Si è chiuso il progetto “Che buffa, l’Opera” realizzato dall’IC “Ex Circolo Didattico” con Compagnia L’Albero e Pot in Pot e sostenuto dal programma “Per Chi Crea” di MiC e SIAE.
RIONERO IN VULTURE – Si è concluso con successo il progetto “Che buffa, l’Opera!”, che ha visto 52 alunni delle classi terze a tempo pieno della Scuola Primaria di Rionero in Vulture impegnati nella co-creazione di una versione inedita dell’opera “La Cenerentola” di Gioachino Rossini. A chiudere il percorso artistico-didattico, realizzato dall’Istituto Comprensivo “Ex Circolo Didattico” in collaborazione con la Compagnia teatrale L’Albero e Pot in Pot, con il sostegno del Ministero della Cultura e della SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea 2023”, la messa in scena dello spettacolo “La Cenerentola ovvero Tutto cambia a poco a poco”, lo scorso 8 novembre presso l’Auditorium Centro Sociale “P. Sacco”.
Al pubblico è stato presentato il risultato di undici mesi di intenso lavoro collettivo, durante i quali bambine e bambini, a partire dallo scorso gennaio, hanno partecipato attivamente a ogni fase della realizzazione dello spettacolo, avendo l’opportunità di affiancare gli artisti coinvolti: il drammaturgo Riccardo Spagnulo, il compositore Matteo Manzitti, la costumista Federica Groia e la regista Alessandra Maltempo, che è stata anche la curatrice artistica dell’intero progetto. Grazie a questo processo di co-creazione, la Cenerentola dei bambini non è stata semplicemente una rivisitazione dell’opera originale, ma una vera e propria reinvenzione.
«È stata un’esperienza molto positiva e innovativa – spiega la Dirigente Scolastica prof.ssa Tania Lacriola – e, per i nostri alunni, coinvolgente e inclusiva: un vero laboratorio di crescita culturale ed emotiva, in cui ciascun bambino si è sentito protagonista e ha potuto esprimere in modo pieno e autentico il proprio sé. La curatela di Alessandra Maltempo, grazie alla sua grande professionalità e al lavoro degli artisti coinvolti, ha valorizzato l’intero percorso formativo e il nostro istituto. La messa in scena de ‘La Cenerentola’ ha lasciato nei bambini un ricordo speciale e un po’ di nostalgia per non poter continuare a vivere la magia del teatro in musica.»
La metodologia di co-creazione artistica “Community Opera”, sviluppata dalla Compagnia teatrale L’Albero, e la metodologia “Stracuriosi” di Pot in Pot per la facilitazione dell’apprendimento sono state utilizzate per stimolare la partecipazione attiva degli alunni. In questo modo, all’interno dello spettacolo finale, il coro dei bambini non è stato un semplice gruppo di voci, ma ha assunto un ruolo centrale e determinante nella narrazione, intervenendo sulla storia e sugli eventi a favore della protagonista, un aspetto che ha conferito all’opera una dimensione nuova e sorprendente.
Il percorso artistico-didattico si è sviluppato attraverso diverse fasi: un laboratorio di espressione corporeo-musicale per l’esplorazione della trama, dei personaggi e delle arie dell’opera; un laboratorio di co-creazione drammaturgica per la ricerca di una identità contemporanea dei personaggi dell’opera e di nuove traiettorie tematiche della storia; un laboratorio di co-creazione musicale per la composizione collettiva del testo e della melodia di un brano corale; un laboratorio di co-creazione costumi per la creazione dei bozzetti dei costumi dei personaggi ispirati all’abbigliamento del Settecento; un laboratorio corale per l’esecuzione del brano corale co-creato dai bambini, rivolto a tutti gli alunni della Scuola Primaria.
In un’epoca in cui i progetti educativi spesso si concentrano su risultati rapidi e tangibili, il lungo periodo di tempo dedicato a questo progetto ha avuto un’importanza fondamentale. Come sottolinea Alessandra Maltempo, co-direttrice artistica de L’Albero e formatrice di Pot in Pot: «Nell’era del mordi-e-fuggi abbiamo avuto il grande privilegio di avere il tempo di seminare, coltivare e raccogliere i frutti. Abbiamo davvero attraversato tutte e quattro le stagioni e questo tempo lungo (che è il tempo dell’amore, ma anche dell’educazione e del cambiamento) ci ha permesso di rispettare un altro tempo: quello di ogni singolo bambino, così che tutti hanno potuto dare il proprio contributo a quella che era l’opera finale e che gli artisti hanno creato insieme ai bambini.»