Storia, luci e colori del Mediterraneo nelle ceramiche dell’artista cavese Annamaria Panariello in mostra alla Faenzera di Amalfi

Un viaggio immaginifico attraverso la storia, i colori e la luce del Mediterraneo, che affonda le radici nella tradizione per proiettarsi verso nuovi stilemi artistici che guardano al futuro. 

Si intitola “La Potier” la mostra dell’artista Annamaria Panariello, che sarà inaugurata domani (13 luglio), alle ore 17, nella Faenzera medievale di Amalfi (via Marino Del Giudice, 40), che fu la fucina del cretaio Andrea da Eboli e che oggi l’amalfitano Rocco Bellogrado, proprietario della cantina “Miseria e Nobiltà”, ha reso fruibile. 

La mostra – curata da Peppe Vitale e corredata dalle note critiche di Gabriella Taddeo e Antonella Nigro – sarà visitabile fino al 30 luglio (ingresso gratuito). Il percorso espositivo si compone di manufatti in ceramica dell’artista e performer cavese Annamaria Panariello, che si ispirano alla tradizione ceramica vietrese arricchendosi di una rielaborazione contemporanea. In mostra oggetti di design di uso quotidiano, tra cui le lampade, impreziositi da decori tradizionali quali il “ciucciariello vietrese” e i pesci del Mare nostrum che costituiscono due figure ricorrenti intorno a cui ruota lo sperimentalismo della vasaia. 

Nel corso della serata di inaugurazione la Panariello, affiancata da Vincenzo Mari, artista del tornio, si esibiranno in una performance che avrà come punto cardine il principale strumento di lavoro del ceramista: il tornio. 

La mostra è la prima tappa di un progetto artistico itinerante che nei prossimi mesi farà tappa a Vietri sul mare e Ischia. 

“È la fascinazione dell’antichità della Faenzera di Amalfi sul torrente Canneto, dove la leggenda racconta operasse nel Medioevo il cretaio Andrea da Eboli, a catalizzare l’attenzione di una vasaia doc come Annamaria Panariello – ha sottolineato Gabriella Taddeo nel suo testo critico – La performer video torna a manipolare e a smaltare l’argilla, torna ad usare una delle tecniche più antiche e complesse come il raku per poi costruire le sue particolarissime ed inedite sculture ceramiche. La sua è una prolungata ed appassionata ricerca che si è andata amplificando da forme della tradizione vietrese come il “ciucciariello” e di ispirazione mediterranea ed universale come il pesce al richiamo più moderno del design, delle metamorfosi degli oggetti d’uso, ad una rilettura direzionata verso il contemporaneo”

La Taddeo ha, poi, aggiunto: “La “Potier” va disseminando una vera e propria contaminazione fra passato e presente, fra immagini storiche e forme del tutto innovative, protese al futuro.                                                                                                                  L’asinello di Vietri sul Mare è l’animale simbolo dei paesi costieri: il suo carattere mansueto e la sua resistenza fisica lo hanno reso idoneo ad aiutare gli abitanti del luogo per movimentare e trasportare dal mare ai monti.  Anche la Panariello lo riproduce a suo modo ma raddoppiandolo, moltiplicandolo in una sorta di prolifico giro di vite, in un cammino ciclico e circolare che ha senza dubbio tante allusioni simboliche. Il pesce, l’altra immagine ricorrente scelto dalla Panariello, non ha un significato univoco: tutte le religioni e le culture ne hanno assunto l’immagine. La vasaia lo riscopre e lo reinterpreta sia nelle cromie che in una forma così tondeggiante che si presta come base o come esso stesso lampada da fruire oltre che da guardare”.

“La nuova mostra di Annamaria Panariello, presso la nota Faenzera amalfitana del XIV secolo, ha un titolo emblematico “La Vasaia”, perché la lavorazione della creta al tornio ha in sé qualcosa di magico, profondamente legato al concetto di creazione, di nascita che, fin dalla notte dei tempi, caratterizza quest’arte – ha sottolineato la critica d’arte Antonella Nigro – Attraverso le mani esperti dell’artista, la materia trova il suo centro ed è proprio intorno a quell’origine che inizia a “roteare” e a formarsi l’opera nella sua compiutezza. Non tutta la creta trova subito il suo punto di equilibrio, occorre la pazienza e il talento dell’artista che, imprimendo movimenti sapienti, accompagna la rotazione facendo scaturire la forma   voluta, percependo dall’inizio già la splendida soluzione finale. Annamaria Panariello si concentra su una nuova ricerca e produzione artistica, completamente incentrata sulla creazione del vaso che, reinterpretato nelle forme, novelle e originali e nelle decorazioni cromatiche, inedite ed eleganti, non dimentica di celebrare sempre la sua originaria configurazione, ieri come oggi, simbolo di vita”.​