AVELLINO – Sarà un intreccio di teatro, canti e poesia il nuovo appuntamento della Fondazione Carlo Gesualdo presieduta da Edgardo Pesiri. Un ennesimo evento programmato, ancora una volta, in occasione del IV centenario della morte del Principe di Venosa. Il racconto di quella famosa notte di ottobre, di amore e morte, passerà attraverso la voce di attori e di appassionati cultori di quel tempo. Introdotti da Antonietta Calvano, le varie voci si alterneranno in un magico connubio di storia e astronomia.
15 ottobre 1590 IL FATTO
Il Principe avverte Maria che andrà a caccia con i servi nel bosco degli Astroni e resterà lontano due giorni. Era solo l’ultimo tassello di un preciso piano per cogliere di sorpresa gli amanti e ucciderli. I cardini della serratura della camera da letto di Maria erano stati allentati, mentre gli zoccoli dei cavalli sarebbero stati avvolti con stracci, Carlo avrebbe agito con l’ausilio di tre servi e della luce della Luna. Quella sera, Maria, dando fiducia alle parole del marito e quindi “certa” della sua lontananza, accoglie Fabrizio in casa Gesualdo. Nottetempo Carlo rientra con i servi. I due amanti vengono colti in flagrante adulterio e spietatamente uccisi secondo una prassi fatta di urla e di brutalità di cui abbiamo ripetuti esempi nelle cronache dell’epoca. Dopo il processo, Carlo Gesualdo, per paura di una vendetta e per allontanarsi dal penetrante odore del sangue degli amanti, fugge nel suo meraviglioso castello di Gesualdo.
Da qui, dalla “fuga” a Gesualdo, parte il racconto degli attori.
12 ottobre 2013MADRIGALE IN FUGA
Gli attori Andrea de Goyzueta e Fabio Rossi e la meravigliosa voce di Francesca Rondinella raccontano “Madrigale in fuga”, un viaggio nel sentimento del tempo, attraverso la riscoperta dei canti della passione del sud, per raccontare una storia d’amore e morte, quella di Carlo Gesualdo, eccelso madrigalista del Seicento e assassino della moglie, “la più bella donna di Napoli”, Maria d’Avalos, la donna che aveva perdutamente amato.
LA LUNA…IL TRAMBUSTO…IL SILENZIO Serata astronomica in collaborazione con AstroCampania
Dopo lo spettacolo teatrale, Michele Zarrella, in occasione della Giornata Internazionale dell’Osservazione della Luna, illustrerà il cielo della notte del delitto. Spiegherà che la luna, nel segno del Toro, brillava all’89% aiutando così, grazie a questa insolita lucentezza, Carlo Gesualdo e i suoi servi ad attuare il delitto nell’oscurità della notte. La luna, dunque, sarà la protagonista della serata, oggetto anche di una poesia (“Complice la luna”) di Carmine Iannarone che sarà interpretata da Kabiria Bianco. A leggere un altro componimento poetico di Iannarone, “Il sole che indugia”, sarà invece Fabio Fulchini. La notte del delitto fu dominata dalla presenza di una luna complice ma anche dal trambusto e dal silenzio. Mentre infatti la luna illuminò le stradine facilitando il lavoro degli assassini, grande fu il trambusto durante cui vennero uccisi gli amanti. Pietro Marziale detto Bardotto, guardarobiere di Carlo, dichiarò che dopo il quietarsi del trambusto sentì i rintocchi della settima ora. Dopo le grida, furono solo il silenzio, la luna e le stelle a restare a guardare l’orribile scena.Michele Zarrella metterà un punto fermo anche sull’ora del duplice omicidio che, in base ad alcune testimonianze dell’epoca e secondo il computo odierno delle ore, avvenne il 15 ottobre 1590 e non il 16 ottobre, come riportato da alcuni testi.