AVELLINO – Al “Carlo Gesualdo” è di scena il grande teatro di Eduardo. Sabato 3 (alle 21.00) e domenica 4 dicembre (alle 18.30) la compagnia di Luca De Filippo porterà sul palcoscenico del Comunale un classico del grande autore partenopeo: la commedia “Le bugie con le gambe lunghe”. L’opera scritta nel dicembre 1946 – subito dopo il debutto napoletano di ”Filumena Marturano” – e rappresentata l’anno successivo, è considerata uno dei capisaldi della drammaturgia edoardiana dell’immediato dopoguerra. Come sarà poi ”Le voci di dentro”, ”Le bugie con le gambe lunghe” è una commedia sul tema della verità e della menzogna, in cui la vena amara che scorre in sottofondo alla comicità, a tratti quasi farsesca, del primo atto si accentua con il procedere dell’azione. Un testo che appare allo stesso tempo tradizionale e sperimentale. “Scansa gli effetti e le situazioni già fatte, accenna, colpisce di striscio con una padronanza del mezzo tecnico impressionante”, è il giudizio che il grande critico teatrale Gerardo Guerrieri diede del fluire dell’azione e dell’impostazione data alla trama da Eduardo. La storia vive dei reciproci intrighi che alcune coppie intrecciano intorno a Libero Incoronato, un uomo modesto, onesto, insieme dignitoso e fiero, la cui vita tranquilla viene sconvolta dai vicini che tentano in ogni modo di coinvolgerlo, suo malgrado, nelle loro squallide storie. Prima ingenuamente ostinato nello smascherare le clamorose menzogne spacciate per verità, delle quali è testimone, Libero decide alla fine di adeguarsi in modo provocatorio alla regola generale, rilanciandola e amplificandola fino al paradosso. Il titolo della commedia, che rovescia il proverbio popolare, smaschera quelle bugie che “tutti noi dobbiamo aiutare a camminare per non far cadere l’impalcatura della società”, come sosteneva Eduardo. Le bugie con le gambe corte sono quelle innocenti dei bambini, mentre le altre, che hanno le gambe lunghe, testimoniano l’ipocrisia del vivere comune e celano i piccoli e grandi intrighi del quotidiano. Il personaggio di Libero e la trama narrativa di questa pièce anticipano, dunque, le modalità drammaturgiche spiccatamente moderne, che saranno molto presenti nell’Eduardo a venire.