Il progetto, con la direzione artistica del coreografo internazionale Antonio Colandrea, si svolgerà ogni sera fino a domenica 2 luglio ad Acquamorta Monte di Procida.
La seconda serata della I edizione di “Anima Flegrea – Festival del mito, della cultura e della danza” si svolgerà domani, mercoledì 28 giugno, alle ore 20.45, ad Acquamorta Monte di Procida (Na) – Largo 7 luglio (nella zona antistante a “La Playa”) e sarà condotta dal Conte Galè. La manifestazione, che durerà fino a domenica 2 luglio, è diretta dal coreografo internazionale Antonio Colandrea, prodotta dal Comune di Monte di Procida con la WiAutomation ed organizzata da ArtGarage – Centro Coreografico e delle Arti Performative Contemporanee con la collaborazione di CampiFlegrei Active, Artù, Avvertenze Generali, la ProLoco di Monte di Procida e l’Endas.
“Jeux – visioni coreografiche tra danza e sport”,coreografato da Antonio Colandrea, è uno spettacolo formato da quattro balletti che, in armonica successione, mostreranno somiglianze e differenze tra danza e sport, regalando immagini, atmosfere ed emozioni. I quattro balletti, intitolati Cor Ludo, Fair Play, Riece (dieci) e Campo Libero, vedranno dialogare le due Arti del corpo in movimento, che richiedono entrambe corpi plasmati dall’esercizio, un uso sapiente del tempo, dello spazio, attenzione, precisione ma anche altro.
La prima coreografia, “Cor Ludo”, interpretata da “Il Balletto di Castelfranco Veneto” di Susanna Plaino, nella sua stilizzata allusione al tennis, rende omaggio ad una celebre creazione di Vaclav Nijinsky messa in scena 110 anni fa, col titolo di Jeux. Non è una riedizione perché il Maestro Colandrea solca acque nuove, cerca nuovi orizzonti, ama conciliare epoche e suggestioni che sono alla base del presente e premessa del futuro, e così, sulle note della Ciaccona di Bach, il ritmico suono che suggerisce una competizione, diviene un battito del cuore, anzi, di cuori che pulsano di concerto, superando l’agonismo per approdare ad un’emozione condivisa che affratella e diviene pura letizia dell’animo.
Il balletto “Fair Play”, con musica composta dal Maestro Lino Cannavacciuolo, anch’egli flegreo, interpretato dal “Venezia Balletto” di Sabrina Massignani, parte dal concetto del gioco corretto, un gioco basato su una rigorosa preparazione tecnica che trasforma il corpo in un meccanismo perfetto, nel quale l’energia muscolare e quella della volontà si incanalano per il raggiungimento dell’obiettivo. Ciò vale in larga misura anche nella danza, poiché occorrono sforzo, dedizione, impegno costante per allenare ogni singolo muscolo ed acquisire il massimo della tecnica da unire al più alto livello di espressività. La coreografia del Maestro Colandrea ci porta nel cuore dell’Arte del movimento, facendo scoprire l’ingranaggio di forza dissimulata, grazia, bilanciamento e armonioso dinamismo che caratterizzano la Danza, un mondo che richiede preparazione atletica, ma non mira alla competizione, poiché, nel gioco delle parti, vede il corale raggiungimento della pura emozione del bello.
“Riece (dieci)” non è semplicemente un numero pronunciato in napoletano. Riece, legato all’azzurro che vedremo, desta un potente eco nella memoria, un riscatto sportivo di qualche decennio fa che si riverbera nella gioia odierna per il nuovo traguardo raggiunto. Ma la coreografia, interpretata da Spazio Danza di Annalisa Cernese, prescinde dall’attimo e dalla circostanza, poiché è centrata sul concetto di schema, di organizzazione e gestione dello spazio fisico che accomunano il Calcio alla Danza. Nulla è lasciato al caso: ogni invenzione tattica, così come ogni passo di danza, rientrano in un approccio rigoroso, in una geometria del possibile che determina quel che l’attimo richiede. Il suggestivo accostamento delle note della Milonga argentina con preziosismi napoletani, e di gestualità tipiche della terra flegrea, mostreranno come agisca costantemente lo schema, onnipresente motore del reale.
“Campo Libero”, l’ultima gemma donataci dal Maestro Antonio Colandrea, e interpretata dalla “Fondazione Lyceum Mara Fusco – Balletto di Napoli”, è un balletto che, sulle note del Balanescu Quartet, affronta il tema del tempo che scorre, delle cose che evolvono, della tradizione che dev’essere fonte di ispirazione, ma non arcigna tiranna. Urge il nuovo, urge la vita, bisogna camminare al passo col vento. Si partirà quindi dal classico, dal tradizionale, poi musica e figure vireranno verso esiti più contemporanei, improntati a maggior libertà che, però, non scade mai nel semplice arbitrio. La danza accomuna, affratella, celebra la bellezza del gesto attraverso il coordinamento singolo e collettivo. È per sua essenza consapevolezza. Perciò, libero, ma con gli altri, e consapevole di questo, ciascun ballerino è espressione di più volontà che vibrano all’unisono.