Sono oltre 300mila gli operatori socio assistenziali che nelle cooperative italiane seguono disabili e anziani a domicilio, nei centri diurni, nelle case di riposo, negli asili e nelle scuole nonostante le difficoltà, le limitazioni e i rischi dell’emergenza Covid. E’ quanto spiega l’Unione europea della cooperative (Uecoop) nell’esprimere gratitudine al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il messaggio diffuso in occasione della Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità con la pandemia che rischia di aggravare situazioni di emarginazione e solitudine. Il Presidente ricorda che “è necessario, particolarmente in questa emergenza sanitaria, un impegno ancora maggiore per mantenere e migliorare i livelli di cura, di sostegno e di attenzione. Anche attraverso l’ascolto e il coinvolgimento, in questa preziosa attività, delle associazioni e delle organizzazioni che esprimono la voce delle persone con disabilità”. Il messaggio del Quirinale sottolinea che “la disabilità, personale o di un familiare, in molti casi è associata a condizioni precarie di reddito e di occupazione. L’accesso al mondo del lavoro delle persone con disabilità rappresenta un nodo centrale”.
Preoccupazioni che – evidenzia Uecoop – accrescono la responsabilità di cooperative e singoli operatori che oltre all’attività di assistenza, dentro e fuori gli ambiti familiari, si occupano spesso anche di formazione professionale e inserimenti lavorativi per chi soffre di difficoltà fisiche o psichiche.
“Particolarmente delicata è la condizione dei minori con disabilità. La pandemia acuisce la difficoltà di seguire le lezioni scolastiche. E la mancanza di relazioni con i docenti e coetanei, rischia di produrre ulteriori condizioni di emarginazione” sottolinea il Presidente nel ricordare che “la disabilità è spesso, inevitabilmente, legata alla terza e alla quarta età. Questi anziani costituiscono, nella pandemia, una categoria particolarmente a rischio e patiscono molto la solitudine, la mancanza di dirette relazioni con familiari e conoscenti e la fatica nel gestire aspetti concreti della vita quotidiana”.
Parole che rappresentano uno sprone a fare ancora meglio per tutti gli operatori che lavorano nelle 15mila case di riposo e centri diurni da nord a sud dell’Italia e che seguono – conclude Uecoop – quasi 1 milione di anziani in un contesto reso ancora più difficile dalla pandemia da coronavirus che sta colpendo pesantemente il mondo delle RSA.