Sabato 23 ottobre la galleria d’arte FABER ospiterà la mostra VULNERABILE di Giulia Spernazza.
Il titolo intende mettere in evidenza la parte più sensibile che è dentro ognuno di noi, la nostra “zona cieca”, un territorio che vale la pena perlustrare e osservare con estrema compassione.
Accogliere le nostre imperfezioni trasformando le debolezze in punti di forza. Rendersi vulnerabili. Superare le paure accettando il rischio di essere feriti nell’esporsi senza corazze. Lasciare che le emozioni ci attraversino e trapelino, mostrarsi per ciò che si è, connettersi con gli altri.
Partendo dalla difficile osservazione delle parti buie celate nell’intimo, si assiste al loro progressivo scioglimento nel tentativo di intercettare la purezza che è in noi, al di là della forma e dell’ impermanenza. In tal senso la mostra si apre con la serie Nodi/Snodi, sviluppata nell’ultimo anno e influenzata inevitabilmente dalla complessa situazione che in parte stiamo ancora vivendo. Il nodo come simbolo di ciò che non è stato risolto e che nel periodo di solitudine trascorso è emerso dalla sensibilità dell’artista. Le prime opere appaiono proprio per questo statiche, sospese nel tempo e nello spazio, soggette alla forza di gravità in modo drammatico. Proseguendo si assiste a un lento districamento, ogni singolo lavoro è al tempo stesso l’istantanea di una condizione interiore e la testimonianza di un processo in divenire.
Si tende a una crescente leggerezza, a una materia sempre più trasparente, quasi impercettibile al fine di trascenderla.
Questo progressivo processo di ascesa è percepibile nel cambiamento del materiale che passa dal tessuto alla carta e nel corrispettivo mutamento cromatico dal grigio scuro all’ocra. Nella parte finale dell’esposizione l’atmosfera assume sfumature vivide, quasi liquide, le opere appaiono più essenziali, lo spazio inizia a dilatarsi; la carta emerge dalla paraffina, prevalgono trasparenze, bianchi e toni delicati.
VULNERABILE. Arte come espressione di una ricerca introspettiva che indaga le profondità dell’io, invitando l’osservatore a entrare in contatto con le proprie fragilità e, con coraggio, manifestarle.
La mostra sarà visitabile nel rispetto delle normative sanitarie vigenti.