Flashmob e focus sulle Fonderie Pisano il 12 luglio; terzo tavolo tecnico tenutosi oggi ed atteggiamento vergognoso del Comune e dell’ASL che continuano a nascondere le certezze acquisite con lo SPES e le relazioni peritali
Si è tenuto ieri, in piazza Sant’Agostino a Salerno, un flashmob ed un focus sulle Fonderie Pisano, organizzato dal Comitato/Associazione “Salute e Vita”. Insieme ad un centinaio di cittadini, durante la performance dell’attrice Anna Nisivoccia che ha letto alcuni tra i passi più significativi delle verità accertate, tra cui le conclusioni delle relazioni peritali dei professori come Annibale Biggeri e Francesco Forastiere che, come a Taranto hanno dimostrato il nesso causale con l’Ilva così lo hanno fatto a Salerno con le Fonderie Pisano, riconoscendo un nesso causale tra inquinamento atmosferico e mortalità/tumori/patologie in eccesso nella Valle dell’Irno, ha partecipato anche Luigi de Magistris.
Dopo aver manifestato in piazza con i cittadini, tingendosi anche lui le mani, simbolicamente, “sporche di sangue” ed alzandole al cielo, il già sindaco della città metropolitana di Napoliè intervenuto riconoscendo l’importanza della mobilitazione dei cittadini ed il coraggio, forza ed onestà del Comitato/Associazione “Salute e Vita”, che resiste e combatte a nome della popolazione quotidianamente avvelenata dalle Fonderie Pisano. L’ex magistrato ha poi sottolineato come sia inaccettabile che, come già successo per l’Ilva di Taranto, si contrapponga anche a Salerno il “diritto alla salute” al “diritto del lavoro”, entrambi tutelati dalla Costituzione, con le Istituzioni locali coinvolte che sono quantomeno complici, sia sul piano politico che su quello morale.
Dopo l’intervento della consigliera Elisabetta Barone e dei due consiglieri del Movimento 5 Stelle al Comune di Salerno, ha preso la parola l‘avvocato Franco Massimo Lanocita, che ha parlato della discussione in Consiglio di Stato prevista il prossimo 22 settembre e, nello specifico, dei parametri utilizzati per valutare i limiti delle emissioni all‘interno delle Fonderie Pisano. Si tratta di parametri applicati negli stabilimenti delle aree industriali e non quelli, i cui limiti imposti sono molto più bassi, delle aree residenziali, agricole e commerciali, che caratterizzano appunto la zona di Fratte. Alla luce anche dei cartelloni esposti, visibili a tutti durante l‘iniziativa, che evidenziano fotogrammi – solo degli ultimi cinque anni – in cui si evince che il fumo non esca dai comignoli ma dall‘intera fabbrica, risulta palese che i controlli fatti finora non siano stati eseguiti certo durante la “colata“, considerato che, in quei momenti, le emissioni passano attraverso tutte le fessure aperte dello stabilimento, tranne che dai camini e che contengono pertanto metalli tossici non filtrati. Elementi, anche questi tra altri, che saranno portati alle valutazioni dei magistrati del Consiglio di Stato.
È stata poi la volta del dr. Franco Mazza, che ha sottolineato l’importanza di unire le forze per la stessa lotta. Il dr. Mazza è presidente dell’ISDE – Associazione Italiana Medici per l’Ambiente sezione di Avellino – e presidente del comitato “Salviamo la Valle del Sabato”, nata nel 2016 e che ha visto in breve tempo diventare un nutrito gruppo di iscritti che hanno iniziato a combattere in un territorio devastato da molte industrie, alcune delle quali trattano anche rifiuti di una certa importanza, nate a ridosso delle civili abitazioni e con un fiume che ormai è molto inquinato, contaminato da diossina e metalli pesanti.
