L’avvocato Attilio Fontana, l’appena riconfermato Presidente della Regione Lombardia, ha ricevuto una copia del libro di Marco Termenana (pseudonimo)”Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli“, direttamente dall’autore.
Innanzitutto, chi è Marco Termenana?
Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato “Giuseppe”. I romanzi sono ispirati al suicidio di Giuseppe, il figlio ventunenne (il primo di tre), quando in una notte di marzo 2014 apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo a Milano, e si lancia nel vuoto.
Senza mai cadere nella retorica, la storia racconta il (mal) vivere di chi si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è infatti anche la storia di Noemi, alter ego femminile, che assume contorni definiti nella vita dei genitori solo nel momento in cui si toglie la vita.
Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori, malattia consistente nella scelta di rifuggire totalmente dalla vita sociale e familiare.
“Mio figlio” sta ricevendo un forte plauso dalla critica letteraria di tutta Italia e proprio il mese scorso ha festeggiato il trentatreesimo riconoscimento in circa in un anno e mezzo, ma perché questo incontro?
Ce lo dice lo stesso autore.
“Desideravo molto incontrare il Presidente Fontana se non altro per dare continuità a quello che sta avvenendo con diverse Amministrazioni Comunali dello Stivale: un’attenzione a come quello che ho raccontato possa essere d’aiuto in quelle famiglie dove ci sono situazioni analoghe, attraverso il sostegno degli amministratori pubblici. Ho scritto solo per commemorare Giuseppe, ma se la storia gira e aiuta innanzitutto a far riflettere, riesco a dare un senso alla stupida ed inutile morte di mio figlio. Se poi si riesce a dare sin da subito un taglio concreto, come è avvenuto nel corso della mia ultima presentazione al Comune di Azzate, Varese, lo scorso 23 novembre, dove si è riusciti ad abbinare al mio libro la concretezza di tutti i giorni perché a fianco a me, durante la presentazione, già c’erano due psicologi dello Sportello Ascolto presente sul territorio per intercettare immediatamente le richieste della platea stimolate dai miei racconti, è ancora meglio.”
In effetti, l’incontro c’è stato prima di Natale, ma non è stato possibile parlarne per le regole sulla par condicio delle competizioni elettorali.
Il 2023, poi, dovrebbe vedere fiorire ancora diverse altre importanti iniziative per “Mio figlio”, come, per esempio, l’apertura ai mercati esteri, ma, trattandosi di trattative riservate, non è possibile aggiungere oltre. Quello che invece si può riportare è, come in parte già dice lo stesso autore, che è auspicabile che da questa terribile storia che un papà ha avuto la forza di raccontare, possa essere generato valore aggiunto sia per chi è in situazioni analoghe a quelle raccontate (genitori, figli, nonni, docenti, dirigenti scolastici, psicologici, operatori sociali in senso lato e simili) e sia per chi non lo è ma vuole ugualmente confrontarsi con un bell’esempio di resilienza. Auspicabile pure che in tutto ciò, chi ha la responsabilità di amministrare la cosa pubblica, possa sostenere l’autore, anche se il suo obiettivo iniziale non era questo.
Emblematico quindi l’incontro con il rieletto capo politico dei lombardi.
Ed allora auguri ai “ragazzi”, Giuseppe ed Attilio!