Saturnino (Jovanotti), Andy (Bluvertigo), Cristina Scabbia (Lacuna Coil) e Tormento (Sottotono) ospiti della Plants Play Orchestra insieme a Rossana De Pace

Partirà da Napoli, sabato 15 giugno, il nuovo tour della cantautrice pugliese Rossana De Pace.
IN APERTURA AI NEGRAMARO
In occasione della tappa partenopea, e del successivo live a Milano di sabato 22 giugno, la cantautrice sarà ospite del palco dei Negramaro, grazie alla partnership fra la fondazione Pino Daniele e il conservatorio di Milano.
«Ho presentato un riarrangiamento di un pezzo di Pino Daniele con l’aggiunta di alcune strofe scritte di mio pugno. Durante questi due live avrò l’onore di cantare due suoi brani, “Evviva ‘o rre'” e “Yes I know my way”».
LE 4 DATE AL SUMMER IN MILAN
con Saturnino (Jovanotti), Andy (Bluvertigo), Cristina Scabbia (Lacuna Coil), Tormento (Sottotono) e Pietro Morello
Quattro sono, invece, gli appuntamenti all’interno del Summer in Milan 2024.
Per l’occasione Rossana andrà in scena con il peculiare progetto Plants Play, dove all’esecuzione da parte degi esseri umani si accosta quella delle piante grazie a un particolare dispositivo che permette di captare l’impulso elettrico delle piante e trasformare il loro bioritmo in musica.
Per queste 4 date sarà prevista una vera e propria orchestra di dodici piante, diretta da Edoardo Taori (già a lavoro con Dardust a Sanremo 2023), mentre Rossana, insieme a In Arte Roger, accompagnerà l’esecuzione.
Per l’occasione, l’orchestra sarà di volta in volta affiancata da nomi storici del panorama musicale italiano.
Si parte mercoledì 26 giugno, insieme a Andy (Bluvertigo) e Pietro Morello; giovedì 18 luglio sarà la volta di Cristina Scabbia (Lacuna Coil) mentre giovedì 29 agosto toccherà al rapper Tormento (Sottotono) dare manforte alla cantautrice pugliese; si chiude giovedì 26 settembre con uno dei bassisti più influenti della scena musicale italiana, Saturnino (Jovanotti).
Ho sempre sentito la connessione con la natura, una sensazione molto simile a quella con la musica; perciò è stata una conseguenza naturale, appunto, unirle.

Ho iniziato campionando suoni d’ambiente per produrre paesaggi sonori, sempre in residenze artistiche dove alla fine della permanenza creavo un ritratto del luogo con i suoi suoni, mischiandoli alla mia voce; poi mi sono chiesta se esistesse un modo per far suonare direttamente la natura e, tramite passaparola, mi fu segnalato questo dispositivo che permette di captare l’impulso elettrico delle piante e trasformare il loro bioritmo in musica.
Sia la musica che l’elettricità hanno in comune gli hertz come sistema di misura: partendo da un dato elettrico in Hz possiamo generare una nota specifica. Era esattamente quello che cercavo.
Contattai Edoardo Taori, creatore di questo dispositivo, chiedendogli di avviare una partnership e, tre giorni dopo, era a casa mia.
Ho iniziato jammando con le piante in fase performativa ed ho integrato le frequenze nei paesaggi sonori. È un po’ come descrivere un luogo tramite le sue componenti vegetali.
Uno dei lavori tra i più soddisfacenti, che è andato in mostra a Teheran, in Iran, l’anno scorso, è “Requiem”. Ero al Parco Sempione a Milano con Isabel Rodriguez Ramos, visual artist italo-cubana con cui collaboro, alla ricerca di suoni da campionare, quando troviamo un albero abbattuto da un uragano qualche giorno prima. Si era spezzato in due. Posizionando gli elettrodi sulla metà che aveva ancora le radici ancorate al terreno, è venuto fuori un suono profondissimo, che mi ricordavano rantoli di morte. Erano discontinui, ma molto gravi: sembrava che stesse cantando il suo stesso requiem, appunto, così abbiamo registrato il suo “canto” in relazione al mio tocco ed il mio canto, componendo un video artistico che celebra la sua morte.
Ho anche sperimentato costruendo paesaggi sonori con un vigneto nelle Marche di vino naturale colpito dalla peronospora (un fungo che aveva raso al suolo il 90% del raccolto); le foglie di tabacco in una casa del tabacco nelle campagne cubane (incredibili come, anche se secche, suonassero ancora).
L’ho portato anche in performance per sottolineare l’interazione uomo-natura, dato che entrando in comunicazione con loro toccandole, producendo anche noi impulsi elettrici, modifichiamo la frequenza. Il risultato è la comunione delle due frequenze.
Non solo le piante sono vive e abbiamo un feedback immediato, ma anche imprevedibile e, a livello creativo, è molto stimolante.
La maggior parte delle performance che ho condotto con Plants Play sono partite dalla pianta che dava il primo input su cui si costruiva tutto l’arrangiamento istantaneo, creato con loop di voci e, durante alcune performance, con strumenti inerenti al concept, come “Storie di vitae”, dove ho costruito il paesaggio sonoro live in vigna sul canto delle viti registrando sul momento groove con gli strumenti di ogni processo della vinificazione, esplorandone ogni potenzialità.
L’ultimo lavoro l’ho fatto a marzo 2024, in Francia, al Domaine de Boibuchet, finanziato dall’istituto della cultura Italiano a Parigi, dove ho monitorato per un mese lo stesso tipo di pianta disposta in parti diverse della residenza a diverse ore del giorno, segnando parametri come temperatura, esposizione solare, umidità. Ho raccolto molti dati che vorrei analizzare per scoprire se può esserci una frequenza ricorrente in natura ed ho costruito tre paesaggi sonori sui diversi habitat (terra, cielo e acqua) della residenza, costruendo un DJ set interamente creato campionando versi di animali del luogo, suoni di ambiente ed elementi del posto, frequenze di alberi e piante e la mia voce live. Alla fine della residenza ho performato in riva al lago della residenza.
Come cantautrice, nelle mie canzoni ci sono sempre riferimenti alla natura o immagini che riportano al concetto o sonorità che sanno di terra, e adesso, oltre ai contenuti, sto cercando di unire questa parte più sperimentale con quella d’autore, quindi di portare la natura non solo nelle immagini delle mie canzoni, ma proprio nei suoni.
Ho iniziato portando sul palco di Musicultura una piantina d’ulivo, simbolo di pace, ma anche della mia terra, la Puglia, che ha “cantato” con me su “Siamo ospiti”, un brano che parla della presunzione umana di sentirsi padrone di un mondo che non gli appartiene. Mi piaceva l’idea di combattere un po’ l’antropocentrismo facendo cantare con me proprio una pianta su questa preghiera cantata.
Da fine giugno, però, per la prima volta porterò le mie canzoni live con un’orchestra di piante, collaborando con Edoardo Taori come direttore d’orchestra per quattro date a Milano con ospiti come Andy dei Bluvertigo, Pietro Morello, Tormento, Cristina Scabbia e Saturnino. Dodici piante accompagneranno la mia musica.
A fine giugno, poi, uscirà “Perchè lo fai?”, canzone che mi è stata ispirata dalla vista di un airone cenerino per la prima volta. Nella produzione anche il suo verso farà parte del beat!