Entrare oggi nelle librerie è come visitare la strada principale di una grande città, ove si trovano ormai soltanto i grandi marchi commerciali, annichilendo totalmente l’identità del luogo e le peculiarità del posto da scoprire. Nelle librerie da anni è in atto lo stesso processo di livellamento, vi si trovano in vetrina politici, showgirl, cuochi, calciatori, tutto e tutti (doverosamente rispettabili, per carità!) purché letteratura, se non qualche residuo dei soliti nomi. Ma se io visito una strada di Parigi o di Praga, non lo faccio per entrare negli stessi lussuosi negozi di alta moda o di profumeria, ma lo faccio per scoprire la cultura e la storia del posto. Allo stesso modo, ma non è più scontato, se entro in una libreria lo faccio per leggere degli scrittori, dei filosofi, dei poeti e non certo un Generale tuttologo o l’ultimo personaggio trash uscito dalla televisione privata.
Fortunatamente, esistono ormai diversi modi per sfogliare i cataloghi e restare aggiornati sulle ultime pubblicazioni o, perché no, riscoprire perle dal passato. Di recente, ho letto ad esempio Storia di Sorana di Vincenzo Fiore: un coacervo di emozioni, un romanzo storico di altissimo profilo che dopo averlo letto son rimasto trasecolo. Una penna, quella di Fiore, degna di appartenere un po’ al realismo un po’ all’esistenzialismo francese se non fosse per la sua giovane età; un’estetica della parola che raramente si trova in giro. Un romanzo ambientato sugli strascichi lasciati dall’abietta dittatura del calzolaio rumeno divenuto dittatore, che si intreccia a paesaggi e atmosfere contemporanee.
La storia è narrata a due voci, la prima è quella di Cesare, metà scribacchino metà metafisico senza cattedra, e la seconda ammaliante di Sorana, profuga dell’esistenza, il cui destino si abbatte su di lei come un cataclisma. Tutt’altro che abulica, lei decide di abbandonare, cito, «questa oscenità teatrale, questa ideologia della sacralità della vita che piace tanto ai mangiatori di stupidità». Si parte subito con il suicidio di lei, sfogliare le pagine significa riavvolgere il nastro, col rischio di restare intrappolati dallo spietato, ma solenne realismo di Fiore.
Caro lettore, se di recente ti è capitato di comprare il romanzo piagnisteo consigliato dal premio letterario dove neanche i giudici sono lettori, ma solo propinatori di copertine, allora ti sconsiglio questo testo, se invece nella vita ti è capitato di commuoverti nel piccolo teatro di quartiere, allora forse qui hai trovato quello che stavi cercando.
Fortunatamente, esistono ormai diversi modi per sfogliare i cataloghi e restare aggiornati sulle ultime pubblicazioni o, perché no, riscoprire perle dal passato. Di recente, ho letto ad esempio Storia di Sorana di Vincenzo Fiore: un coacervo di emozioni, un romanzo storico di altissimo profilo che dopo averlo letto son rimasto trasecolo. Una penna, quella di Fiore, degna di appartenere un po’ al realismo un po’ all’esistenzialismo francese se non fosse per la sua giovane età; un’estetica della parola che raramente si trova in giro. Un romanzo ambientato sugli strascichi lasciati dall’abietta dittatura del calzolaio rumeno divenuto dittatore, che si intreccia a paesaggi e atmosfere contemporanee.
La storia è narrata a due voci, la prima è quella di Cesare, metà scribacchino metà metafisico senza cattedra, e la seconda ammaliante di Sorana, profuga dell’esistenza, il cui destino si abbatte su di lei come un cataclisma. Tutt’altro che abulica, lei decide di abbandonare, cito, «questa oscenità teatrale, questa ideologia della sacralità della vita che piace tanto ai mangiatori di stupidità». Si parte subito con il suicidio di lei, sfogliare le pagine significa riavvolgere il nastro, col rischio di restare intrappolati dallo spietato, ma solenne realismo di Fiore.
Caro lettore, se di recente ti è capitato di comprare il romanzo piagnisteo consigliato dal premio letterario dove neanche i giudici sono lettori, ma solo propinatori di copertine, allora ti sconsiglio questo testo, se invece nella vita ti è capitato di commuoverti nel piccolo teatro di quartiere, allora forse qui hai trovato quello che stavi cercando.