AVELLINO – Dopo aver conquistato insieme a Paolo Sorrentino l’Oscar per il miglior film straniero con “La grande bellezza” e dopo lo straordinario successo conseguito su tutti i palcoscenici del mondo, da Marsiglia a Chicago, da San Pietroburgo a Londra, con una delle opere di Eduardo De Filippo più famosa, il Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino è pronto ad abbracciare Toni Servillo che tornerà nella sua Campania per la prima volta a teatro dopo la vittoria di Los Angeles con “Le voci di dentro” di Eduardo De Filippo.
Una quattro giorni di grande teatro che dal 29 aprile al 2 maggio porterà al “Carlo Gesualdo” di Avellino il pubblico delle grandi occasioni, quasi 5mila presenze da tutta la Campania per lo spettacolo che conclude la XII stagione teatrale, organizzata in sinergia con il Teatro Pubblico Campano. Cresce, quindi, l’attesa per l’arrivo sul palco del “Gesualdo” di Toni Servillo con “Le voci di dentro” che andrà in scena martedì 29 aprile alle ore 21 (Abbonamenti turno A e biglietti), mercoledì 30 (ore 21), giovedì 1 maggio alle ore 18.30 (Abbonamenti turno B e biglietti) e venerdì 2 maggio alle ore 21. «Siamo molto emozionati per l’arrivo del premio oscar Toni Servillo, uno dei più grandi artisti italiani che quest’anno abbiamo l’onore di ospitare per la XII stagione teatrale del “Carlo Gesualdo” – afferma il presidente dell’Istituzione teatro comunale Luca Cipriano – Dopo aver trionfato ai Premi Ubu come miglior attore teatrale e dopo che l’allestimento de “Le voci di dentro” è stato applaudito in mezzo mondo, riaccoglieremo a braccia aperte l’attore casertano in una quattro giorni che vuole essere una festa per il Teatro e per la città di Avellino». A dieci anni di distanza dal grande successo di “Sabato domenica e lunedì”, Toni Servilo torna sulla drammaturgia napoletana e in particolare all’amato Eduardo per portare in scena “Le voci di dentro”, una delle pièce più famose del teatro napoletano. «Eduardo De Filippo è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare, dopo di lui il prevalere dell’aspetto formale ha allontanato sempre più il teatro da una dimensione autenticamente popolare – spiega Toni Servillo – E’ inoltre l’autore italiano che con maggior efficacia, all’interno del suo meccanismo drammaturgico, favorisce l’incontro e non la separazione tra testo e messa in scena.
Affrontare le sue opere significa insinuarsi in quell’equilibrio instabile tra scrittura e oralità che rende ambiguo e sempre sorprendente il suo teatro. Seguendo il suo insegnamento cerco nel mio lavoro di non far mai prevalere il testo sull’interpretazione, l’interpretazione sul testo, la regia sul testo e sull’interpretazione. Il profondo spazio silenzioso che c’è fra il testo, gli interpreti ed il pubblico va riempito di senso sera per sera sul palcoscenico, replica dopo replica». Ne “Le voci di dentro”, Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi personaggi, e quindi dello stesso pubblico in sala attraverso l’assassinio di un amico, prima “sognato” e poi creduto reale dal protagonista Alberto Saporito, che innesca una serie di oscuri meccanismi di sospetti e delazioni che ritraggono con acutezza una caduta di valori che avrebbe contraddistinto la società, non solo italiana, per i decenni a venire.