Sergio Rubini al centro della quarta giornata del Premio Fabula, il Festival della scrittura dei ragazzi dai 9 ai 20 anni ideato undici anni fa da Andrea Volpe in programma fino a domani, lunedì 6 settembre a Bellizzi (Salerno). Incuriositi dal suo mestiere di attore, regista e sceneggiatore hanno rivolto al maestro del cinema una valanga di domande che hanno messo a nudo un Rubini sconosciuto.
«Non ho mai sognato di fare l’attore anzi mi faceva orrore perché facevo coincidere il mestiere con la figura di mio padre. Volevo fare il tastierista, mi piaceva il rock, addirittura mi sono tinto i capelli. Mi vedevo come David Bowie. Poi grazie a lui ho switchato, ho iniziato recitando proprio in una compagnia di mio padre, ma questo non vuole dire che sono soddisfatto della mia vita professionale, altrimenti andrei al mare, invece scrivo nell’attesa della grande occasione», ha esordito Rubini.
ATTORI O INFLUENCER? PER RUBINI NON C’È DIFFERENZA «Non credo che pubblicare un video su Tik Tok sia così diverso dall’andare in scena, è pur sempre un modo di raccontare se stessi e apparire come ci si sente. Bisogna essere bravi. Per fortuna Le raccomandazioni valgono molto poco: se al pubblico non piaci la selezione è drastica. Il mio è un mestiere molto complicato, fatto di ricerca, di grandi difficoltà e cadute, che però ti può far diventare famosissimo e ricchissimo. Bisogna avere la tenacia di reggere uno stress psicologico non differente. Diciamo che se uno è felice con se stesso forse non fa l’attore: saltare da una personalità all’altra è una cosa che guarisce».
RUBINI TRA CINEMA E COVID-19 «Abbiamo bisogno di storie: pensare di farle scrivere ai bambini è una scelta vincente, bellissima. Complimenti, ci vorrebbero più Premio Fabula. In un mondo di like e link sentiamo la necessità di cose vere. In pandemia ho approfittato per scrivere, nella prima fase stare a casa mi ha anche aiutato. Oggi il teatro è un profonda crisi, il cinema anche ma in sala perché in termini di produzioni e lavoro vive una fase di grande fertilità. Io per esempio sono pronto per uscire con un filma sulla vita dei De Filippo, i tre giganti della cultura, spregiudicati riformatori del teatro italiano. La gente li ricorda in bianco e nero ma il loro era un mondo a colori».
IL RICORDO DI FELLINI «Era una specie di mago: stare a contatto con lui mi ha insegnato tante cose. Gli ho dato sempre del lei e mai del tu. Aveva l’abitudine di chiamarmi spesso la mattina alle 6.30 e io mettevo la sveglia per non farmi beccare che dormivo. È come se indirettamente mi avesse voluto dire “Se vuoi esprimere un pensiero sul mondo la mattina ti devi svegliare presto”, ma la sua grandezza è stata proprio questa: farmi recepire il messaggio senza dirmelo. Lui mi chiamava e basta è questa è stata una grandissima lezione di vita che mi ha lasciato».
11 ANNI DALL’ALLUVIONE DI ATRANI Prima di Rubini, che ha condiviso il palco con Sharon Ritucci, giovane e bella foggiana che sogna una vita tra il giornalismo e la recitazione, i giovani creativi hanno incontrato Roberta Zizanovich, Magistrato addetto all’ufficio per gli affari dell’amministrazione della giustizia presso la Segreteria generale della Presidenza della Repubblica, che ha spiegato con grande semplicità, ma anche passione e cuore, cosa vuol dire la sua qualifica professionale, e poi gli uomini della Protezione Civile. Questi ultimi hanno ricordato l’alluvione di Atrani, le operazioni di ricerca, e il coraggio del papà di Francesca Mansi, la barista 25enne il cui corpo fu ritrovato in mare alle Eolie, che con discrezione, chiedeva di collaborare alle ricerche. Il 9 settembre prossimo saranno passati 11 anni.
STASERA (DOMENICA 5) La staffetta degli incontri inizia alle 17 con il direttore del Quotidiano La Città, Tommaso Siani, alle 17.30 l’attore e regista Rosario Copioso, alle 18 lo scrittore Marco Onnembo, alle 19.30 Christian De Sica.
DOMANI (LUNEDÌ 6) L’edizione 10+1 del Premio Fabula si conclude con il giornalista Gabriele Bojano 18, il Direttore Generale della BCC Fausto Salvati alle 18.30 e Lello Arena alle 19. L’artista ritirerà il Castelletto in serata in Bellizzi Summer Arena. Premio anche a Emiliano De Marino e Patrizio Oliva. Grande fermento tra i ragazzi: chi vincerà Fabula 2021?
