“Macbeth- Cuore nero”: detenuti e magistrato in scena per lo spettacolo di Officina dei Teatranti, il progetto di rigenerazione culturale e sociale negli istituti penitenziari campani

Il 12 giugno 2024 sarà in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli lo spettacolo “Macbeth-Cuore nero” che, per la prima volta, porta sul palcoscenico attori detenuti, un magistrato di sorveglianza ed attori professionisti.

Macbeth- Cuore nero” non è solo una rappresentazione teatrale, ma la conclusione del percorso laboratoriale dedicato ai mestieri del teatro per il progetto “Officina dei Teatranti”, sostenuto da Regione Campania – Assessorato Scuola – Politiche sociali – Politiche Giovanili – DG Politiche sociali e sociosanitarie, ideato dall’Associazione Polluce APS in collaborazione con Associazione Più A.R.I., Associazione Perzechella e Vico Pazzariello, CIF (Centro Italiano Femminile) di Avellino e Fondazione Opus Solidarietatis Pax onlus.

«Due figure così lontane ma unite dal luogo che li lega, il carcere, si incontrano a teatro, che è luogo di riflessione e confronto – dichiara Gaetano Battista, regista e presidente dell’Associazione Polluce APS – I detenuti rappresentano mille Macbeth. Il Magistrato è anch’egli Macbeth, simile ai mille volti dei detenuti in scena, ma motore di un sistema dove chi è al di sopra, in questo caso, è solo la legge del chi è di scena. “Macbeth-cuore nero” è un percorso emotivo, un flusso di narrazione dove la tragedia di Shakespeare fa da collante con il suo linguaggio, con la sua chiarezza di intenti, con una messa in scena che non dà nulla per scontato».

Il progetto “Officina dei Teatranti” ha coinvolto, a vario titolo, tre istituti penitenziari campani. Il gruppo della Casa di reclusione De Angelis di Arienzo(CE) è in scena per “Macbeth – Cuore nero”, il gruppo della Casa di Reclusione “Bartolo – Famiglietti – Forgetta” di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) ha realizzato i costumi per il medesimo spettacolo, ed infine il gruppo della Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli (NA) è stato impegnato in un laboratorio stabile all’interno del carcere con formatori professionisti. Le detenute hanno seguito corsi di recitazione, messa in scena, scrittura e drammaturgia, improvvisazione, canto popolare, lavoro sul corpo, drammaturgia corporea ed emotiva, ispirati al concetto d’amore nelle sue mille forme, partendo dai testi di Marco Aurelio, passando per le poesie di autori giapponesi per arrivare a testi proposti dalle detenute.

Officina dei Teatranti” è un progetto di teatro inclusivo e di rigenerazione culturale e sociale in realtà problematica come quella degli istituti penitenziari. Nato dall’esigenza di modificare l’immaginario del carcere come struttura detentiva fine a se stessa, questo progetto si inscrive in un contesto più ampio di impegno associativo in tema di prevenzione e contrasto della povertà educativa e per la promozione della cultura della legalità.

In questo contesto è maturata anche la firma del Protocollo d’intesa Teatro carcere in Campania, sottoscritto tra il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Campania, il Coordinamento Teatro Carcere Campania, l’Associazione Il Carcere possibile onlus, i Tribunali di Sorveglianza di Napoli e di Salerno, l’Ufficio Interdistrettuale esecuzione penale esterna di Napoli, presentato il 22 aprile scorso al teatro Mercadante di Napoli con lo scopo di creare una “rete” di professionisti per sostenere il teatro in carcere come occasione di miglioramento personale e sociale, per la valorizzazione delle capacità attoriali e per le opportunità di formazione professionale funzionali all’attività teatrale e di inserimento socio-lavorativo a favore delle persone in esecuzione penale.

Si moltiplicano, inoltre, le attività che ruotano intorno al progetto “Officina dei Teatranti”. A margine dello spettacolo “Macbeth- Cuore nero” si terrà la mostra fotografica/installazione artistica “IN LUCE, tra maschere e realtà” a cura di Paola Bruno: una riflessione sulle scelte giuste o sbagliate, fissate dall’obiettivo in 16 ritratti, a cui sono stati sovrapposti altrettanti scatti che ritraggono i ruoli di scena e di backstage. Un invito a scoprire cosa c’è “dietro”, a rimuovere “il velo dell’indifferenza”, a conoscere se stessi e gli altri oltre le maschere dell’apparenza.

Il backstage dello spettacolo “Macbeth- Cuore nero” diventa spunto per il documentario, a cura di Paola Beatrice Ortolani, prodotto dalla Sevenhalf Lab, per gettare uno sguardo autentico e toccante sulla vita quotidiana del carcere di Arienzo. In questa comunità complessa e variegata, le storie di speranza, redenzione e resilienza si intrecciano in un intricato tessuto umano. Il documentario cattura questa ricchezza di esperienze mentre segue da vicino la preparazione e la messa in scena dell’omonimo spettacolo teatrale.