Assumere il mare come punto di partenza su cui riflettere e intenderlo come orizzonte comune verso cui volgere lo sguardo e punto di incontro per rinsaldare antichi legami culturali tra due sponde opposte del Mediterraneo.
È ricco di suggestioni che viaggiano sul filo della memoria il lavoro dell’artista libanese Chada Halwani, protagonista del terzo appuntamento della rassegna “Erratica 2023”, organizzata dall’associazione culturale “Rareca”.
L’incontro con l’artista libanese – denominato Erratica – “Tenere il mare” – si terrà oggi, alle ore 18, nei locali della Biblioteca Erica di Capaccio Paestum e si presenta come l’occasione per dipanare la trama di una narrazione artistica nella quale si toccano tematiche scottanti e quanto mai attuali come la guerra, l’emigrazione, la disgregazione familiare.
Chada Halwani, per tutto il mese di giugno in residenza d’artista a Capaccio Paestum, sta sviluppando il suo progetto di ricerca “Voci, Accenti e Territori”, sostenuto dalla città e dall’Istituto culturale di Berlino e dal Goethe Institut.
Nel corso dell’incontro di oggi l’artista, con l’ausilio di videoproiezioni, racconterà il suo progetto che focalizza l’attenzione sulla difficile situazione del Libano, partendo da suoni, voci e narrazioni personali, familiari e collettive per ancorare il corpo e il pensiero ad una memoria storica, ma anche profondamente intima e privata.
La narrazione di Chada Halwani restituisce l’immagine di un Paese prostrato dal punto di vista economico e sociale e provato da una profonda crisi sociale da cui è scaturito un massiccio flusso emigratorio verso l’Europa. La stessa Chada nel 1982, quando Israele invase il Libano, fu costretta a lasciare il paese e a separarsi dalla sua famiglia. Questo evento l’ha profondamente segnata ed è anche al centro del suo progetto artistico che diventa strumento di denuncia e rivendicazione del ruolo dell’artista che, nella società contemporanea, ha anche il compito di preservare la memoria collettiva.
L’artista sarà accompagnata, durante l’incontro, dalla mediazione e cura di Marco Izzolino, critico e studioso di arte contemporanea.
“Accogliere Chada è una grande opportunità per Erratica che si potrà confrontare con temi come l’emigrazione, la guerra, la crisi economica e sociale, che toccano profondamente la realtà attuale di tutti i giorni e cambiano le prospettive e le visioni future soprattutto delle giovani generazioni – ha spiegato la danzatrice Elena Paola Dragonetti, presidentessa dell’associazione culturale “Rareca” – L’iniziativa che coinvolge l’artista libanese è in perfetta sintonia con l’obiettivo che Erratica persegue da tre anni: proporre spazi e tempi per con-vivere, co-abitare, con-dividere lavoro, mossi dall’urgenza di mostrare il processo all’origine della pratica artistica, ponendo al centro il ruolo dell’artista nella società contemporanea”.
Chada Halwani è una danzatrice e artista visiva libanese che vive e lavora tra Berlino e Beirut. Lavora con la ricerca sul movimento del corpo, installazioni sonore e visuali, fotografia. La sua ricerca artistica si interroga su come il corpo sensoriale possa prolungare e generare oggetti di memoria che risuonano con il passato. I suoi progetti “Cemento Gesto” e “Voci, Accenti e Territori” si focalizzano su come la storia degli spostamenti fisici e storici sia collocata nella memoria del corpo. Chada ha vissuto fuori dal suo paese d’origine durante gli ultimi quindici anni della sua vita e solo negli ultimi anni ha iniziato un processo creativo e di ricerca che potesse stabilire un nuovo legame con la sua città, Beirut.
Marco Izzolino, studioso di alfabetizzazione visiva e didattica museale. Organizza mostre di arte contemporanea in spazi espositivi sia pubblici che privati; la caratteristica principale dei progetti da lui curati o ideati è quella di reinterpretare contesti storici o ambientali, rendendoli conformi agli usi, ai significati e ai bisogni che la comunità cui appartengono gli attribuisce oggi. Nel 2021 ha fondato, insieme ad altri due soci, l’Arsenale di Napoli, una startup culturale che mira a far sì che il territorio partenopeo sia percepito come un unico museo, definito museo “liquido”, secondo un modello pensato specificamente per valorizzare il patrimonio artistico e culturale immateriale di Napoli.
L’appuntamenti di oggi fa seguito ad una residenza d’artista collettiva che si è tenuta lo scorso venerdì nell’Hangar di Albanella, in via santa Sofia. L’iniziativa – che si è posta come una chiamata alle arti – ha permesso ad Erratica di riempire uno spazio vuoto, abbandonato e disabitato, costruito una decina di anni fa e pensato per ospitare e accogliere l’arte. Hanno risposto alla chiamata 15 artiste e artisti, impegnati nella diffusione dell’arte contemporanea sul territorio cilentano, italiano e internazionale in diverse espressioni artistiche, quali immagine, fotografia, segno pittorico, architettura, movimento, danza, suono.