Venerdì 21 ottobre, alle ore 20,30, appuntamento della stagione concertistica “In cordis cordae” promossa dall’Associazione Culturale Emiolia, che proporrà nella Chiesa di San Giorgio, un viaggio musicale con l’Ensemble Le Trotulae.
Ritorna la grande musica a Salerno con l’Associazione Culturale Emiolia, che prende il nome dalla figura simbolo del mutamento ritmico, presieduta dal controtenore Pasquale Auricchio, con una serata particolare del cartellone della stagione concertistica 2022 dal titolo “In cordis cordae”, che ci accompagnerà sino al 23 dicembre, in collaborazione con il Touring club di Salerno, l’Arcidiocesi salernitana e col patrocinio morale del Comune di Salerno. Sguardo sulla musica medievale, venerdì 21 ottobre nella Chiesa di San Giorgio, quando alle ore 20,30 dall’ Ensemble Le Trotulae , formatosi tra le mura del liceo musicale “Alfano I”, composto da Ilaria De Dominicis all’arpa e al dulcimer, Lau Fortino al canto e viella, Federica Mastantuono al traverse, e Guido Pagliano loro mentore e direttore ai flauti e alla viella, ci condurranno in un viaggio musicale tra le diverse forme della canzone medioevale, attraverso l’esecuzione di brani, alcuni in versione strumentale, tratti dai principali repertori monodici dal XII al XIV secolo, dai canzonieri trobadorici alle Cantigas de Santa Maria e de amigo ai Carmina Burana. Ascolteremo canti devozionali spagnoli che, attraverso le lodi alla vergine Maria, le canticulas raccolte da Alfonso X di Castiglia, che narrano i miracoli della Vergine, e segnano la contaminazione moresca in musica, come quella del sapere della nostra Schola, essendo imparentate con lo zajal arabo. Alcuni brani tratti da Llibre Vermell del Monastero di Montserrat, il libro vermiglio, così detto per il colore della sua copertina, redatto alla fine del XIV secolo, ci documenta sui miracoli della Madonna e sul pellegrinaggio alla montagna sacra. I miracoli della Vergine Nera erano certamente già conosciuti nel secolo precedente: infatti sei delle “Cantigas de Santa Maria”, della fine del XIII secolo, ci raccontano nell’antica lingua gallego-portoghese di come la Madonna Nera di Montserrat avesse salvato delle pellegrine e dei pellegrini e miracolato sia i monaci che la stessa chiesa da furti e distruzioni. Era tale la sua fama di Vergine pietosa e riconoscente che sempre un maggior numero di pellegrini salivano fino a Lei per lodarla o per chiederle perdono, un po’ come si chiedeva il consulto del medico Trotula. Ascolteremo, poi il popolare Kalenda Maya di Raimbault de Vaqueiras, scritto in un momento di grande tristezza dell’autore, essendo stato separato da Beatrice, figlio di Bonifacio I per le calunnie di cortigiani malevoli. Passaggio in terra tedesca con il Palastinalied di Walther von der Vogelweide Nu al’ erst in forma strumentale, prima di intonare due Carmina Burana Tempus transit gelidum, la cui melodia vuole evocare il risveglio della natura che piano piano, sotto i raggi del sole dischiude le sue bellezze e Tempus est iocundum uno dei più famosi canti goliardici medievali inneggianti alla spensieratezza della gioventù, ai primi amori, alle prime esperienze carnali e soprattutto al vino, indivisibile compagno di Eros, che rende l’uomo conviviale e loquace e accende la donna agli ardori di Venere.
In questo meraviglioso contenitore di profumi e colori chiamato Mediterraneo, la musica, tra le altre arti e scienze, si arricchìsce dalla fusione di culture diverse ed importanti. Senza forzature e violenze, la civiltà cristiana, ebraica, ed araba riuscirono sapientemente ad amalgamarsi in campo culturale, sia in Spagna che in altre terre d’Europa come la Sicilia e la Provenza. Il pubblico sarà portato ad immaginare di essere in quel cortile dove, Martin Codax affida al mare le malinconie di una donna che spera nel ritorno dell’amato. Ondas do mar è il ricordo di una tradizione che va recuperata e che trae origine da un tempo in cui le dominazioni politiche non ostacolavano gli scambi culturali tra i popoli.