Venerdì 1 marzo allo Yachting Club di Salerno, sul Molo Masuccio Salernitano, settimo dei nove appuntamenti dell’ottava edizione de “I Salotti letterari”, promossa da ..incostieraamalfitana.it. Alle ore 19.15 saranno infatti protagonisti lo scrittore partenopeo Raffaele Messina con “San Gennaro e la Lazzara” (Colonnese), e la scrittrice pugliese Fausta Altavilla con “Nina” (Primiceri).
Sullo sfondo di “San Gennaro e la Lazzara” di Raffaele Messina l’eruzione del Vesuvio del 1631. L’evento sismico che distrusse in parte Portici, Ercolano, Torre Annunziata e l’attuale Pietrarsa, Pietra Bianca all’epoca della narrazione. L’autore, con una delicata quanto raffinata scrittura, racconta la storia di Ricciolina, una ragazzina appena adolescente, avviata alla prostituzione dallo stesso genitore stupratore. Una storia parallela a tante realtà del così detto “secolo di ferro” caratterizzato oltre che dalle guerre, anche dalla grave decadenza economica e culturale. Messina non si sofferma alla descrizione della vita della protagonista, ma delinea i contorni della società del tempo attraverso brevi, ma dettagliate descrizioni dei cooprotagonisti. Così come per i partecipanti alla storica processione del Santo Patrono con la quale San Gennaro, secondo la tradizione, pose fine all’evento eruttivo o, quanto meno, ne rallentò drasticamente la veemenza. Anche la protagonista Ricciolina, divenuta oramai nota cameriera e prostituta di una bettola, frequentata tanto da abituali avventori quanto da sfollati per l’evento eruttivo, vi prese parte, trovando per così dire, sì accoglienza, ma solo in fondo al corteo, tra gli “ultimi”. Un affresco di un’umanità variegata, che con in testa la statua del Santo sembra voglia apparentemente esprimere lo stesso desiderio, e cioè che tutto finisca prima possibile, proprio lì, da dove era cominciato.
Un paese ai piedi del Gargano: Manfredonia. Il mare, onnipresente, e una storia tutta da scoprire. “Nina” di Fausta Altavilla racconta del suo viaggio che è poi la metafora della sua vita, di sua madre, costretta a lasciare l’arcipelago delle Tremiti dopo un’avventura con un giovane carcerato in un campo di confino fascista nell’isola di San Nicola, di una vita tutta da ricostruire. Sempre presente nonna Pina, pilastro e punto di riferimento per Nina. Si snodano i ricordi di paese e le giornate trascorse alla marina, così chiama Nina il porto di Manfredonia dove si anima la comunità di pescatori. E’ il paesaggio intero che assurge il ruolo di padre e di madre, le dona forza e vigore, sostanza e calore assumendo i tratti della sua interiorità. Il puzzle scomposto della sua vita, come lei stessa la definisce, trova spazio e si completa dopo un lungo viaggio fuori e dentro di sé e allora, quelle ferite necessitano di una fuga e ricerca interiore indispensabile perché si possa ricominciare.
Con gli autori, dopo gli interventi di Diana De Bartolomeis, presidente dello Yachting Club Salerno, e di Patrizia De Bartolomeis, presidente regionale della Campania dell’Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere, si intratterrà il direttore organizzativo di ..incostieraamalfitana.it Alfonso Bottone.