La Foca Monaca avvistata su “L’isola che c’è”

Tutto ciò che la mente umana può credere, la mente umana può ottenere. (Napoleon Hill).
La chiamano legge d’attrazione, il pensiero è una forza potente che opera nell’universo e ciò che pensiamo e sentiamo prende forma nelle nostre vite. In altre parole, crea la nostra realtà.
A noi adulti poco interessa se sia vero o mera speculazione commerciale, ma per i bambini è diverso, i bambini lo sanno, lo sentono, hanno bisogno di credere, oggi più che mai, nel potere dei sogni. E così abbiamo deciso, per amore dei più piccoli (ma in fondo anche per noi stessi, anche se non lo ammetteremo mai) di credere in questa magia naturale. Noi vogliamo pensare (sognare) che la Foca Monaca, apparsa nei mari siciliani, sulla costa orientale di Siracusa, dopo più di 60 anni, non sia un caso, ma la materializzazione della forza del pensiero, del cuore, della speranza e dei sogni di tanti piccoli e giovani lettori che, dopo aver letto “L’isola che c’è” della giornalista Filomena Carrella edizioni il Papavero, hanno iniziato a sognare tutti insieme Bebelle, il cucciolo di Foca Monaca che, sull’isola di Filicudi, disubbidendo ai genitori e ai nonni, si è spinta fin sulla riva su un’isola proibita severamente vietata perché abitata da uno strano animale chiamato uomo.
Protagonisti del libro anche due ragazzini, Peonia, chiamata Pen, e Zenzero, detto Zen, due fratellini disorientati per la separazione dei genitori. Sarà proprio l’incontro con il cucciolo di Foca a ridar loro il sorriso e quel pizzico di magia di cui tutti abbiamo bisogno.
La Carrella con il suo racconto lanciò un invito: “Lasciamo che la natura compia il suo corso, che l’uomo si faccia da parte almeno per una volta.”
Se più persone pensano la stessa cosa danno forma a quella realtà e noi vogliamo pensare che la mattinata di lunedì 16 maggio, la Foca siciliana si sia fatta vedere e filmare dopo aver catturato il pensiero e i sogni dei nostri piccoli lettori.