Domani a Salern il vernissage di Zena Vincenza Maiorino per la rassegna Parète-Artisti al Muro in collaborazione con Fornace Falcone

SALERNO – Emozionale ed istintiva. È la pittura di Zena Vincenza Maiorino, Sensorialista Materica, protagonista del nuovo vernissage di Parète – Artisti al Muro,  il segmento del Vinile dedicato all’arte, con un cartellone delle mostre promosso in collaborazione con la Fornace Falcone. L’open space nel cuore cittadino di Salerno,  con la sua architettura moderna e minimale, si propone così, in un contesto mai troppo esteso, come momento di esposizione diretta e non mediata dell’arte. Esterno ai consueti circoli delle gallerie e degli spazi “predisposti” all’arte, al di fuori dei recinti del mercato, offre alla fruizione sia opere prime di giovani autori sia lavori di artisti di lungo operato, senza specifici ambiti di selezione formale o stilistica delle opere: dalla pittura alla scultura, dalla ceramica ai materiali “alternativi”. Un’estemporanea collettiva, in una full immersion sensoriale accompagnata dai profumi e dai sapori della cucina di Giovanni Sorrentino, considerato tra i migliori dieci chef d’Italia under 35. In programma domenica 18 gennaio alle ore 18, l’esposizione sarà accompagnata dall’ormai consueto appuntamento con Vinile In#Drink, l’aperitivo cult con dj set rigorosamente con dischi in vinile, in linea con il mood del locale. In consolle, a partire dalle ore 19, l’estro e la sensibilità di Dj Mimmo Visone.
 
La parete bianca del Vinile si presta così all’urgenza espressiva di Zena, con opere che si muovono dall’espressionismo astratto al misticismo. Un’artista poliedrica. La sua materia vibrante esce dal profondo dell’anima. Oltre la visione, lei tocca il lato sensoriale, racconta il
suo mondo interiore tra sofferenza e spazi di gioia, con uno stile assolutamente personale e riconoscibile. Per lei l’arte contemporanea è una continua ricerca e guai se non lo fosse.
 
“Configurazioni cromatiche di fresca e luminosa vitalità, macchie e pennellate liquide di notevole carica vitale – sottolinea il critico d’arte Erminia Pellecchia parlando di Zena –  Una pittura gestuale, d’azione, suggerita apparentemente dal caso, spontanea, istintiva… chiazze alternate a segni filiformi, grovigli, matasse, spore, grumi di colore diventano il canto libero dello spirito, la mappa, nel labirinto di magmatico che invade lo spazio. Visioni interiori, calligrafia della psiche, trascrizione cieca di un flusso di coscienza, l’irrappresentabile come icona, concepito in una sorta di concentrazione ipnotica”.
 
Zena “segna un attimo e un’eternità” abbracciando il movimento artistico del Sensorialismo Materico, fondato nel 2012 a Greccio da Guido Garlucci, che trae origine dalla necessità di tradurre le intuizioni irrazionali dell’artista. Le emozioni vissute sono trasformate in linee e colori. Ogni espressione pittorica è un atto comunicabile di un linguaggio cosmico, un codice universale che definisce l’artista non come colui che si limita a far emergere le proprie conoscenze e abilità, ma come l’uomo che è in grado di scendere maggiormente nell’indicibile e lo fa con discrezione, sperimentando in questo modo il rapporto che intercorre tra lui e la realtà. L’arte sensorialista è un universo di semplicità: estranea al chiasso, dimora nella dimensione più intima di se stessi.