Picariello: “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”. L’obiettivo degli agronomi irpini

Successo e partecipazione alla seconda edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile. L’evento promosso dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Avellino che ha visto la partecipazione di docenti di diverse Università.

“L’idea di questo importante convegno è nata dall’esigenza di essere partecipi di un movimento ricostitutivo del nostro Territorio, nelle sue valenze agro-ambientali, ma anche produttive in settori non considerati tradizionali, dando valore alla dimensione sociale e culturale dei territori definiti come AREE INTERNE e che il grande economista Manlio Rossi Doria, amava definire col termine di “Zone dell’Osso”, perché difficili, accidentate e povere”, afferma Ciro Picariello presidente dell’Odaf.

“Ci siamo proposti – prosegue Picariello – di seguire le linee di sviluppo  dell’Agenda 2030 Obiettivo 11: cioè quello di rendere le città  e gli insediamenti  umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”.

Il presidente Picariello richiama i punti che il CONAF evidenzierà nel corso del XVII Congresso Nazionale che si svolgerà quest’anno a Matera: “Contribuire in modo attivo alla risoluzione delle emergenze nel prossimo decennio”.

Per la provincia di Avellino non può più parlarsi di territorio marginale. “Dipende dall’accezione che si dà al termine di Marginalità. Se per centralità si pensa alle valenze economico-produttive ed anche a quelle della grande scala culturale, al richiamo dell’area costiera campana, ai servizi presenti sul territorio della Città Metropolitana di Napoli, le aree interne possono definirsi marginali. Ma, come emerso dal nostro convegno, le grandi aree metropolitane possono anche essere frazioni di un territorio che non può più definirsi luogo, ma un immenso agglomerato urbanizzato, in cui è sempre più difficile trovare valori locali di appartenenza e di definizione” spiega Picariello.

Dal convegno è emersa l’idea di un territorio interno alla Campania, che reclama la spinta propulsiva agli aspetti rigenerativi del tessuto sociale ed economico. “Se vogliamo cambiare dobbiamo partire da noi stessi. Non mi riferisco solo ai Dottori Agronomi, ma a tutti coloro che sentono impellente lo slancio migliorativo evidenzia il presidente Picariello. Che aggiunge: “ Come Dottori Agronomi abbiamo il dovere di rispondere alle esigenze di allineare le posizioni classiche della produttività del Settore primario, ad un contesto economico di economia circolare, proprio per dare quel contributo tecnico di innovazione capace di produrre sistemi autopropulsivi di sviluppo non lesivi della necessità, altrettanto impellente, del mantenimento dell’ecosostenibilità”.

La seconda edizione del Festival ha trattato diverse tematiche. “Dall’analisi economico-produttiva della dimensione territoriale LifeCycle alla sostenibilità e passando attraverso le tematiche dello sviluppo infrastrutturale, dei sistemi agroalimentari biologici o comunque certificati (i famosi Bio-Distretti) si è giunti alla presentazione di modelli sostenibili di Bio-edilizia e all’uso di materiali finora considerati di scarto, ma capaci di trasformarsi in risorsa, in nuove materie prime,  utili per progettare e costruire in una prospettiva di sostenibilità”, specifica il presidente .

L’attenzione focalizzata anche sulla fauna selvatica. “Intervento importante, perché ci ha illustrato l’impellenza di modificare  abitudini e sistemi di produzione, attualmente presenti in tutte le aree  e non solo di quelle interne, a vantaggio della salvaguardia della biodiversità faunistica, anch’essa in grado di rientrare il quel sistema economico circolare di ritorno utilitaristico per l’uomo e per le sue produzioni agrarie, nonché di stimolo per l’incremento delle specie in grado di garantire il mantenimento delle  biocenosi  degli areali”, risalta il presidente Picariello.

Un cambiamento di rotta che non contrasterebbe con gli interessi di altre forme di produttività del territorio. “E’ un sistema di scelte, ma soprattutto di ottica volta al futuro. Dobbiamo renderci conto che i nostri territori sono sede di esodo, specificatamente di esodo giovanile e qualificato. In assenza di offerta produttiva, il nostro territorio, esso si spopolerà, con tutte le conseguenze del caso. Come è emerso chiaramente dal convegno”, sottolinea Picariello spiegando l’utilità di questo tipo di convegni. “Rafforzare l’idea che il nostro territorio è sorgente, nonché scrigno di valori e di sviluppo per la società del domani. La presenza di tanti giovani ce lo attesta. E anche di tanti agronomi votati a tal senso. Gli incontri certamente non bastano, occorre una politica in grado di suffragare, di sostenere, queste trasmutazioni. Il nostro compito – prosegue il presidente – è quello di stimolare un processo di consapevolezza dei rischi e di darne una rilettura in termini di scelte politiche di ampio respiro territoriale e di soluzioni tecniche da intraprendere”.

Lavoro notevole per organizzare l’importante convegno. “Volontà e supporto del gruppo organizzatore. In primis del Prof. Rino Borriello, agronomo territorialista di fama nazionale, nostro iscritto, che è considerato fra i quattro agronomi che si producono in conferenze su scala nazionale e che porta il messaggio dell’impellenza di una nuova pianificazione del Verde Pubblico in base alla quantizzazione degli eco-servizi offerti dalle piante, in relazione alle esigenze della popolazione residente nell’ambito urbano”, sottolinea Picariello.

In conclusione il presidente dell’Ordine ha ringraziato i componenti del suo staff. “Carla Acciarino, Antonio Capone, Francesco Castelluccio, Carmen Corso, Giuseppe Freda (che è stato anche il validissimo moderatore della sessione mattutina del convegno) e Monica Perna. Un ringraziamento va anche all’apporto pratico della nostra addetta alla segreteria, Patrizia Altieri”.