L’Europa è stato il tema di un incontro organizzato dall’Accademia Vesuviana di Tradizioni Etnostoriche sulla cultura delle Nazioni

L’Europa è stato il tema di un incontro organizzato dall’Accademia Vesuviana di Tradizioni Etnostoriche sulla cultura delle Nazioni. E’ stata anche l’occasione per presentare il progetto “Comenius” del Primo Circolo Didattico di Somma V. Ha fatto da padrone di casa Biagio Esposito mentre le conclusioni sono state affidate al prof. Angelo Calabrese.


Interessante evento varato dall’Accademia Vesuviana di Tradizioni Etnostoriche che ha visto 45 artisti di fama internazionale, provenienti da tutta Europa, a Somma Vesuviana (NA), per la cultura delle Nazioni alle quali appartengono con opere che verranno esposte nei prossimi mesi a Somma Vesuviana. Nell’ambito di questo evento c’è stata la presentazione del progetto “Comenius” del Primo Circolo Didattico che ha coinvolto ben 10 bambini e 14 docenti appartenenti alle scuole primarie della Polonia, della Slovacchia, della Romania, Bulgaria, UK, Turchia.
Sono intervenuti il sindaco di Somma Vesuviana, Allocca, la dott.ssa Anna Andolfo, dirigente del Primo Circolo Didattico di Somma Vesuviana, la prof.ssa Maria Miranda, coordinatrice del Programma “Comenius” e le responsabili delle scuole partecipanti al progetto della Polonia e della Romania; ha moderato il giornalista Ragosta mentre ha fatto da padrone di casa Biagio Esposito, presidente dell’Accademia Vesuviana di Tradizioni Etnostoriche; le conclusione sono state affidate al prof. Angelo Calabrese, storico e critico d’arte, nonchè direttore scientifico dell’Accademia Vesuviana di Tradizioni Etnostoriche e del Museo Etnostorico delle Genti Campane.
L’incontro si è svolto nella sala consiliare del Comune di Somma Vesuviana, alquanto piccola per contenere i numerosi presenti; unico neo, le continue interruzioni per la traduzione degli interventi.
 
 
Usciamo msieme dal buio e conquistiamo la luce.
Ricco di contenuti l’intervento di saluto di Biagio Esposito ai presenti ed, “in particolare, ai coraggiosi docenti che hanno ideato e realizzato un concreto momento didattico, di forte impegno europeo, è d’intensa commozione. Ancora più partecipato, amorevole e grato è l’abbraccio che estendo a tutti i ragazzi ospiti che, dall ‘Europa delle nazioni, vengono a portarci una testimonianza d’educazione unitaria che alimenti la speranza di corali intenti e migliori destini per il nostro continente”.
Due i passaggi forti del presidente Biagio Esposito, che mi sembra interessante riproporre; il primo riguarda il titolo del progetto scelto dal Primo Circolo Didattico di Somma: “dalle tenebre alla luce; dall’ ombra al sole che suscita i colori; dal dolore alla gioia di vivere in civile fratellanza, per il progresso, frutto immancabile per chi ha seminato impegno e volontà di scelte di reali argomenti umani. (…) L’esempio del Primo Circolo Didattico di Somma, ha proseguito Biagio Esposito,  è luminoso; non recrimina: agisce e solleva problematiche politiche, istituzionali, sociali, ma soprattutto invita a servirsi della superlingua che nessuna forza avversa ha mai sconfitto e relegato al rango di lingua morta. La lingua dei valori umani, infatti, resiste e si innova, anche quando si esaspera il conflitto natura-cultura. La superlingua dell’umanità, esalta il pensiero, le mani operose e il senso del viaggio che ognuno di noi deve necessariamente compiere nella vita, operando sempre con, per, e tra gli altri, per il bene comune.
“Dal buio alla luce” , ha concluso Il presidente Esposito, è un  evento storico per Somma, figlia del Vesuvio, noto alla cultura civile d’ogni lingua per aver generato Napoli, anch’essa un tempo richiamo di terre lucenti e rare per il turismo internazionale. I giovanissimi delle scuole europee scopriranno le nostre terre e le nostre tradizioni. I sommesi ritroveranno le loro radici, perchè il nuovo si regge negli occhi degli ospiti, che apprendono, con meraviglia, i luoghi delle nostre abitudini e delle assuefazioni. L’amore che meritano le Nostre radici, offese dall’incuria, sarà meno tiepido. Il Natale ed i suoi riti, richiamano alla speranza di un mondo in pace, meritato dagli uomini di buona volontà: dal buio alla luce nell’antica speranza della luce nuova che rinnova le umana coscienze. In quest’attesa che non sarà delusa, perché, nonostante tutto il progresso no si è mai arrestato, ringrazio gli ospiti, gli uomini che hanno imparato per insegnare e gli alunni che avranno il compito di costruire i destini vocazionali d’Europa”.

