E’ stato il Sindaco di Guardia Sanframondi , Floriano Panza, ad aprire i lavori della Convention Nazionale delle “Citta’ del Vino” che da oggi e fino a domenica faranno del Sannio la “capitale” del vino.
In una sala gremita e alla presenza di numerosi sindaci della provincia di Benevento e degli Ambasciatori di Citta’ del Vino, provenienti da varie regioni d’Italia, il sindaco Panza ha ribadito le finalità dell’ iniziativa affermando che “quella di oggi e’ una pietra miliare per il futuro delle vitivinicoltura sannita di qualita’ in quanto ben 15 sindaci del territorio si sono messi in rete per approvare nei loro comuni un PUC capace di tutelare il paesaggio e le colture”. “ci sono – ha aggiunto Panza –i presupposti per ottenere a breve il riconoscimento da parte della regione del primo distretto agroalimentare di qualita’ in Campania”.
Il direttore generale dell’Associazione nazionale “Citta’ del Vino”, Paolo Benvenuti, nell’introdurre i lavori della prima sessione ha detto: “Ringrazio Panza di vero cuore. Ci siamo conosciuti a maggio e da lì è nata l’idea di realizzare questa scommessa molto ambiziosa per il Sannio. Ammirando la vallata ci si accorge come Guardia è ‘custode’ di questa valle, dà l’idea di un mare di vigne, confermando che la zona e’ il vero polmone della vitivinicoltura campana. Colgo anche l’occasione – ha aggiunto Benvenuti – per ringraziare il sindaco di Castelvenere, Alessandro Di Santo, quando a maggio scorso con il convegno internazionale organizzato nel suo paese ha dato l’input al progetto che ha preso il via ufficialmente oggi qui a Guardia Sanframondi ”.
“Il territorio è un bene insostituibile – ha concluso Benvenuti. Bisogna limitare al minimo le cementificazioni, dando agli strumenti il giusto senso. In questo cammino, si interseca il lavoro di questo seminario che avrà conclusione a Marsala nel mese di novembre. Il progetto è quello di creare in futuro la tutela di questi beni indispensabili anche per l’economia”.
“Ho un sogno – ha detto Mario Fregoni … – che da mesi sto cullando. Questa è la zona adatta per svilupparlo. Abbiamo un territorio che è un bene dell’umanità che va utilizzato al meglio. Situazione nazionale della viticoltura. C’è una forte diminuzione mondiale della viticoltura, i consumi sono diminuiti. Fortunatamente sono aumentate le esportazioni grazie alle quali l’Italia sta in piedi, con 5 miliardi di import: settore fondamentale per l’economia italiana. La zona mediterranea pero’ sta perdendo la viticoltura e con essa i valori, il territorio, il modo di allevare la vite. Stiamo perdendo tutti i modi antichi: la viticoltura si sta espandendo nell’emisfero sud che pero’ non ha la nostra cultura”.
Dovremmo far parlare il nostro territorio in modo diverso. L’obiettivo della zonazione è arrivare ad indicare sulle etichette solo il nome del luogo di produzione. La varietà non è proteggibile dal mondo: la falanghina posso farla anche in Australia; il Sannio invece è solo di questa zona. Dobbiamo sostituire questa strategia che avanza del mondo: sostituire il nome della varietà con il nome dei “cru”. Se abbiamo questo sogno, insieme forse possiamo riuscire. Caratterizziamo bene allora la cultura di questo territorio, creando anche corsi per guide del territorio. Non c’è altro Paese al mondo dove ci sono così tante varietà di vini, formaggi, salumi. Il territorio deve essere raccontato”. “La Valle Telesina – ha sottolineato il professor Antonio leone del CNR – e’ stata scelta per lo studio dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla viticoltura. Non c’e’ territorio senza un’idea di paesaggi”. E in chiusura dei lavori il dottor Francesco Iacono ha aggiunto: “Si parte dal coinvolgimento e dalla partecipazione collettiva. Il paesaggio e’ un patrimonio non da sfruttare ma da proteggere e preservare. In tale contesto e’ necessaria ma non sufficiente la tecnicita’; ad essa vanno aggiunti i valori sociali”.