“Nell’attuale contesto di difficoltà economica risulta quanto mai importante analizzare e monitorare alcuni specifici indicatori sulla produttività e sulle dinamiche sociali – sostiene Nino Montemarano, responsabile del Centro Studi Confartigianato Avellino -. I trend osservati dallo studio negli ultimi 5 anni fanno emergere chiaramente la necessità di interventi mirati per far accrescere l’economia nei settori delle PMI e in particolare dell’artigianato che è stato da sempre uno dei principali “polmoni” dell’occupazione italiana. Risulta sempre più evidente come la situazione economica nazionale abbia un impatto diverso tra i vari settori dove, infatti, si evidenziano differenze rilevanti sulle variazioni del numero di imprese attive nel periodo analizzato. Tale trend settoriale necessità di essere analizzato e studiato in dettaglio per comprendere le giuste strategie da porre in essere per limitare la riduzione di numero di imprese, con relativo impatto sull’occupazione, in settori trainanti per l’economia nazionale e locale come l’edilizia, il trasporto merci e la ristorazione che dall’analisi svolta risultano essere i settori in maggiore difficoltà”.
Allarme di Confartigianato Avellino: “Un’impresa artigiana su tre rischia di chiudere in Irpinia a causa della pandemia”
“Un’impresa artigiana su tre rischia di scomparire in Irpinia”. E’ l’allarme del presidente di Confartigianato Avellino e Confartigianato Campania, Ettore Mocella. “Questo secondo lockdown determinerà un ulteriore crollo del comparto, non solo per chi è costretto a chiudere. Le intere filiere stanno subendo contraccolpi. Si pensi a quella agroalimentare con lo stop a bar e ristorante o quella della cura alla persona”, dice Mocella. “Siamo preoccupati, perché non vediamo interventi strutturali e non c’è un’iniezione di danaro vero nelle casse”.
Il presidente di Confartigianato Avellino illustra anche un nuovo dossier realizzato dal Centro Studi di Confartigianato Avellino. Nel dossier si analizza l’andamento del settore nel periodo compreso tra il 2015 e il primo semestre 2020.
Le province di Avellino e Benevento fanno registrare trend negativi, peggiori di quelli nazionali e regionali, sia in termini di riduzione del numero di unità (5,64% Avellino pari a 396 imprese in meno e 6,42% Benevento pari a 308 imprese in meno nel periodo) che in termini di occupazione (13,83% Avellino con 1.750 lavoratori in mero e 13,01% Benevento con circa 1.100 in meno).
“L’emergenza sanitaria e il lockdown di primavera hanno contribuito in modo determinante. Temiamo che la seconda parte dell’anno sia ancora più negativa”, afferma Mocella.
La Regione Campania risulta essere tra le regioni che ha contenuto maggiormente il trend negativo in termini di numero di imprese artigiane, con una riduzione del 2,93% (contro i 5,68% nazionali) con circa 2.100 unità in meno.
Analizzando le dinamiche per singolo settore produttivo per la provincia di Avellino, nel dossier del Centro Studi si osserva un incremento di imprese nel periodo considerato per attività di idraulica (+9 unità, +3% rispetto al 2015) e parrucchieri (+23 imprese, +2%) mentre tutti gli altri principali settori sono in riduzione in particolare settore Edili (-118 unità, -14%) e ristorazione (-34 unità, – 13%).