Le manifestazioni sportive sono metafora di vita, testimonianza della storia quotidiana, individuale e collettiva. Hanno un potere simbolico e sono legate al nostro bisogno di tramandare la memoria e l’eredità culturale in ambito sportivo. E la Granfondo Costa d’Amalfi, in programma il 23 marzo 2014, presentata sabato scorso nello splendido salone conferenze dell’Hotel Parsifal con vista mozzafiato sulla costiera, ne è l’esempio. Nel suo intervento introduttivo Nicola Anastasio, presidente dell’Asd Movicoast Sport&Turismo, sottolinea proprio questo aspetto: “Anche quest’anno, organizzando l’evento, abbiamo voluto dar rilevanza al binomio cultura e sport. Sport che per quel che ci riguarda è il ciclismo e cultura come conoscenza del nostro territorio e le sue peculiarità. Lo faremo grazie all’Assessorato all’Agricoltura e Ambiente del Comune di Ravello che ha inserito la manifestazione nel programma dell’iniziativa Playing on our Heartstrings (Far suonare le corde del cuore), un calendario di eventi che offre al turista la piena comprensione del territorio permettendogli di toccare con mano l’aspetto più importante e caratterizzante del paesaggio culturale di Ravello e la Costiera, ovvero, il duro, secolare lavoro dell’uomo che, con la azione di modifica e salvaguardia del territorio, ha trasformato dirupi scoscesi in terrazzamenti adibiti alla coltivazione. I ciclisti e gli accompagnatori, durante i giorni della manifestazione, potranno partecipare a workshop sulla manutenzione e rifacimento delle macere, apprendere le tecniche di manutenzione e costruzione di fascinate e palizzate e apprezzare i formaggi dei pastori sui sentieri di montagna. Inoltre, – continua Anastasio – disegnando i due percorsi di gara, abbiamo voluto premiare territori che hanno una certa rilevanza ambientale come il Parco dei Monti Lattari e il Parco dei Monti Picentini abbandonando i centri metropolitani”.
I dirigenti della Movicoast hanno disegnato tracciati molto suggestivi coinvolgendo 24 comuni, portando i ciclisti dalla Costiera Amalfitana a scoprire un vasto territorio sino ai Monti Picentini, per poi scendere verso Salerno da Passo Croce e rientrare in costiera dalla porta di Vietri sul Mare per poi terminare a Ravello. La granfondo presenta un percorso impegnativo con tre salite come il Valico di Chiunzi, Oasi Frassineto e Passo Croce prima di affrontare la salita che conduce all’abitato di Ravello, un dislivello di 2600 metri e 123 chilometri di gara. La mediofondo misura 93 chilometri e, rispetto al percorso lungo, non prevede la scalata della salita di Frassineto e dunque 750 metri di dislivello e trenta chilometri in meno. “Sono due percorsi impegnativi per il periodo, ma non sicuramente da criminalizzare. Noi partiamo dal principio che prove nazionali, come la nostra, devono presentare – sostiene Anastasio – una certa rilevanza anche sotto l’aspetto dell’impegno fisico. Non possiamo organizzare una manifestazione che sia solo una passeggiata turistica, cioè senza particolari difficoltà altimetriche, vista anche l’orografia della nostra regione, quelle non sono gran fondo, ma raduni cicloturistici. Al centro nord manifestazioni che siano facili non esistono e vi partecipano sempre diverse centinaia di persone”.