Riaprono anche le attività della Biblioteca Il Didrammo: si parte con fotografia al femminile.
Il MuDiF Museo Didattico della Fotografia rafforza le attività culturali legate al nuovo allestimento museale e alla riapertura dei progetti della Biblioteca “Il Didrammo”. Una due giorni – 22 e 28 dicembre 2023 – organizzata negli spazi dell’ex convento S. Domenico di Sarno, dove verrà presentato il programma, i rinnovati percorsi divulgativi tra analogico e digitale, rassegne sulla fotografia e sui libri dedicati all’alfabetizzazione visiva per grandi e bambini. Si parte il 22 dicembre alle ore 10.30, con la presentazione di uno scenario espositivo del tutto diverso rispetto a quello precedente. «Decidere il riallestimento museale non è scelta da poco per mille e più motivi, non ultimo quello di promuovere e realizzare un progetto realmente innovativo – spiega Vincenzo Petrosino, presidente dell’associazione Il Didrammo Aps (sotto la cui egida opera il museo) – Il nostro “piccolo” museo è stato articolato in due aree: una prima, del tutto nuova, trasformata per condurre esperienze immersive con tecnologie di videomapping; l’altra, più tradizionale, articolata in aree e settori con rinnovata cartellonistica e apparati didascalici, revisione e miglioramento del percorso espositivo, impianto di illuminazione a tutela e sostegno dei materiali fisici esposti. Proporremo fototipi storici, strumenti ed attrezzature fotografiche, tecniche e tecnologie di produzione, riproduzione, sviluppo e stampa connesse ai diversi periodi storici della fotografia. L’apparato didascalico accompagnerà le visite proponendo anche curiosità tecniche, come macro e micro macchine fotografiche, attrezzature per il fotoritocco, appunti dei fotografi, tabelle per la soluzione dei prodotti di sviluppo e fissaggio e tanto altro ancora». «Con la risistemazione del nuovo percorso abbiamo voluto pensare a due mondi che si integrano, pur se diversificati – racconta Rosario Petrosino, direttore del MuDiF – Un percorso analogico sintetico sulla storia della fotografia grazie a materiali in possesso del Mudif. Mentre la parte digitale prende queste notizie e le rende visive, invitando il visitatore a entrare nel racconto. Una grande narrazione attraverso i documenti raccolti in questi 25 anni. Così ci avviciniamo anche ai ragazzi, alle nuove generazioni. Il nostro è un dialogo con i tempi che stiamo vivendo. Come quando l’invenzione della fotografia scombussolò il mondo dell’arte visiva, così adesso il digitale sollecita riflessioni e dibattiti. L’importante è conoscere il passato e il presente, per prendere il meglio da entrambi e costruire orizzonti diversi». Giovedì 28 dicembre sarà invece una giornata interamente dedicata alla Biblioteca specializzata “Il Didrammo”. Punto centrale della programmazione sarà “Sguardi sul ‘900 – Fotografia al femminile”, una rassegna di incontri sulle donne che hanno lasciato il segno nella storia fotografica. Il primo incontro vedrà gli interventi di Vincenzo Petrosino (presidente Il Didrammo), Eutilia Viscardi (sindaco facente funzioni e assessore alla Cultura del Comune di Sarno), Immacolata Murano (bibliotecaria Il Didrammo), Barbara Bergaglio (Camera Torino), Rosario Petrosino (direttore Mudif). Il progetto farà da apripista alle attività del 2024. Il primo incontro riguarderà la storiografia della fotografia al femminile e si concentrerà sulla figura di Julia Margaret Cameron, considerata una pioniera, attiva nell’Ottocento in epoca vittoriana. La rassegna è curata da Immacolata Murano (responsabile Biblioteca Il Didrammo), che presenterà la struttura bibliotecaria e la sua mission per il 2024. Il progetto “Fotografia al femminile” farà da apripista alle attività della biblioteca con programmi dedicati in gran parte agli under 18, come i GDL (gruppi di lettura) dedicati ai libri fotografici con incontri mensili in biblioteca, il lancio di un contest fotografico dedicato al tema del viaggio dal titolo “Nóstos” come narrazione del quotidiano e del ricordo e visione privilegiata della bellezza che ci circonda, e un percorso di alfabetizzazione visiva dal titolo “Leggere una fotografia”, che interesserà in particolar modo le scuole del territorio. In una visione olistica, il disegno si muove in più direzioni. Da una parte il desiderio di far conoscere e valorizzare il proprio patrimonio di interesse fotografico aprendosi al territorio, dall’altra il proposito di coinvolgere le comunità, in particolare quelle scolastiche, in percorsi di educazione visiva che possano fornire nuove competenze per migliorare il modo in cui vediamo e interpretiamo le immagini, ma anche progetti ad hoc mirati a far conoscere la fotografia da un punto di vista prettamente tecnico.
Cos’è il Mudif. Il Museo Didattico della Fotografia (MuDiF) nasce nel 2008. Con delibera della Giunta Regionale Campana del 4 aprile 2008 viene attribuito al Museo Didattico della Fotografia dell’Associazione IL DIDRAMMO lo “status” di museo di interesse regionale. Il MuDiF è naturale evoluzione dell’associazione IL DIDRAMMO che, già dal lontano 1999, coltivava la singolare vocazione di preservare la “memoria” attraverso la fotografia, valorizzando l’avventura culturale dello “sguardo”, sottraendo alle cantine, ai depositi umidi e polverosi un’interessante mole di elementi che attualmente vanno a costituire un patrimonio di circa 200mila fototipi. Il Mudif perciò ha fatto propria la definizione formulata dall’ICOM secondo cui il museo è “Istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, di educazione e di diletto”. Le articolazioni funzionali del MuDiF: l’archivio storico fotografico, lo spazio museale, il deposito, il laboratorio di restauro, il laboratorio di digitalizzazione e catalogazione, la camera oscura per lo sviluppo e la stampa, la biblioteca specializzata. Per tutto questo il MuDiF è diventato qualcosa di più di un centro per la semplice raccolta di materiale storico da custodire. Si è voluto pensare, invece, ad un Museo che fosse certamente locale, ma non per questo minore; radicato e connesso al territorio, ma proteso e pronto per essere riferimento per la Regione tutta; soprattutto laboratorio, contesto originale del fare, cantiere, bottega in continua attività, aperto, vissuto, di facile accesso, con particolare attenzione alla didattica, attento alla formazione e perciò accessibile, culturalmente e fisicamente, accogliente nei confronti dei giovani, attento alla ricerca, allo studio, alla divulgazione, alla promozione e tutela della fotografia.