Vernissage domani giovedì 9 febbraio alle ore 19 per la mostra del fotografo montecorvinese allestita negli spazi della sua Galleria Camera Chiara nel centro storico di Salerno che darà il via anche alla settimana di eventi ideati da Rita Martinova ad un anno dall’invasione russa della terra Ucraina.
“La bellezza salverà il mondo” fa pronunciare Dostoevskij al Principe Mìskin e domani giovedì 9 febbraio, a pochi giorni da un anniversario infausto, ovvero ad un anno dall’invasione russa della terra Ucraina, che cadrà il 24 febbraio, Rita Martinova e Armando Cerzosimo inaugureranno, la settimana di eventi, patrocinata dal Comune di Salerno, che animerà la mostra fotografica del Maestro montecorvinese, ospite negli storici spazi del suo studio, sito nel centro storico di Salerno, in via Giovanni da Procida 9, “Le cose che pensano”, sette immagini che ritraggono donne e bambini accolti qui in città recanti tra le mani i simboli della loro terra, il grano, la Bibbia, l’uovo, una ghirlanda di fiori, un’icona, una candela, un popolo in cammino, verso la luce, tenace, mai domo, fiero, con il lutto nel cuore simboleggiato dal velo che lo avvolge. Mostra fotografica che dialogherà con sette opere del massimo artista ucraino contemporaneo Ol’svol’d maestro dell’informale, nel 2009 ha scelto una guida spirituale e ha iniziato a creare gli Tsvetnosties L’obiettivo e il significato della sua vita è salvare l’umanità attraverso la costruzione di gallerie in tutto il mondo e la collocazione di immagini spirituali energetiche. Solo dal 2019 gli Tsvetnosties sono stati presentati in più di 60 eventi mondiali su larga scala, ricevendo riconoscimenti internazionali tra cui il “Best Artist of the year 2020”.Gli Tsvetnosties sono parte integrante parte del progetto “Ol’svol’d Tsvenosti”, il cui obiettivo è collocarli nelle gallerie di tutto il mondo, in modo che attraverso la purificazione e la trasformazione di ogni singola persona che interagirà con loro, potrà avvenire la trasformazione dell’umanità, attraverso la loro contemplazione e il trovarsi e ri-trovarsi nel loro campo energetico.
“Volutamente la luce è fredda – afferma Armando Cerzosimo rivelando le ragioni estetiche delle sue immagini in mostra – come il freddo che attanaglia nelle livide albe oppressi e oppressori. Poco importa se una guerra sia giusta o ingiusta, ma conta il non dimenticare che ci sono dolori e morti e pianti e paure da affrontare per chi sognava un futuro”. “Sono fotografie di donne e fanciulli ucraini, testimoni inquietanti dell’orrore, della tragicità di questi tempi, vittime di una guerra che sta distruggendo un popolo e il suo territorio. La concreta realtà della vita, dove sembra incombere un sospetto di amor mortis , si è portata al centro dell’operazione fotografica di Armando Cerzosimo – dichiara il critico d’arte Cristina Tafuri cui ha inteso dare il titolo “I chiari colori del dramma”- perché, come in tutti i tempi, il tema del dolore e della morte, spingono l’uomo a figurarsi varie forme di sopravvivenza. In queste fotografie il fondo scuro dal quale le figure e l’ambiente si staccano con evidente nettezza, conferisce al contrasto visivo un ‘ eco metafisica, quasi cristallizzata. Ogni persona ha in mano un oggetto, un libro, un quadro, le cose che pensano, sineddoche singolare, che ci rimanda alla loro terra, alle loro cose, a tutto quello che hanno lasciato. Ancora una volta, come la bellezza delle foto di Armando Cerzosimo ci suggerisce, è sempre l’arte che viene in nostro soccorso”. “Una iniziativa – afferma Rita Martinova – che è nata quale ringraziamento alla comunità salernitana per aver accolto le donne ucraine rifugiate insieme ai loro figli dalla ingiusta e ingiustificata guerra che così profondamente ha colpito l’Ucraina. Un anno fa iniziava questa terribile guerra che ha sconvolto tutto il mondo. Ho sentito forte il desiderio, io che vivo qui a Salerno da oltre venti anni, di aiutare in qualche modo il mio popolo. Mi sono data da fare per aiutare le mamme con i loro figli ad inserirsi nella nostra comunità anche attraverso l’insegnamento della lingua italiana. Ho conosciuto il maestro Armando Cerzosimo un anno fa, anche lui desideroso di aiutare la martoriata Ucraina. E’ nata, così, l’idea di organizzare una mostra fotografica dedicata alle donne rifugiate e contemporaneamente anche una mostra di pittura sacrale di un grande artista ucraino contemporaneo Ol’svol’d, il quale, generosamente ha messo a disposizione diverse sue opere”. Il giorno successivo, venerdì 10 febbraio, alle ore 19, dibattito su “La fotografia come messaggio”. Davanti ad un’immagine non si deve mai essere spettatori passivi, ma è necessario porsi la questione dell’intenzionalità: chiederci chi ci sta mostrando quell’immagine, e a quali fini, a chi serve quell’immagine? (uno scoop mediatico, un fine ideologico, politico, commerciale…). Allo stesso modo, l’interpretazione non potrà dipendere rigidamente da metodi o griglie troppo schematiche. Dovrebbe piuttosto essere un’attività dialettica, che sappia mettere in relazione tra loro tutti i fattori, le forze in gioco, le contraddizioni. La disamina del tema vedrà in dialogo Armando Cerzosimo, Marco Russo e Rita Martinova, per capire le implicazioni più sottili delle immagini, che ci riveleranno aspetti sempre rinnovantesi.