Non Confusi e Non Divisi – Noi Europa del Futuro
È stato affidato al Prof. Angelo Calabrese il compito di trarre le conclusioni dell’incontro tra docenti e alunni di varie nazioni d’Europa ed è stato per lui un momento di forte emozione, perchè ha sempre posto la necessità dell’istruzione alla base di ogni attività civile. Ha da sempre sostenuto che l’educazione dei futuri cittadini d’Europa deve avere fondamenti comuni, per una fattiva comunicazione e collaborazione. Per realizzare il sogno europeo occorre esserci, nel presente della storia; e appartenerci, con serio impegno delle Nazioni all’aiuto reciproco, per difendere le eccellenze che sono di riferimento connotativo di tutte le nazioni d’Europa. Bisogna imparare a vivere insieme, non confusi e non divisi, con l’orgoglio di essere figli di un Continente che ha dato la civiltà al mondo intero.
Le generazioni che ci hanno preceduto si sono avversate, combattute, e ancora oggi c’è volontà di predomio, da parte di chi vanta un’economia forte. L’Europa ama la pace, la libertà civile, la giustizia e l’equità. L’Europa dei fanciulli che saranno i responsabili dei futuri comuni destini, devono apprendere la concordia; scegliere politiche economiche comunitarie che assicurino il lavoro a tutti i cittadini, per tutelare la loro dignità umana e la crescita dei beni comuni in un mondo che dovrà ritrovare l’Europa come faro di riferimento nella cultura, nelle arti, nella scienza e nel rispetto della natura.
Il nostro tempo ci fa vivere nell’incertezza e nei disagi economici, ma la comunicazione telematica ci giova a conoscerei, a superare i pregiudizi, a scegliere la solidarietà civica, a liberarci di chi rivela la sua disumanità manifestata col disamore per la propria terra, offrendo pessimi esempi d’inciviltà comportamentale. Noi andiamo verso il possibile, verso l’Europa che ama gli uomini storici, capaci di realizzare eventi reali.
 
A margine dell’incontro, la prof.ssa Maria Miranda, coordinatrice del Programma Comenius,  facente parte del Lifelong Learning Programme, insieme al programma Leonardo da Vinci, al progetto Erasmus ed al programma Grundtvig, ha fatto per noi una interessante sintesi  sull’incontro e sul progetto.
Comenius è un programma settoriale europeo. Vogliamo promuovere, in prima istanza, uno scambio culturale , umano e socioeducativo tra alunni, docenti e famiglie di ben 7 Paesi europei per educare alla cultura mitteleuropea e ai valori della pace e della convivenza tra i popoli, per i quali è stata di recente insignita la Comunità Europea a livello internazionale e mondiale .
Dal 9 al 14 Dicembre abbiamo ospitato le delegazioni di sei Paesi partners del programma
Comenius: Polonia, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Turchia, Inghilterra.
La settimana è stata ricca di proposte e di una calorosa ospitalità che i vesuviani hanno nel loro dna, nella storia che appartiene loro e che ha lasciato tracce significative ovunque, sul territorio e nel mondo. Basti pensare alle recenti scoperte archeologiche, alle tradizioni etnostoriche, al buon cibo e buon vino che rendono conviviale la presenza di qualsiasi viaggiatore..’o furestiero’ –lo straniero- che rappresenta l’alterità di cui spesso si teme e si desidera la contaminazione.
Tante le suggestioni, il linguaggio simbolico che si risignifica attraverso la verità condivisa e fervida di racconti mitologici intorno ad un fuoco.
La scuola al centro di questo fuoco rappresenta la casa in cui l’operosa volontà di adulti e bambini si  fa pensiero, e il pensiero è già azione.
Un meeting sull’Europa di oggi e su quella immaginata da ciascuno, dal titolo “Non confusi e non divisi”, a cura del prof Calabrese, raccoglie le riflessioni di tutti i soggetti coinvolti.
Il 10 Dicembre, in coincidenza con le nostre attività interculturali, viene consegnato il premio Nobel per la Pace, di cui l’Europa è stata insignita quest’anno, con grande sorpresa di tutti.
Il mio pensiero va, però, al 2010, anno dedicato ai temi della povertà e dell’esclusione sociale. E di questo voglio dire – dentro me bandisco la viva retorica dell’erudizione sommese  e scalpita l’urgenza di dire, di denunciare che i flussi migratori aumentano vistosamente, che il mondo globalizzato soffoca la cultura, che siamo impotenti tutti di fronte al gigante Europa sottomesso all’economia di mercato, responsabile di una integrazione-inclusione sociale che tarda a venire, che rimane, in fondo, un sogno.
La strada è ancora tutta in salita, lo spirito mitteleuropeo si scontra con quelle facce interroganti  di bambine e bambini in fondo alla sala.
Quando interviene la Dirigente del 1° Circolo didattico, rammenta il senso valoriale della  formazione, la centralità della scuola.  Siamo tutti d’accordo che le nuove generazioni debbano sperimentare la Pace..
In quali forme, attraverso quali pratiche, affrontando quali contraddizioni e limiti di un’identità nazionale che pericolosamente può sfociare in facile nazionalismo, questo è tutto da vedere..
Il prof Calabrese ci parla dell’etica dell’attraversamento, dell’umano e delle sue complessità.. così in sala si fa il silenzio.. la mente va a tutti gli invisibili, ai misconosciuti, ai rinnegati, ai senza diritti..e qui mi fermo, perché se c’è un termine che racchiude ogni possibile filosofia  dell’altro, a partire da sé, è il diritto d’essere e di manifestare ciò che si è, a prescindere dal Paese di appartenenza, dice Grazyna Tucholska, Polonia, oppure misurandoci con ciò che non siamo- In fondo, chi non si è mai sentito straniero nel suo Paese?- che non saremo, che abbiamo sognato d’essere. Così è l’educare alla mondialità, partendo da un granello di sabbia”.