Eteree visioni di mestieri mai visti: questo è Ordito, un paese immaginario che nasce dalla penna di un poeta, Franco Arminio. Ci sono uomini, vivi e morti, alberi, animali e nuvole basse, uffici, botteghe artigianali e anche curiosi arnesi da lavoro. Il luogo riflette un ordine la cui cifra appare misteriosa. Nella Ordito di Marello il filo di inchiostro si ispessisce. L’artista per rendere manifesto il mai visto ridisegna tarocchi a loro volta mai visti, 22 i trionfi, o arcani, come 22 sono i mestieri ideati da Arminio. Così sul tavolo sono messe giù una ad una le carte: lo stiranuvole, la tritanebbia, il catturavento e tutte le altre figure. La Ordito del testo ha dentro l’essenza dei paesi della Paesologia con gli abitanti in bilico sul margine di una possibilità. La Ordito delle immagini ha bene in vista la ciminiera di Ferdinandopoli, città esperimento di una possibile organizzazione del lavoro e della comunità. Gli inchiostri di chi scrive e di chi disegna intrecciandosi si fanno trama di seta, il poeta e l’artista diventano interpreti di mestieri inauditi: maneggiatori del sacro e custodi di utopie.
“Il conigliologo si chiama Luca. Si tratta di una specie di veterinario specializzato. Lui cura solo i conigli, ma non si limita a curarli, organizza per loro delle feste, racconta loro delle storie, gli legge le poesie”.
Franco Arminio è nato a Bisaccia nel 1960, in Irpinia d’Oriente. Autodefinitosi ‘paesologo’, ha raccontato i piccoli paesi d’Italia descrivendo con estrema realtà la situazione soprattutto del Mezzogiorno d’Italia. È ispiratore e punto di riferimento di molte iniziative contro lo spopolamento dell’Italia interna, come la Casa della paesologia a Bisaccia e il festival La luna e i calanchi ad Aliano. Da anni racconta disagi e meraviglie dei paesi più trascurati. Ha pubblicato più di trenta libri, tra i quali Viaggio nel cratere, Vento forte tra Lacedonia e Candela, Cartoline dai morti, Terracarne, Cedi la strada agli alberi, Resteranno i canti, L’infinito senza farci caso, La cura dello sguardo, Lettera a chi non c’era, Studi sull’amore, Sacro minore e La cura dello sguardo. Nuova farmacia poetica.
Battista Marello è nato a Caserta nel 1948, dove vive e lavora nel Belvedere di San Leucio, la Ferdinandopoli di Ferdinando IV. All’iniziale contatto con gli ambienti artistici dell’area napoletana, si aggiunge la prolungata frequentazione dello studio romano di Pericle Fazzini, fino agli anni ’80. Sacerdote e artista, opera una ricerca sulle tematiche dell’arte sacra contemporanea. Tra le sue opere vanno annoverate le porte bronzee per Cetara, presso Amalfi, quelle della Cattedrale Vanvitelliana di Caserta e del Duomo duecentesco di Caserta Vecchia, del Duomo di Positano e di Valeggio sul Mincio, del Santuario mariano di Ariano Irpino, il portale minore della chiesa del Bernini in Castel Gandolfo (inaugurato da Benedetto XVI per il suo 60° di Sacerdozio, il 2011) e le 3 porte del Santuario di Pompei.