Un piccolo paese dal grande cuore e dalle salde radici. Celle di San Vito, 140 abitanti, in provincia di Foggia, è il più piccolo comune della Puglia. Graziosissimo e sempre ben tenuto dai suoi abitanti, svetta trai monti con il suo elegante profilo, nel quale sono immediatamente riconoscibili la Porta dei Provenzali e la bellissima chiesa di Santa Caterina.
Entrandovi e percorrendo le sue strade bianche, osservando l’abitato in pietra, ricco di elementi ornamentali, sembra di essere catapultati in un’altra epoca. Ma non crediate: la strada per arrivarci è perfetta e ben asfaltata e, quando nevica, le squadre in azione per ripulire il centro e i dintorni sono immediatamente operative ed efficacissime.
Il 22 luglio 2023 si è svolta la cerimonia di inaugurazione della statua di re Carlo I d’Angiò, il fondatore di questo graziosissimo paese. Celle ed il vicino comune di Faeto costituiscono l’unica isola di lingua franco-provenzale presente nel Sud Italia. Un’eredità importante e preziosa, che gli abitanti custodiscono da sempre con grande orgoglio. La sindaca di Celle, Palma Maria Giannini, che ha fortemente creduto in questo progetto, ha invitato per l’occasione la Console generale di Francia per il Sud Italia, Lise Moutoumalaya, che ha conquistato tutti i presenti con il suo sorriso incantevole e la gentilezza dei suoi modi.
«Da oggi l’Italia e la Francia, Celle di San Vito e Parigi non si sentono più cugini ma sorelle legate da un rapporto di vera amicizia», ha detto la sindaca Giannini, che ha anche consegnato alla Console le chiavi della città ed un bellissimo quadro raffigurante Celle di San Vito.
Dal canto suo, Madame Moutoumalaya ha affermato: «Nel sud Italia c’è molto cuore francese. Apprezzo tantissimo questa iniziativa e vi prometto che mi impegnerò a promuovere questo bellissimo territorio portando qui tanti turisti francesi».
Alla Console è stato anche consegnato il gagliardetto della Associazione Culturale Francoprovenzale di Puglia in Piemonte.
Dunque, una cerimonia carica di simbolismi, che rafforzano ancora di più il senso di radicamento, di appartenenza e di identità degli abitanti di Celle, facendo di questo comune una entità forte, che sfida i secoli e la storia.
All’evento hanno presenziato moltissime autorità politiche locali, regionali e nazionali.
Per l’occasione, è stata invitata anche la stampa sannita. Un invito personale è stato, infatti, rivolto dalla sindaca di Celle, a due testate: Realtà Sannita e Reportages Storia & Società.
Annamaria Gangale, di Realtà Sannita, ha dichiarato: «Ringrazio la sindaca Giannini per il gradito invito e sono oltremodo felice di aver conosciuto una così bella realtà: una perla pugliese circondata da immensi boschi e accarezzata dal vento. Come ha ben sottolineato la prima cittadina, in un mondo globalizzato è essenziale preservare e valorizzare le proprie unicità, ma pensando in grande e unendo le forze per il bene del territorio. Grazie all’ottimo piano di comunicazione messo in campo, questo piccolo borgo italiano è entrato nel circuito turistico nazionale e internazionale, tant’è che, tra le altre cose, è stato realizzato anche un grazioso Albergo Comunale. Arrivati a Celle di San Vito si capisce subito che a capo della comunità vi è una donna, perché il tocco femminile e l’attenzione al più piccolo particolare lo si trova in ogni via, in ogni anfratto, in ogni angolo e la sindaca, che tutti chiamano affettuosamente e semplicemente Maria, è davvero molto amata».
Lucia Gangale, che ha studiato in Francia e che è direttore responsabile di Reportages, rivista semestrale nata nel Sannio, ma a vocazione internazionale (la rivista è, infatti, multilingue), ha potuto conversare in lingua francese con la Console Moutoulomaya, soprattutto a proposito del recente gemellaggio tra Benevento e Bénévent-l’Abbaye.
Le due inviate hanno anche potuto partecipare all’elegante cena di gala, che si è svolta nella sala cerimonie dello storico Castello a Via dei Provenzali, ed al successivo spettacolo di fuochi pirotecnici in Piazza Magrone. L’intera manifestazione è stata allietata dalla banda musicale “Città di Pannarano”.
Nel XIII secolo Carlo I d’Angiò, dopo aver liberato Lucera dai Saraceni, concesse ai suoi soldati di richiamare le proprie famiglie e di stabilirsi presso le cellette dei monaci situate alle pendici di Monte San Vito. Dieci di queste famiglie misero radici in questo posto magnificamente posizionato, fondando Celle di San Vito e dando così vita a una comunità di lingua francoprovenzale.
La statua bronzea di Carlo d’Angiò, opera dello scultore faetino Leonardo Scarinzi, è alta 1.70 e straordinariamente espressiva. Nella targa del basamento è impresso il nome della sindaca Giannini, che resterà ad imperitura memoria. La statua è posizionata sul belvedere dietro l’Arco dei Provenzali, dove la vista spazia sul vicino comune di Faeto e dove il vento la fa da padrone, volgendo le spalle a ovest dove tramonta il sole, a ricordare le origini di una lunga e importante storia.
Lo storico medievale Giovanni Villani, nella sua monumentale opera Nuova Cronica (che fu continuata da due dei suoi figli), scrisse: «Questo Carlo fu savio, di sano consiglio, e prode in arme, e aspro, e molto temuto e ridottato da tutti i re del mondo, magnanimo e d’alti intendimenti, in fare ogni grande impresa sicuro, in ogni aversità fermo e veritiere d’ogni sua promessa, poco parlante, e molto adoperante, e quasi non ridea se non poco, onesto com’uno religioso, e cattolico; aspro in giustizia […] grande di persona e nerboruto, di colore ulivigno, e con grande naso, e parea bene maestà reale più che altro signore; molto vegghiava e poco dormiva, e usava di dire che, dormendo, tanto tempo si perdea».
Un video della durata di cinque minuti, riassuntivo dell’intera giornata, è all’indirizzo: www.youtube.com/watch?v=AIixAMlFuls