È stata una settimana difficile per il Cus Avellino C5: la sconfitta contro il Napolilepanto ha lasciato strascichi difficili da digerire dal punto di vista emotivo. Il turno di campionato ha restituito una classifica a dir poco deficitaria per il Cus Avellino C5, che torna bruscamente con i piedi per terra e comincia a fare i conti con la zona calda della graduatoria. Ad oggi, i lupi vantano un solo punto di distacco dalla zona play out: si archiviano dunque tutti i sogni play off e si lotta per una salvezza tranquilla, con la speranza e a volontà di regalare qualche soddisfazione ai tifosi che come sempre seguono le sorti di Venezia e compagni. A cominciare da domani, con la grande sfida al le Club di Afragola contro la capolista e regina indiscussa del campionato. Reduce dalla sconfitta nello scontro al vertice contro la New Team, la squadra del presidente Gennarelli scenderà in campo con un unico obiettivo: vincere e riprendere la marcia in solitaria verso la serie B. Di contro, Avellino spera in uno svarione dei rossoblù per strappare qualche punticino importante. Dirigono il match i Sigg. Antonello D’alessio di Torre del Greco (primo) e Pasquale Supino di Benevento (secondo). L’impresa non è certo delle più semplici, ma dopotutto anche Leonida fermò Serse alle Termopili. Con questo spirito si va ad Afragola, con la consapevolezza di aver un Parente in più, e un Giusti in meno. La mannaia del giudice sportivo non si è fatta attendere e il risultato della scellerata conduzione arbitrale del signor Cristiano di Frattamaggiore ha dato i suoi frutti: inibizione fino al 20 ottobre per Gerardo Izzo e squalifica per otto giornate a Vincenzo Giusti. Una situazione a dir poco difficile per il gruppo di mister Carbone, già a corto di rotazioni, che ora dovrà fare a meno di uno dei suoi perni del centrocampo. Si dovrà fare di necessità virtù, dunque, e sopperire alla pesante assenza del laterale partenopeo con la grinta, la volontà, la testardaggine che ha sempre contraddistinto il Cus Avellino. E soprattutto bisognerà lottare per chi in questo momento ha bisogno di sentire che il Cus è una famiglia, soprattutto al di là del campo di gioco.
A Giovanni Abate: non mollare!