Lettera aperta di Franco Iannuzzi alla tifoseria biancoverde

Lettera aperta di Franco Iannuzzi alla tifoseria biancoverde:
“Non mi sono mai nascosto. Anche stavolta (come sempre ho fatto) ci metto la faccia, mi prendo le mie responsabilità fino in fondo, senza scappare. Non mi servono targhe e non cerco riconoscenza ma almeno mi sarei aspettato un po’ di rispetto. Non mi dissocio dal comunicato stampa degli Ultras della Sud (anche se ammetto che certi termini sono stati forti) ma allo stesso tempo lavorerò per ricucire lo strappo con la società e con chi ora si scaglia contro di noi. Dopo il fallimento dell’Us Avellino, l’attuale società, la tifoseria tutta e l’ambiente in generale hanno fatto qualcosa di straordinario. Non era facile ripartire dalla polvere dei campetti di periferia siciliani e calabresi e ritornare nel calcio che conta. Con l’aiuto di tutte le componenti ci siamo riusciti. Non abbiamo mai nascosto e mai discusso i meriti della società (sfido chiunque a dimostrare il contrario) e in tanti casi c’è stata una fattiva collaborazione che ha permesso di superare le difficoltà incontrate strada facendo. Abbiamo anche chiuso più volte un occhio (a volte, entrambi) su alcune diatribe interne alla proprietà: soci che andavano e venivano, battaglie per le quote azionarie, etcc. Quattro anni fa, d’accordo con la linea della proprietà, la tifoseria chiuse in un cassetto un sogno pronto ad aprirlo non appena le condizioni lo avessero permesso. La società, dal canto suo, non ha mai nascosto tale promessa. Il caso ha voluto che nell’anno del nostro ritorno in serie B si presentasse l’occasione per mettere la ciliegina sulla torta, di aprire cioè quel cassetto e di far diventare realtà quel sogno. Quel sogno era di ritornare alla vecchia denominazione e di mettere sulle maglie il logo simbolo di tante nostre battaglie.
Personalmente non ci ho mai tenuto più di tanto perché di loghi, negli anni, ne ho visti passare e scomparire tanti: quello che ho sempre portato nel cuore è l’amore per la nostra squadra, per la nostra città e per i nostri colori ma cosa più importante ho sempre lavorato per unire e mai per distruggere. Siccome da più parti sentivo e percepivo la voglia di tanti tifosi di avere un premio per i sacrifici fatti e siccome c’erano e ci sono tuttora le condizioni per fare questo regalo alla gente che non ha mai abbandonato e mai abbandonerà mi è sembrato logico e giusto attivarmi affinchè questo potesse accadere.
Quello che è successo mi amareggia ma farò il possibile affinchè si ricompongano le frizioni e si ottenga il risultato. Se ciò non fosse possibile, se la società e la tifoseria dovessero rifiutare questo regalo o ostacolare il ruolo ed il lavoro dell’Associazione “Per La Storia”, quest’ultima sarà legittimamente autorizzata a cedere il logo a chi magari, più di noi, lo ama e lo rispetta con tutte le conseguenze che ne potrebbero scaturire”.