BAIANO – Avete presente quelle belle finali di calcio dove le squadre passano ore a studiarsi e magari, dopo un gol, l’una si chiude a riccio, l’altra parte all’assalto. Quante volte ci siamo trovati lì, in uno stadio o davanti alla tv, lamentandoci della squadra troppo remissiva o del fatto che la nostra squadra avesse cominciato a giocare quando oramai era troppo tardi.Per fortuna il basket non è così. Una finale si gioca. Dal primo minuto e sino all’ultimo secondo. E se una squadra arriva a giocare una finale nel basket non è mai per fortuna. Chi arriva in finale se lo è sudato, se l’è guadagnato: punto su punto. La squadra del Casoria non è qui per caso: è una squadra solida, dotata di ottime individualità. E quando la partita parte sembra davvero uno squadrone. Una serie di tre bombe di Sorge apre le danze e il Casoria apre la partita con una mini fuga. Ma come detto, una squadra non arriva qui per caso e nemmeno il Baiano vi è arrivato per fortuna. Solo che il nostro caro Baiano ha un sodomitico amore per i propri tifosi. Non curanti dello stato di disperazione in cui ogni volta fanno precipitare i propri tifosi, i giocatori del Baiano partono come un diesel, un vecchio diesel… lenti, impacciati. Poi, quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare ed i duri del Basket Baiano hanno iniziato a giocare davvero bene. Le due stelle del Baiano si fanno sentire: Luca “zappetta” lo paragoneremmo volentieri ad un direttore d’orchestra, ma a differenza del direttore d’orchestra lui è pronto a sporcarsi le mani. Pippo… beh di Pippo abbiamo sempre parlato descrivendo le sue mirabolanti prestazioni d’attacco, ma oggi lasciateci spendere qualche parola per la sua azione difensiva. Ha cacciato i denti. Si butta su ogni rimbalzo, conduce le transizioni, calma e dirige la squadra in difesa più che in attacco. Ebbene si: “il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette quest’anno giocherà con la maglia numero sette”. Però abbiamo detto che il Baiano è squadra ed infatti a parte questi due Signori, sono tutti a giocare bene, con una attenzione che forse finora non si era espressa contemporaneamente in tutti. Non ce la sentiamo di eleggerlo man of the match – la prestazione di Frascolla sinceramente non ce lo consente 33 punti anche oggi! – ma ci piace evidenziare il nostro Felicione Napolitano “Mutombo”. Per chi ha seguito questi playoff, il nostro immenso pivot aveva su di sé una sorta di maledizione: la maledizione dei cinque falli. Per uno che non riesce a terminare una partita senza collezionare tutti i falli ammessi, ti aspetti di vedere in campo una sorta di gattuso… anzi, vista l’altezza (206cm), due gattuso, uno sull’altro. Invece Felicione è un placido, anche quando gioca. I suoi falli hanno il peggior difetto del mondo: sono ripetitivi e spesso inutili. Il più grande desiderio di chi vi scrive è quello un giorno di poter dire che il Pivot del Baiano ha finalmente collezionato in una partita più punti che falli, ma per questo dobbiamo prenderci il nostro tempo. Sta di fatto, però, che nella giornata in cui il Basket Baiano incontra la squadra con la batteria di lunghi più possente sinora vista, Felicione tira fuori dal cilindro un partitone difensivo. Dopo una partenza timida e qualche rimbrotto dei compagni, il nostro lungo inizia a saltare con cattiveria su tutti i rimbalzi. A quanto pare, l’effetto Macario si mostra contagioso e Felicione ci regala una partita difensiva che vale il soprannome che il buon Dino Alaia gli ha rifilato. Mutombo, soprattutto, ci regala tanti rimbalzi offensivi: palle d’oro da scaricare su di un Frascolla incredulo anche lui per tanta generosità. Effetto domino, perché il Casoria inizia a traballare. Non si contano le palle rubate, Capiluongo per recuperarne una quasi si sfracella sul tavolo dei refertisti, alcune persino sulle rimesse dal fondo, e ben presto il Baiano riesce a mettere insieme un solido bottino che gli consente di controllare facilmente il quarto quarto, che per la cronaca si chiude con il risultato di 60-50 per i biancorossi del presidente Leggiero.