Dal 22 dicembre 2023 sarà in rotazione radiofonica “Io ratto tu serpente” (Overdub Recordings), il nuovo singolo di ESSERESCORIA, già disponibile sulle piattaforme digitali dal 19 dicembre.
Il brano “Io ratto tu serpente” già dal titolo evoca un’immagine chiara: una creatura completamente alla mercé del suo predatore, il quale controlla il destino della sua preda da negarle persino il gesto di una fine rapida. In modo sadico, invece ne prolunga l’agonia gustandosi ogni piccolo momento. La canzone restituisce la metafora di una dipendenza che non lascia scampo, in cui il soggetto è così schiavo che, seppur conscio di essere nelle mani del suo burattinaio, non vede l’ora di tornare da lui. Questa dinamica si può sicuramente declinare in varie realtà di dipendenza, dalle sostanze al gioco, alle relazioni personali e a molte altre infinite sfumature esistenti nella nostra società. Musicalmente, è un pezzo grintoso che trascina fin da subito nelle sue atmosfere rock. La voce graffiante trasmette la sensazione di essere cantata con un’energia che non vedeva l’ora di esprimersi, come se questa esperienza, per quanto deleteria, fosse anche una grossa fonte di ispirazione. L’intermezzo offre una tenue speranza di un futuro libero da questa schiavitù, che però torna di nuovo, come un tossico che ricade dopo un periodo di sobrietà, nel ritornello che parla di un burattinaio che controlla il suo burattino. Il verso del ritornello “perché tu respiri le mie apnee, ogni pezzo assente, ogni scintilla che non c’è è come ossigeno per te, demone” si riferisce al fatto che la dipendenza esiste solamente perché abbiamo dei vuoti esistenziali, come dimostrato dall’esperimento “rat park”condotto alla fine degli anni ’70 dallo psicologo canadese Bruce K. Alexander. Spiega l’artista a proposito del brano: «In questa canzone si canta sia l’amore totale che l’odio per la musa del “tossico”. Da una parte è irresistibilmente attratto e non riesce che ad adulare l’oggetto del desiderio, dall’ altra è consapevole che questo stesso gli sta completamente rovinando la vita. Ne esce quindi una rabbiosa canzone d’amore dall’energia travolgente. Se vivessimo una vita piena, completamente umana, sono sicuro che niente potrebbe arrivare a farci sprofondare in questo oblio». |