La sede della Comunità Terapeutica del Centro di Solidarietà “La Casa Sulla Roccia”- Villa Dora- ospita il 22 Novembre, alle ore 11.00, il convegno “Agricoltura sociale come modello innovativo di welfare”. L’evento, promosso da GAL Partenio, vedrà la partecipazione dell’INEA, della Rete Nazionale Rurale, del coordinatore regionale del Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale, della coordinatrice provinciale di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” e degli ospiti di “Villa Dora”. La scelta di aprire le porte della comunità terapeutica per tale manifestazione nasce innanzitutto dalla condivisione delle motivazioni degli organizzatori, fermamente convinti della validità dei principi dell’agricoltura sociale, della legalità e di un’etica praticata e partecipata. Inoltre il percorso terapeutico de La Casa sulla Roccia, “Progetto Uomo”, pone la persona al centro di ogni intervento, con le sue difficoltà e fragilità, ma anche con le sue potenzialità e le sue doti, allo scopo di accoglierlo nelle sue debolezze, per poi accompagnarlo nel percorso alla riscoperta di sé, ed infine “lasciarlo andare” con una nuova consapevolezza. In tale ottica, insegniamo ai nostri ragazzi, che è dalle piccole cose, dalla semplicità, dalle nostre umili origini, che bisogna partire per un percorso volto alla riscoperta e riappropriazione di sé. Proprio attraverso il contatto con la natura, con il mondo rurale, possono far propri i valori essenziali dell’umiltà, della responsabilità e della cura di sé e degli altri, oltre che dell’amore responsabile. Grazie a queste attività, trovano o ritrovano la fiducia nelle proprie capacità di far vivere, crescere e curare un essere vivente; sviluppano un metodo di lavoro che consente di raggiungere un obiettivo, rappresentato dalla crescita della pianta. Si rafforza cosi, la socializzazione, la capacità di interagire con gli altri e con l’ambiente circostante . Si attiva pertanto, in tal modo, un processo che conduce il soggetto ad una presa di coscienza delle proprie risorse, delle proprie capacità, attraverso un processo di analisi personale, ad una rielaborazione della propria esperienza di vita personale e sociale, che potrebbe portare anche al successivo impiego di tali risorse in ambito professionale. Villa Dora, dunque, è la cornice ideale per ospitare questa manifestazione, perché mostra concretamente che l’agricoltura è, per ognuno dei ragazzi ospiti, un momento di crescita individuale e collettiva, un modo per entrare in contatto con se stesso, per condividere ed aprirsi all’altro, una strada che conduce al rafforzamento del sé, con un lavoro personale che li aiuterà a riappropriarsi del proprio: “essere”, “saper essere” e “saper fare”. Come scrisse Hermann Hesse “L’occuparsi della terra e delle piante può conferire all’anima una liberazione, una quiete simile a quella della meditazione”.