Diamo il via, dopo congrua attesa, alla condivisione dei primi esemplari della nuova annata dei due bianchi Greco di Tufo e Fiano di Avellino del progetto Stilèma.
È un momento importante, che insieme celebra le prime esperienze fatte fin qui e aggiunge loro ulteriori elementi di proiezione del progetto.
Stilèma nasce per ridare vita a un concept classico per la mia famiglia di lettura delle nostre tre principali denominazioni: Taurasi, Fiano di Avellino, Greco di Tufo.
Al Taurasi ha assegnato il compito di recuperare dai fasti della memoria lo stile dei grandi rossi d’Irpinia da lunghi invecchiamenti che mio padre, Antonio Mastroberardino, era solito interpretare negli anni Sessanta e fino alla svolta degli anni Ottanta, ovvero dei Taurasi all’insegna di un’agilità e snellezza senza confini, essenziali e netti, il più possibile scevri da orpelli. L’esordio è avvenuto con la vendemmia 2015, uscita forse con un po’ di anticipo a causa del desiderio di condividere con gli appassionati questa prima esperienza, a cui seguirà a breve la seconda edizione con la vendemmia 2016, che per la prima volta vestirà la livrea con la menzione RISERVA.
Ai due bianchi è toccato l’altrettanto impegnativo ruolo di confronto con le magistrali interpretazioni che Antonio Mastroberardino rendeva dei due grandi vitigni irpini fino agli anni Settanta, prima della grande rivoluzione che li riportò all’attenzione del pubblico più giovani e sottili, con maggiore esuberanza di frutto. Anteriormente godevano appieno delle cure del tempo trascorso in cantina per arricchirsi di rotondità e di note saline che facevano da intrigante corollario alle acidità tipicamente sostenute a dispetto del decorso degli anni.
Qui Stilèma dona dapprima uno straordinario esemplare di Fiano di Avellino DOCG, che nasce nel 2015 e si impone sin dalla prima uscita con grande impatto, proseguendo la progressione nella vendemmia 2016 per essere poi affiancato, a partire dal 2017, dal fratello di sempre, il Greco di Tufo DOCG.
Sin dalla sua prima uscita, quest’ultimo esce dal coro per una espressione verticale cristallina, di rara pulizia, rivendicando un primato che lo sottrae al ruolo di secondo in blasone rispetto all’eterno rivale, il Fiano. Stilèma Greco di Tufo DOCG, terzo arrivato nella famiglia, è una rivoluzione nella rivoluzione.
Con la vendemmia 2018 sia il Greco di Tufo che il Fiano di Avellino del progetto Stilèma indossano per la prima volta le ambiziose insegne della menzione RISERVA.
Il progetto Stilèma, nel suo insieme, nasce a testimonianza dell’amore di Antonio Mastroberardino per la sua terra, i suoi vitigni e i suoi vini.
Mentre egli mieteva successi in giro per il mondo celebrandone le qualità, quell’amore costituiva la tensione essenziale a salvaguardarne i caratteri originari.
Gli elementi distintivi nei vini del progetto Stilèma partono innanzitutto da scelte viticole, miranti a porre in risalto caratteri diversi dalle più comuni tendenze di verticalizzazione su singoli vigneti. Il riferimento storico è coerente con la scelta di assemblare uve di diversi vigneti di famiglia, al fine di raccogliere insieme sfumature più articolate.
Le lavorazioni in cantina seguono gli stessi principi, accentuando l’eleganza, e le sensazioni complesse che sfumano nella memoria, sintesi di delicatezza e finezza.
Quest’oggi presentiamo ai nostri appassionati la vendemmia 2018 dei due bianchi del progetto Stilèma.
Stilèma Fiano di Avellino DOCG Riserva, vendemmia 2018
Partiamo dal Fiano. La 2018 è la quarta vendemmia di Stilèma Fiano di Avellino DOCG che, da quest’anno assume la qualificazione di RISERVA in virtù del novellato disciplinare di produzione. Un Fiano che rievoca quei tratti stilistici che a nostro avviso rappresentano la migliore espressione territoriale della nostra storia e che, al tempo stesso, si presenta di grande modernità e di straordinario impatto organolettico.
Stilèma Fiano di Avellino DOCG 2018 Riserva è frutto delle uve provenienti da vigne situate tra Montefalcione e Manocalzati, caratterizzate da terreni argilloso-calcarei, ma anche sabbiosi e di medio impasto, che esaltano struttura, freschezza, sapidità e mineralità. Circa il 10% del prodotto fermenta e affina per 12 mesi in legno. La fase di affinamento si realizza su fecce integrali di fermentazione per 24 mesi, liberando le notevoli doti di sapidità e longevità tipiche dei grandi bianchi d’Irpinia e mettendone in risalto la verticalità. Ulteriori 18 mesi sono trascorsi in bottiglia. Il tutto conduce all’espressione di finezza, freschezza, agilità e mineralità che rendono questo vino particolarmente elegante e longevo. Agile nel bicchiere, di colore paglierino tenue ancora segnato da riflessi verdi a dispetto del già poderoso affinamento temporale, naso ampio e complesso con ricordi di erbe aromatiche, affumicato, fiori di campo e frutta secca. Al palato esprime un’accentuata freschezza e verticalità, spiccata salinità e caratterizzante nota di ostrica, grande persistenza.
Stilèma Greco di Tufo DOCG Riserva, vendemmia 2018
Passiamo al Greco. La vendemmia 2018, che oggi annunciamo, è il secondo esemplare di questo vino che, come per il Fiano, per la prima volta si fregia della qualifica RISERVA in virtù del novellato disciplinare di produzione del Greco di Tufo DOCG che ha inteso valorizzare il lungo periodo di affinamento. Un Greco che rievoca i tratti stilistici dei grandi bianchi d’Irpinia degli anni ’70, che hanno segnato un momento determinante nella consacrazione di uno stile territoriale e che, al tempo stesso, offre caratteri di grande modernità e di straordinaria ricchezza organolettica.
La ricerca di complessità è frutto di un assemblaggio di uve scelte in diverse vigne di famiglia, provenienti in questo caso dalle tenute di Montefusco, Tufo e Petruro Irpino. Tenute caratterizzate da terreni franco-argillosi, derivanti da roccia madre di arenarie e marne, con una significativa presenza di calcare, tali da esaltare, anche grazie al particolare microclima collinare-montano, i caratteri di acidità, freschezza, verticalità, eleganza. Circa il 7% del prodotto fermenta e affina per 12 mesi in legno. La fase di affinamento si realizza su fecce integrali di fermentazione per 24 mesi, alla ricerca di una cifra stilistica già sperimentata nel caso del Fiano. Ulteriori 18 mesi sono trascorsi per l’affinamento in bottiglia.
Colore paglierino tenue, profilo olfattivo ricco e complesso. I primi sentori richiamano note di frutta matura, fiori gialli, frutta secca, fichi ed erbe aromatiche. Seguono sensazioni che ricordano il calcare con pronunciate nuance fumé, di iodio, di macchia mediterranea. Al palato spicca per la sua tensione acida e minerale, per la piacevole salinità e una caratterizzante nota di idrocarburi.
È questo il nostro modo di concepire la specificità dell’uomo nel suo ambiente.
È, in sintesi estrema, il concept di vino che la mia famiglia ha declinato per oltre due secoli: lo Stilema Mastroberardino.