Uno spettacolo che cresce, evolve e si trasforma da analogico a digitale, un viaggio ‘oceanico’ attraverso il percorso straordinario di un’artista che in pochi anni è diventato uno dei protagonisti più interessanti della scena musicale italiana: è il nuovo live di Marco Mengoni pronto a conquistare il pubblico del PalaSele di Eboli sabato 18 maggio (subito dopo la tappa a Caserta del 16 maggio). Dopo aver raccolto suoni, emozioni e colori di due anni di viaggi in ATLANTICO, il nuovo album di inediti già doppio platino con oltre 40 milioni di stream, Marco Mengoni porta il suo viaggio in scena con ATLANTICO TOUR, attesissimo ritorno live che arriva a Eboli esattamente tre anni dopo il tour precedente (era proprio maggio 2016). Questa volta il viaggio non è solo geografico, ma soprattutto inteso come evoluzione, trasformazione, crescita personale e artistica. La scenografia, volutamente scarna e minimale all’inizio, in un crescendo svela nel corso dello show parti inaspettate con elementi scenici rivelati poco alla volta, sorprendendo e spiazzando lo spettatore.
PRESHOW L’esperienza per lo spettatore inizia già fuori dal palazzetto, coinvolto in alcune speciali attività grazie a due particolari sezioni dell’App di Marco Mengoni, che conta ben 200 mila download. Nel foyer del palazzetto compariranno gli ATLANTICO GATE, particolari cornici che fungeranno da veri e propri ingressi che, utilizzando la tecnologia della realtà aumentata, condurranno il pubblico in diverse esperienze. Nell’attesa di vedere Marco salire sul palco, il pubblico sarà invitato a giocare al MARCO MENGONI LIVE QUIZ, che metterà alla prova tutti i fan, presenti e non, a colpi di domande e curiosità sul loro beniamino. Marco Mengoni è ambasciatore per l’Italia della campagna internazionale di National Geographic PLANET OR PLASTIC? Il video con protagonista Marco sarà proiettato prima dell’inizio dello show.
LO SHOW Uno spettacolo di quasi due ore sviluppato con Claudio Santucci per Giò Forma, che già ha collaborato con Marco al precedente tour. Il concerto è diviso in tre parti: nella prima prevale il bianco e nero ad evidenziare anche la linearità del palco. Nella seconda i colori invadono la scena e, in un crescendo, si arriva alla totalità dello show del terzo blocco. Sono tre anche i livelli che costituiscono la scena: un fondale industriale che delimita la scatola scenica, un vero e proprio muro di ferro e lamiera, da 7 tonnellate di peso, customizzato con barre led, a cui si sovrappone uno schermo trasparente ad altissima risoluzione (16 x 7 mt), senza cablaggi a vista e realizzato su misura per questo show, in grado di scomparire completamente all’occorrenza e il kabuki sul proscenio che inizialmente cela l’intero impianto scenico. Le luci, curate da Jordan Babev, già collaboratore di Phoenix ed Editors, seguono il ritmo dello show e incorniciano la scena movimentata da 150 motori. Sono 500 i corpi luminosi e 12 le sorgenti laser di ultimissima generazione realizzati per l’occasione negli USA. Tre sono anche i cambi dello show, realizzati esclusivamente per Marco da Giorgio Armani, che firma anche gli abiti della band e le speciali tute indossate dai tecnici che lavorano allo show. Tra cartoni, esplosioni visual, blocchi luminosi che animano la scenografia, brano dopo brano lo spettacolo è un crescendo di colori ed emozioni.
“Dopo dieci anni di carriera non è stato facile definire la scaletta – ha raccontato Mengoni – Mi sono affidato all’istinto e ai brani che, più di altri, hanno segnato il viaggio di Atlantico e questo mio fortunato momento artistico”. In scaletta ventisei brani, tutto “L’essenziale” del suo straordinario percorso, dai brani più emozionanti come “Ti ho voluto bene veramente”, “Sai che”, “Hola”, “Guerriero”, alle sonorità più incalzanti e travolgenti di “Io ti aspetto”, “Pronto a Correre”, “Voglio” e “Muhammed Ali” che dà il via allo show.
Sul palco con Mengoni, che ha curato anche gli arrangiamenti, un gruppo di straordinari musicisti con la direzione musicale di Christian Rigano (piano e tastiere): Giovanni Pallotti (basso), Peter Cornacchia (chitarre), Davide Sollazzi (batteria), Massimo Colagiovanni (chitarre), Leonardo Di Angilla (percussioni) e, ai cori, Barbari Comi, Moris Pradella (anche chitarra) e Yvonne Park.