Riceviamo e pubblichiamo: “In Tunisia il ministro degli Affari locali e dell’Ambiente Mustapha Aroui a poche ore dal licenziamento da parte del premier Hichem Mechichi, che lo aveva sollevato dall’incarico di governo per ragioni non rese note, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta legata al traffico illecito dei rifiuti provenienti dall’Italia. Una circostanza che dovrebbe sollecitare ancor di più l’attenzione delle autorità italiane sulla vicenda” a riferirlo in una nota congiunta l’eurodeputato Piernicola Pedicini e la consigliera regionale campana Maria Muscarà che avevano denunciato l’esistenza del trasporto illecito di rifiuti in Tunisia da parte di una società operante nella Terra dei Fuochi.
“A seguito della scoperta di questo traffico di rifiuti, la cui spedizione – lo ricordiamo – era stata autorizzata con un decreto dirigenziale della giunta regionale campana, in Tunisia sono state aperte due indagini, una amministrativa e una penale. L’ex ministro dell’ambiente insieme ad altri funzionari del ministero è stato coinvolto nelle indagini. Al di là dell’aspetto giudiziario che avrà un suo decorso già a partire dalle prossime ore, resta da chiarire come verranno gestiti questi rifiuti, che attualmente sono ancora bloccati sui moli del porto di Sousse, creando una situazione di grave inquinamento ambientale e di disagio per gli abitanti della città portuale. La Direzione Generale delle Dogane Tunisine ha chiesto il repatriamento dei containers da parte della società campana, ma ancora non sono state disposte azioni concrete. Per questo motivo noi continueremo a monitorare la vicenda con attenzione. Nel frattempo alla commissione europea abbiamo già chiesto quali sono gli strumenti con cui verifica che gli Stati Membri impediscano tali traffici illeciti da zone storicamente devastate dalle ecomafie. Attendiamo una risposta ma intanto è importante che l’opinione pubblica ma ancor prima le istituzioni italiane siano debitamente informate. Bisogna far si che i rifiuti tossici spediti in Tunisia vengano smaltiti velocemente e legalmente e che il traffico clandestino di rifiuti verso l’Africa venga fermato al più presto”, concludono.