“Dopo ormai due anni di continui mutamenti della legge sul superbonus che sembrava essere il nuovo piano Marshall per la comunità tecnica, si sta assistendo a qualcosa che nemmeno la più fervida immaginazione poteva pensare. Dopo le asseverazioni, le assicurazioni, il Durc di congruità, le autodichiarazioni e gli atti di notorietà, alcuni dei maggiori player che comprano i crediti derivanti dalle attività superbonus stanno chiedendo ai tecnici asseveratori di preparare dei video a testimonianza della veridicità delle lavorazioni eseguite e da loro progettate e dirette.
Tale richiesta nasconde in sé un’ignoranza normativa ed un totale disprezzo della categoria che denigra il titolo della professione ai limiti della legalità. Si ricorda che l’iscrizione all’albo professionale è un obbligo di legge per l’esercizio della professione, previsto anche nella nostra Costituzione all’art.33, di cui gli Ordini professionali rappresentano l’ente di prossimità garante del corretto operato degli iscritti a tutela della società.
La dimostrazione con un video del proprio operato svilisce la figura stessa del professionista che è alla stregua di un mero esecutore privo di alcuna autorità come invece la sua etica, deontologia e professionalità gli impone.
Pur comprendendo quindi le preoccupazioni degli enti coinvolti nel processo di rendicontazione, riteniamo che la procedura adottata sia inappropriata e lesiva per la figura del professionista e pertanto esprimiamo totale contrarietà a questo ulteriore onere che non garantisce alcuna sicurezza aggiuntiva alle procedure già ampiamente garantiste, ma mina solo la credibilità di un’intera classe di professionisti.
Condividiamo la posizione della RPT e del CNI che ne è parte integrante (in allegato).
Con l’aiuto di tutti i nostri iscritti, sempre attenti alle novità che si susseguono in campo normativo, continueremo a monitorare la situazione a salvaguardia della tutela dell’esercizio della professione dei nostri prestigiosi Ordini professionali.”