“Lampedusa (se l’uomo resta)” è il nuovo brano dei Granato, un riarrangiamento di “Lampedusa”, brano tratto dal loro primo album, “Corrente”.
I Granato hanno sentito l’esigenza di lavorare di nuovo su questo pezzo e presentarlo ancora una volta al pubblico per riportare in evidenza le tematiche che questo brano affronta, ancora più attuali in questo momento storico.
Il brano è dedicato all’isola Lampedusa, vista come il nostro punto di contatto con il continente africano.
Il testo è una riflessione sull’atteggiamento dell’occidente rispetto a ciò che viene da quella parte di mondo: non riusciamo a cogliere ciò che di positivo c’è nell’essere vicini ad un continente dal quale potremmo apprendere un diverso stile di vita, ispirarci per una “riflessione su possibili equilibri alternativi” e del quale, è ormai banale dirlo, riusciamo soltanto a sfruttare le risorse e le persone: “Con gli occhi sempre al Nord e a Ovest, fingiamo che dal Sud non venga niente”.
Il brano riflette sul violento predominio delle ideologie occidentali sul resto del mondo e su alcune delle conseguenze del modello sociale capitalista e consumista.
Rimane, però, la fede nell’uomo, unica speranza di emancipazione da un mondo sottomesso ai capitali e alle macchine: “nulla muore, se l’uomo resta”, recita la parte finale del brano.
La nuova veste musicale di “Lampedusa” nasce dalla versione che i Granato hanno portato dal vivo, perciò conserva una dimensione live, un suono più duro e monolitico rispetto all’originale, fatto di chitarre elettriche, batteria acustica e sintetizzatori analogici.
Il brano è stato suonato e registrato dai Granato, Alessandro Cicala e Francesco Bianco, con Giuliano Ferrari alla batteria. Francesco Bianco ha curato anche l’editing e il mix. Il mastering è stato realizzato da Dario Giuffrida. Il brano è pubblicato per Aventino Music.
Il brano è stato presentato in anteprima all’incontro Sentieri da Sud, in occasione della giornata mondiale del rifugiato indetta dall’UNHCR, con Andrea Costa, presidente di Baobab Experience, e Orlando Amodeo, ex dirigente medico della Polizia di Stato e attivista, soccorritore dei migranti in arrivo sulle coste ioniche della Calabria.