Ha concluso gli interventi Lorenzo Forte, presidente del Comitato/Associazione “Salute e Vita”, il quale ha ribadito le responsabilità morali, politiche e la complicità delle Istituzioni, quali Comune ed ASL di Salerno in primis con la Regione Campania, che possono anche lavarsene le mani come stanno facendo, ma restano sporche del sangue di quei cittadini che si ammalano e muoiono e chiedono giustizia sociale e verità. Giustizia per i morti e verità per i vivi. Lo Studio SPES e le relazioni peritali hanno decretato che l‘inquinamento di metalli pesanti è specifico dell‘attività delle Fonderie Pisano e non collegato ad altre fonti presenti sul territorio (quali cava ed autostrada), come infatti riportato nelle conclusioni delle relazioni di Biggeri e Forastiere. Per questo è sempre più urgente un‘ordinanza di chiusura, fosse anche solo per un principio di precauzione – sebbene siamo già molto oltre – da parte di un sindaco che, infatti, è indagato proprio per omissione di atti di ufficio. Invece continuano a creare alibi a favore delle Fonderie Pisano, come quello che stanno mettendo in atto attraverso un tavolo tecnico che non ha nulla di tecnico ma è prettamente politico ed in mala fede, tra assessori e consiglieri comunali. Un tavolo farlocco che vuole semplicemente creare confusione laddove c‘è già certezza dello studio SPES e degli studi epidemiologici.
Apprendiamo infatti che oggi si è tenuto il terzo incontro del tavolo tecnico ma che l‘ASL avrebbe portato numeri e dati del Registro Tumori provinciale, senza però la georeferenzialità (come dichiarato dallo stesso presidente della Commissione Ambiente) per quartieri e strade, ovvero senza cerchi concentrici nell‘area interessata. Pertanto, dati oggettivamente inutili e fuorvianti che offendono la nostra intelligenza. Del resto è paradossale che si continui a perdere tempo portando, a nostro giudizio in mala fede, dati generici, quando quelli dell‘Istat e del Registro Tumori dell‘area intorno alle Fonderie Pisano sono stati già analizzati ed estrapolati e sono già state tratte le conclusioni nelle relazioni peritali di epidemiologi con esperienza e di fama internazionale, che non sono certo burocrati come hanno dimostrato di essere i dirigenti dell‘ASL di Salerno. Oggi sono state rilasciate alla stampa dichiarazioni che riteniamo inaccettabili, ovvero che i dati del Registro Tumori non mostrano alcun allarme. Riportiamo a tal proposito un estratto delle conclusioni delle relazioni peritali di Biggeri e Forastiere che hanno analizzato la zona specifica della fonderie e che dichiarano l‘opposto: “Lo studio di coorte ha messo in evidenza un eccesso di mortalità per cause cerebrovascolari, sia nei maschi sia nelle femmine, nei cerchi a 4 e a 6 km dall’impianto. Si è osservato inoltre un eccesso di tumori polmonari nella popolazione femminile nei cerchi 4 e 6 km dall’impianto e un eccesso di mortalità per malattie neurologiche negli uomini a 1 e 4 km dall’impianto. Sempre negli uomini un eccesso di mortalità per scompenso cardiaco a 4 km dall’impianto“.
Dall‘ASL pretendiamo che faccia il suo dovere: dov‘è il registro nominativo delle cause di morte, diviso per quartieri e strade, che dovrebbe essere pubblicato sul sito del Comune di Salerno? Questo tecnica dilatoria adottata sin dal primo incontro del tavolo tecnico ci indigna profondamente ed uccide una seconda volta i nostri morti. Siamo pronti a denunciare in tutte le sedi, sia pubbliche che giudiziarie, il comportamento omissivo di questi Enti e ci chiediamo, a questo punto, a quale logica e a chi rispondono questi signori che ignorano – o fingono di ignorare – documenti pubblici scientifici oggettivi, che sono stati già analizzati ed hanno superato la strada che loro stanno percorrendo adesso in maniera strumentale.
Hanno aderito: Medicina Democratica; Voci Libere ODV; Circolo Arci Marea; Salerno in Comune; Pro Loco Pellezzano; Sinistra Italiana; La Buona Destra Salerno Valle dell’Irno; Ultimi associazione per la legalità; Ancora Italia ed altre associazioni.