AVELLINO – Ricomincia la stagione dei concerti: grande jazz dal vivo al club dell’Associazione “I Senzatempo” di Avellino. Quest’anno, per festeggiare il decennale, l’Associazione dopo l’ormai consolidata collaborazione con la rassegna estiva di “Musica al Parco” del Teatro Carlo Gesualdo, ha presentato ai soci un programma davvero ricco e variegato degno dei migliori Jazz Club europei: artisti internazionali del calibro di Dominic Miller, Regina Carter’s, e Emmet Cohen, ma anche due premi Tenco quali Pilar e Mauro Ermanno Giovanardi, oltre ad un originale concerto di Musica Parlante con lo scrittore Diego De Silva con i jazzisti Stefano Giuliano e Aldo Vigorito.Molta attesa dunque, per il concerto inaugurale di domenica 27 ottobre con Mauro Ermanno Giovanardi, voce storica dei La Crus e noto per le sue diverse partecipazione al Festival di Sanremo sia in gruppo che da solista. L’artista ha scelto proprio Avellino come concerto d’apertura del suo tour che proseguirà a Roma al Parco della Musica, a Milano allo storico jazz club Blue Note per proseguire in varie città italiane.Se fosse nato qualche anno prima, avremmo visto Mauro Ermanno Giovanardi in bianco e nero accanto a Mina nella Canzonissima del 1968, ma in un’Italia che grida al prodigio eterno ai più pallidi fenomeni culturali, l’ex cantante dei La Crus è, invece, ancora percepito più come esponente della scena indie che come una delle voci più belle della musica contemporanea. La sua carriera è mossa da un’originalità e dall’esigenza di proseguire a testa alta inseguendo, prima di un’appartenenza ad una scena, un’incredibile onestà professionale, che questa volta lo porta a misurarsi nientemeno che con la Sinfonico Honolulu, l’unica orchestra italiana di ukulele in un album capolavoro dal titolo “Maledetto colui che è solo”. Il Sinfonico Honolulu è riconosciuta come la prima e la maggiore ukulele orchestra italiana, composta da ben 13 elementi, nota per aver rivisitato i grandi successi icona del pop e del rock internazionale insieme ai migliori brani della canzone d’autore italiana. Una formazione eclettica e multiforme per storia ed approccio allo strumento, con la consueta attitudine e piglio rock’n’roll che la rendono unica e riconoscibile.In questo progetto, uscito a maggio di quest’anno, e con cui Mauro Ermanno Giovanardi ha appena vinto il Premio Tenco nella sezione dedicata agli interpreti di canzoni non proprie, la voce magnetica di Giovanardi ed il Sinfonico Honolulu, si incontrano in un lungo e raffinato viaggio musicale, regalandoci sia brani inediti firmati da Giovanardi, che sue canzoni rivisitate, sia grandi classici di De André, Capossela, Buscaglione, Ciampi, Celentano, Radius ed altri autori, con originali incursioni in territori musicali mai esplorati, il tutto rivestito dal magico suono dell’ukulele.Quello che all’estero viene chiamato ed acclamato come indie-folk-jazz, con gruppi come Mumford & Sons, Lumineers, Stornoway e Beirut, che altro non fanno che riproporre in maniera moderna una riscoperta delle loro radici, è, con tanta semplicità e raffinatezza, l’originale lavoro che ci presenterà Giovanardi, dandoci la possibilità di riscoprire, non in maniera revivalista, certi autori della nostra storia musicale, ma vestendoli di nuovi abiti, capaci di renderne i colori nascosti visibili alla luce. In questo, Giovanardi si è sempre dimostrato un abile artigiano, creatore di atmosfere poetiche ed emozionali sin dagli inizi della sua carriera. Il risultato è un lavoro di purissima classe, che ha decisamente una sua coesione interna, dove i brani sono legati indissolubilmente, non solo a livello vocale e di arrangiamento ma anche testuale: un atto d’amore in ogni senso, per il sentimento in sé e per la musica. Ogni brano appare rinnovato, rasserenato da una nuova vita, seppure sempre fedele all’originale. La voce di Giovanardi si sposa a meraviglia con le melodie del Sinfonico e c’è da dire che il suono dell’ukulele conferisce a tutti i brani quel quid in più in grado di rendere il disco un lavoro davvero unico ed autentico. Nella scaletta spiccano brani come “Ho visto Nina volare” di De Andrè, “Non è l’amore che va via” di Capossela, la divertente “Noi duri” di Buscaglione e ancora “Livorno” di Piero Ciampi. Un concerto perfetto sotto ogni profilo, sia dal punto di vista tecnico che di quello artistico, un continuo rigoglio di grande musica. Insomma, siamo forse di fronte a uno dei migliori lavori musicali italiani di questo 2013 e per questo assolutamente da non perdere. E rifacendoci al titolo, per chi considera la musica non solo un passatempo, ma anche una forma di cultura, la benedizione di non essere più soli!