proposta di Daniele Abbado per la Notte Bianca di Reggio Emilia e consacrata negli anni come un manifesto di una integrazione raziale possibile, scritto in note da 18 musicisti provenienti da 10 paesi differenti e portatori di 9 lingue diverse, tema che mai come adesso è tornato al centro del dibattito planetario dopo i terribili avvenimenti di Parigi.
«Il Flauto Magico» di Mozart, opera assolutamente rivoluzionaria e innovativa ai suoi tempi, si presenta in maniera ancora più stupefacente in questa versione etnicamente e musicalmente meticcia, polifonica e polivalente, figlia di un coacervo di suggestioni ed emozioni davvero senza confini geografici.
L’opera di Mozart diventa una favola musicale, tramandata in forma orale, e giunta in modi diversi a ciascuno dei musicisti che a sua volta la declina attraverso la propria cultura e il proprio linguaggio in una sorta di Babele linguistica ed emotiva che spazierà dal wolof allo spagnolo, dall’arabo al tedesco, dal portoghese all’inglese e naturalmente si amalgamerà insieme all’italiano, lingua di Mario Tronco, direttore artistico e musicale dell’Orchestra di Piazza Vittorio.
Come accade ogni volta che una storia viene trasmessa di bocca in bocca, le vicende e i
personaggi si sono trasformati, e anche la musica si è allontanata dalla partitura originale mozartiana, toccando altri mondi sonori che vanno dal rock al jazz dalla classica all’afro, dal reggae al folk e al pop, in una sorta di caleidoscopio delle musiche del mondo riunite per una volta sullo stesso palcoscenico.
Grazie alla voglia di stare insieme dei musicisti immigrati a Roma da ogni latitudine e longitudine, sul palcoscenico del Teatro “Gesualdo” si potranno ascoltare i suoni delle “tablas” indiane o dei “cavaquinho” brasiliani, delle “congas” cubane come dei “flauti” andini, e ancora “djembe”, “kora”, “sabar” e “dumdum” senegalesi fino ai liuti “oud+” magrebini.
«Volevamo raccontare un Flauto contemporaneo, che si svolge in una società multirazziale di questi tempi, ed evitare qualsiasi fraintendimento – spiega Mario Tronco – Il Flauto di Mozart è ambientato in un Egitto fantastico. Il nostro invece si trova In un luogo immaginario, senza riferimenti alla geografia reale. Il nostro lavoro con la partitura è necessariamente diverso da quello di un’orchestra “normale”. Dal folk, al reggae alla musica classica al pop e al jazz, la nostra musica è piena di riferimenti alle altre culture. I musicisti dell’OPV hanno background molto distanti, non solo geograficamente e ognuno di loro porta nell’Opera la sua cultura, la sua lingua».
I biglietti per assistere al Flauto Magico dell’Orchestra di Piazza Vittorio sono ancora disponibili presso i botteghini di piazza Castello.