A pochi passi dal circuito dell’autodromo, immersa nel verde, si eleva Villa Mirabello: un gioiello di architettura ed arte, nonché culla dei letterati milanesi fino al 1800.
Villa Mirabello deve la sua costruzione alla famiglia nobile Durini, ricchi mercanti e banchieri milanesi.
Nel 1648 Giambattista Durini si aggiudica tutti i possedimenti sul feudo di Monza dalla famiglia spagnola De Leyva.
La villa fu costruita nel 1656 su progetto dell’architetto luganese Gerolamo Quadri per volere del Conte Giuseppe Durini. La villa è pertanto il più antico di tutti i fabbricati oggi esistenti nel Parco di Monza.
Il conte scelse un’area lungo il Lambro per la sua villa di delizia, nel territorio di Vedano. Fu proprio per la posizione particolarmente gradevole che la villa fu chiamata “Mirabello”.
Agli inizi del XVIII la villa entrò in possesso del cardinale Angelo Maria Durini, il quale fece costruire anche Villa Mirabellino per alloggiarvi gli invitati al suo cenacolo letterario. Tra i letterati frequentatori del cardinale, ci fu spesso Giuseppe Parini.
La villa fu anche arricchita di decorazioni tardo barocche alle finestrature e di affreschi nel salone del pianterreno, in cui erano raffigurati i poeti dell’antica classicità e contemporanei. Il tutto era inteso a creare un ambiente sereno propizio allo studio e alla cultura, a stretto contatto con la natura.
Alla fine del 1800, con l’avvento dell’occupazione francese, la villa venne requisita e usata come alloggio militare e magazzino fino al 1805 quando Napoleone entrò definitivamente in Italia e scopri la Villa Reale di Monza; fu così che le proprietà dei conti furono espropriate.
Nello stesso anno si stabiliva nella Villa Reale il viceré Eugenio Beauharnais con la moglie Augusta Amalia di Wittelsbach che s’innamorò di entrambe le ville, ma in particolar modo del Mirabellino che le ricordava la residenza di campagna presso Monaco dove era cresciuta.
Alla caduta di Napoleone, con il ritorno dell’occupazione austriaca la villa tornerà in mano agli Asburgo, subendo restauri e modifiche in stile neoclassico. L’ultimo restauro, iniziato nell’estate del 2008, ha visto, tra l’altro, il rifacimento del tetto in legno, conservando gli affreschi originali.
Tra poco si accenderanno i riflettori sull’autodromo e il Parco sarà pronto ad ospitare anche quest’anno miglia di appassionati di motori che avranno la possibilità di scorgere un pezzo di storia a pochi passi da un mondo così tecnologico ed avanzato come quello della formula uno. Una finestra sul passato in un presente che corre a tutto gas verso il futuro.
Davide Esposito