Avvelenata, irriverente, liberatoria, CURRICULUM è una specie di autobiografia in musica in cui Roberta Giallo, che dell’ironia ha fatto un marchio di fabbrica, lascia intendere di non aver raggiunto certi risultati, forse perché sprovvista di certe “qualità”. Nell’iconica copertina sfoggia un rotolo di carta igienica con su scritto CURRICULUM, come ad indicare dove vadano a finire i nostri curriculum, e quale uso possa farne chi li riceve…
Roberta: “questa canzone è anche la risposta definitiva a tutti coloro che sostenendo che io meriti di più di quel che ho avuto, tornano spesso a domandarmi perché io non sia più “famosa”, o perché non abbia ancora calcato il palco dei fiori… che vi devo dire, osservate bene come vanno le cose; questo non è un mondo per artisti e artigiani, ma un mondo per venditori senza scrupoli e multinazionali… dove anche saper cantare a volte è un deterrente…”
“No, non mi è mai riuscito bene leccare il culo al professore, no, non mi è mai riuscito bene arruffianarmi le persone, no, non mi è mai riuscito bene tradire se c’era l’amore, il mio peccato originale è che possiedo una morale”, recita il ritornello. Come in un film noir, il brano scritto da Giallo e prodotto da Corrado Rustici in California (la cantautrice era da quelle parti col suo Astronave Gialla World Tour) attraversa varie tappe esistenziali, dall’adolescenza all’Università. Bullismo, maleducazione, arroganza, in questo scenario desolante emerge una amara consapevolezza: nell’era digitale una lode in filosofia morale e un corposo curriculum non basteranno… ci vuole ben altro!
Confessa l’artista: “spesso, anche a fin di bene, addetti ai lavori mi hanno consigliato di omettere di essere laureata, persino di cantare e scrivere “un po’ peggio”, qualcuno mi ha anche suggerito di fingermi un po’ scema per evitare di risultare antipatica, forte no?”
In questo quadro apocalittico-distopico, fortunatamente non mancano antidoti: “Credo nel potere rigenerante dell’atto creativo, nello spirito critico, e nelle Grandi Canzoni, e oggi ringrazio Guccini, perché “L’Avvelenata” nei momenti di disillusione profonda mi ha salvata. La mettevo su a ripetizione e mi veniva da ridere… Curriculum è un po’ la mia Avvelenata, la prima di una lunga serie…
Infine una nota empatica e solidale ai colleghi cantautori: “Amiche, amici, non lasciamoci infinocchiare da chi promette cose e in cambio ci chiede di snaturarci; se abbiamo qualcosa da dire diciamolo senza paura, ché ormai la “civiltà” degli streaming e degli influencer sta crollando. C’è bisogno di nuovi paradigmi, osiamo, sperimentiamo… magari arriverà un tempo luminoso, più umano e con più umanità nelle canzoni, io ci voglio credere e “a culo dritto” correrò i miei rischi, senza svestirmi “dei panni che son solita portare”.