Sabato 5 novembre, alle ore 18,30, sarà inaugurata la mostra GIOVANNI TIMPANI. L’ombra del giorno, che presenta opere che l’artista ha realizzatotra il 2015 al 2022. L’esposizione si iscrive nel programma di attenzione all’ambito artistico in area regionale, rivolta soprattutto ai giovani artisti, progetto che, da anni, il Museo-FRaC Baronissi porta avanti. In esposizione, quaranta opere della sua produzione grafica; incisioni all’acquaforte, acquatinta, puntasecca, bulino ma anche serigrafia, in parte realizzate nella calcografia Il Laboratorio di Nola.
«Con la mostra dedicata al giovane incisore campano, Giovanni Timpani – osserva Gianfranco Valiante sindaco di Baronissi nella presentazione al catalogo pubblicato da Gutenberg Editore – , riparte la nuova stagione espositiva del Museo-FRaC Baronissi. Riparte nel solco che, per venti anni, ha caratterizzato e caratterizza la sua attività di studio e di promozione di quanto avviene nel mondo dell’arte contemporanea, soprattutto nelle nuove generazioni, attive nella regione Campania. È una mission attenta alle realtà vive in tanti ateliers e, al tempo stesso, propone una vivacissima offerta culturale, operativa, con una intensa attività espositiva, frutto di ricerche condotte da giovani studiosi d’arte, da critici che hanno trovato nel ‘laboratorio FRaC’ un luogo di formazione, non solo teorico. A Baronissi, le molteplici offerte culturali che toccano più campi d’interesse, hanno fatto registrare, negli anni, una crescita del consenso verso la nostra realtà».
«Timpani è un incisore puro – scrive Bignardi –, di quelli cioè che non fanno dell’esercizio calcografico un espediente per riportare sulla lastra brani pittorici. Si serve di un lessico proprio di tale pratica che non è solo maestria della tecnica, del suo controllo, bensì frutto di una esperienza, condotta come esercizio del pensiero. Il suo stile, mai ripetitivo, tocca, a volte, l’eclettismo, esprime la forza e la tenacia di un metodo che non lascia scampo all’improvvisazione. Una pratica esperienziale che si muove tra il reticolo morandiano e il segno corsivo proprio degli artisti postimpressionisti o di quelli attivi nell’ambito della Secessione, tra stesure pittoriche simboliste elaborate all’acquatinta e l’essenzialità del gesto di matrice informale. Uno stile che affonda le radici, richiamando Barthes, “nell’opacità dei ricordi segreti dell’artista”, accolti come materia immaginativa».
«Una riflessione sul lavoro di Timpani – rileva Annalisa Mazzola –, non può prescindere dal prendere in esame il peso e l’entità che in esso assume il mezzo incisorio in relazione alla possibilità di realtà che pertiene a certi specifici sedimenti poetici. È cioè fatto non riducibile ad una predilezione istintiva, genuina dell’incisione in quanto processo tramite il quale poter più efficacemente effettuare i propri intendimenti espressivi. Timpani ha da subito intuito l’incisione come terreno fertile, perché certi frutti e fiori germogliassero tanto vigorosamente da riuscire a celare totalmente quel suolo matrice da cui sorgevano e dalla cui peculiarità pure dipendeva totalmente quel loro rigoglio esuberante».
La mostra resterà aperta fino al 4 dicembre 2022.