«Non ho mai sognato di fare l’attore anzi mi faceva orrore perché facevo coincidere il mestiere con la figura di mio padre. Volevo fare il tastierista, mi piaceva il rock, addirittura mi sono tinto i capelli. Mi vedevo come David Bowie. Poi grazie a lui ho switchato, ho iniziato recitando proprio in una compagnia di mio padre, ma questo non vuole dire che sono soddisfatto della mia vita professionale, altrimenti andrei al mare, invece scrivo nell’attesa della grande occasione», ha esordito Rubini.
ATTORI O INFLUENCER? PER RUBINI NON C’È DIFFERENZA «Non credo che pubblicare un video su Tik Tok sia così diverso dall’andare in scena, è pur sempre un modo di raccontare se stessi e apparire come ci si sente. Bisogna essere bravi. Per fortuna Le raccomandazioni valgono molto poco: se al pubblico non piaci la selezione è drastica. Il mio è un mestiere molto complicato, fatto di ricerca, di grandi difficoltà e cadute, che però ti può far diventare famosissimo e ricchissimo. Bisogna avere la tenacia di reggere uno stress psicologico non differente. Diciamo che se uno è felice con se stesso forse non fa l’attore: saltare da una personalità all’altra è una cosa che guarisce».
RUBINI TRA CINEMA E COVID-19 «Abbiamo bisogno di storie: pensare di farle scrivere ai bambini è una scelta vincente, bellissima. Complimenti, ci vorrebbero più Premio Fabula. In un mondo di like e link sentiamo la necessità di cose vere. In pandemia ho approfittato per scrivere, nella prima fase stare a casa mi ha anche aiutato. Oggi il teatro è un profonda crisi, il cinema anche ma in sala perché in termini di produzioni e lavoro vive una fase di grande fertilità. Io per esempio sono pronto per uscire con un filma sulla vita dei De Filippo, i tre giganti della cultura, spregiudicati riformatori del teatro italiano. La gente li ricorda in bianco e nero ma il loro era un mondo a colori».
IL RICORDO DI FELLINI «Era una specie di mago: stare a contatto con lui mi ha insegnato tante cose. Gli ho dato sempre del lei e mai del tu. Aveva l’abitudine di chiamarmi spesso la mattina alle 6.30 e io mettevo la sveglia per non farmi beccare che dormivo. È come se indirettamente mi avesse voluto dire “Se vuoi esprimere un pensiero sul mondo la mattina ti devi svegliare presto”, ma la sua grandezza è stata proprio questa: farmi recepire il messaggio senza dirmelo. Lui mi chiamava e basta è questa è stata una grandissima lezione di vita che mi ha lasciato».
11 ANNI DALL’ALLUVIONE DI ATRANI Prima di Rubini, che ha condiviso il palco con Sharon Ritucci, giovane e bella foggiana che sogna una vita tra il giornalismo e la recitazione, i giovani creativi hanno incontrato Roberta Zizanovich, Magistrato addetto all’ufficio per gli affari dell’amministrazione della giustizia presso la Segreteria generale della Presidenza della Repubblica, che ha spiegato con grande semplicità, ma anche passione e cuore, cosa vuol dire la sua qualifica professionale, e poi gli uomini della Protezione Civile. Questi ultimi hanno ricordato l’alluvione di Atrani, le operazioni di ricerca, e il coraggio del papà di Francesca Mansi, la barista 25enne il cui corpo fu ritrovato in mare alle Eolie, che con discrezione, chiedeva di collaborare alle ricerche. Il 9 settembre prossimo saranno passati 11 anni.
STASERA (DOMENICA 5) La staffetta degli incontri inizia alle 17 con il direttore del Quotidiano La Città, Tommaso Siani, alle 17.30 l’attore e regista Rosario Copioso, alle 18 lo scrittore Marco Onnembo, alle 19.30 Christian De Sica.
DOMANI (LUNEDÌ 6) L’edizione 10+1 del Premio Fabula si conclude con il giornalista Gabriele Bojano 18, il Direttore Generale della BCC Fausto Salvati alle 18.30 e Lello Arena alle 19. L’artista ritirerà il Castelletto in serata in Bellizzi Summer Arena. Premio anche a Emiliano De Marino e Patrizio Oliva. Grande fermento tra i ragazzi: chi vincerà Fabula 2021?