Nella Giornata della Memoria “La bambola spezzata” a Teatrosophia

Secondo appuntamento del 2024 a Teatrosophia con “La bambola spezzata” di Emilia di Rienzo, per riflettere sulla tragedia dell’Olocausto e imparare dalla storia affinché certe tragedie non si ripetano mai più. Una bambola, ponte tra il passato e il presente, simbolo della memoria, degli orrori e di chi la storia non ha potuto raccontarla; unico legame tra una madre e una figlia “eredi” di un vissuto doloroso che le vedrà irrimediabilmente distanti!
In scena Irma Ciaramella, Alessandra Ferro  e con la partecipazione di Gianni De Feo che ne cura anche la regia.

 

Una madre abbandona la figlia sin dalla prima infanzia per consacrarsi alla fede  nazista.

 

Madre e figlia si ritrovano ora dopo lunghi anni di distacco. Si scrutano, si riconoscono appena, si fiutano, si respingono, sospesi in uno spazio onirico e irreale.

 

La madre, scolpita in un’età indefinibile, bianca come marmo, simile a un rapace pronto all’ attacco, è deturpata dai segni evidenti di una follia delirante, frutto di un agghiacciante addestramento di disumanizzazione.

 

I ricordi riaffiorano da una vecchia valigia dove è custodita una bambola, unica testimone del reale.

 

Il ritmo è serrato e forte, l’atmosfera tagliente. Come in una gabbia, i due personaggi si affrontano in un delirante, appasionato e feroce scontro tra vittima e carnefice.

 

Grottesca e patetica la madre, in preda ad improvvisi attacchi di pianto, chiede, pretende, implora addirittura di essere chiamata : “MAMMA!

 

Passionale e carnale la figlia, oscillante tra lucida consapevolezza e smarrimento emotivo, stordita dal dubbio, rifiuta, incapace di pronunciare quella parola mai più detta e ormai dimenticata.

 

“No, madre, non ti odio. Semplicemente non ti amo. Non posso amarti.”

 

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Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia